Una conferma che in Basilicata la salute non è uguale per tutti – come Sanità Futura sostiene da sempre – viene dal XVI Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità realizzato da Cittadinanzattiva (Tribunale Diritti del Malato) che non a caso titola il Rapporto “Cittadini con cronicità: molti atti, pochi fatti”. Intanto, sul fronte del “già fatto” ci sono difficoltà: il recepimento del Piano nazionale cronicità (voluto dalla precedente Ministra Lorenzin) procede a differenti velocità con cinque regioni (Umbria, Puglia, Lazio, Emilia Romagna e Marche) che lo hanno recepito formalmente, mentre non è così per la Basilicata. Sanità Futura evidenzia che nel periodo 2006-2016 in Basilicata l’andamento delle persone con malattie croniche classificate “in buona salute” fa registrare una diminuzione percentuale del 40,6 per cento, che rappresenta il dato peggiore tra tutte le regioni d’Italia. Parliamo di persone (e non di numeri) che soffrono di asma, broncopneumopatie, diabete, cardiopatie ischemiche, demenza senile, malattie reumatiche e che necessitano di percorsi diagnostico-terapeutici multidisciplinari attraverso una forte integrazione tra l’assistenza primaria, centrata sul medico di medicina generale, e le cure specialistiche e naturalmente di esami e prestazioni per la prevenzione.
In Basilicata, di fronte a questo nefasto scenario, si fanno almeno tre passi indietro con l’adozione di delibere regionali che impattano sull’intero sistema, accanendosi sulle strutture private accreditate che, tutte insieme, non arrivano al 2,7% della spesa sanitaria regionale. Il primo passo riporta il comparto indietro di 3 anni annullando il diritto ad una minima e sana competizione tra le strutture e riducendo il diritto di libera scelta ai cittadini. Il secondo passo falso preannuncia maggiori risorse anche per nuovi contratti, che però si innestano in un sistema “protetto e ingessato”, non fondato sugli attuali e reali fabbisogni dei pazienti. Si pretenderebbe infatti,nella situazione così compromessa,di promuovere nuovi contratti non per soddisfare i fabbisogni attuali ma quelli riferiti a diversi anni fa! Il terzo passorasenta l’autolesionismo se non addirittura l’eutanasia pertrascuratezza; le delibere in questione nulla dicono sull’attuazione di alcune norme già emanate l’anno scorso dal Consiglio regionale: sulle prestazioni salva vita in tema di mobilità sanitaria attiva e sulle misure per combattere concretamente le liste di attesa.
In questo quadro generale i pazienti hanno la possibilità di curarsi 365 giorni all’anno? Perchè nessuno sa in quale periodo dell’anno ci si potrà ammalare e anche chi fruisce periodicamente delle cure non può sentirsi meno curato se la cadenza delle cure ricade in un periodo dell’anno sbagliato. Condividiamo pertanto – sottolinea Sanità Futura – le valutazioni di Cittadinanzattiva, tra le quali quelle di semplificare e rendere più omogenee su tutto il territorio le procedure burocratiche, che confermano la necessità, ormai diventata priorità, di procedere alla riduzione delle disuguaglianze nell’accesso alle cure da parte dei cittadini, per garantire i LEA, contribuendo alla sostenibilità del Servizio sanitario mediante l’innovazione organizzativa. E’ questo il senso dell’iniziativa che abbiamo avviato nelle scorse settimane con la mobilitazione di operatori sanitari e cittadini e l’attivazione dello Sportello di Protesta del Malato allo scopo di fornire ogni tipo di assistenza agli utenti del SSR.
Le strutture sanitarie private accreditate devono poter erogare i servizi sanitari 365 giorni all’anno per non perdere l’efficacia delle cure sui pazienti, per mantenere costante la performance qualitativa della struttura e per mantenere attivi tutti i posti di lavoro che in sanità non possono essere interinali. Solo dopo aver realizzato questi presupposti si dovrà procedere con nuovi contratti alle strutture, fondati però su un sistema finalmente sano e soprattutto su fabbisogni attuali e reali.
Il sistema sanitario ha bisogno di garantire la copertura per tener attivi i servizi sanitari anche per poter programmare correttamente i fabbisogni che determinano la pianificazione delle risorse da stanziare al comparto.
L’attuale gestione del Dipartimento Salute, invece, produce con atti e comportamenti un sistema fondato sulla discontinuità assistenziale, sulla inefficienza programmatoria e sullo strapotere burocratico. Abbiamo appreso che è stato proposto dal Consigliere Mollica un intervento legislativo per attivare nuovi contratti con strutture accreditate ma non ancora operanti nel sistema sanitario pubblico. In tal senso riteniamo che l’azione politica del Consigliere (da sempre attento alle criticità di questo settore) venga resa di fatto impraticabile dagli errori che la gestione sanità dipartimentale continua a iniettare nonostante i nostri ripetuti richiami. Con tutto il rispetto per l’azione del consigliere e delle strutture che intende rappresentare chiediamo a lui, e a tutti, di intervenire sul dipartimento Salute per pretendere l’efficientamento a 365 giorni annui delle cure ai pazienti, con risorse a copertura per tutti i 365 giorni all’anno!Solo con una necessaria riprogrammazione, per conseguenza naturale, si determinerà il corretto spazio da assegnare a ciascuna nuova struttura così da renderla certamente utile tutto l’anno e non condannandolea un pericoloso contentino da 90 giorni.
Come conferma il Rapporto sulla cronicità, nella nostra Regione, di fatto, non è garantito il rispetto del principio sancito dall’art. 32 della Costituzione che prevede appunto la tutela della salute. Non si può più prescindere dalla valutazione della percezione dei cittadini che deve produrre azioni che favoriscano l’efficacia, l’efficienza e l’appropriatezza delle prestazioni erogate innalzando progressivamente l’asticella della qualità dei servizi.