Il 17 maggio scorso è stata inaugurata a Milano presso “The open box”, in via Pergolesi 6 a Milano la mostra “Caso x Caos x infinite variabili” dell’artista materano Andrea Francolino.
L’artista illustra il nuovo progetto artistico: “Per me è una vera e propria teoria raggiunta. Horace Walpole ha parlato di “serendipità” (serendipity) ovvero la capacità o la fortuna di fare per caso inattese e felici scoperte. Il 12 aprile 2017, girovagando per Milano, mi imbatto in un quadro con vetro rotto abbandonato di fianco a un bidone di rifiuti. Successivamente rivivo un evento simile in un centro commerciale dove noto che una cornice che mi interessava acquistare aveva un vetro rotto; ho comprato questi frammenti – con sincera perplessità del personale del negozio – per cambiare il destino di questi vetri. Era un’ulteriore occasione per riflettere su temi a me cari: fragilità, caso e caos, la dialettica tra Uomo e Natura e altro ancora… Giorgio Fasol: Sono anni che seguo il tuo lavoro. Una delle tue opere che mi ha colpito e commosso subito è stata Performance di una pianta (2013-2015), oggi nella mia collezione. Vedere quel fiore che sboccia dai frammenti di cemento è stato un vero “colpo di fulmine”, geniale! E per me deve scattare una “scintilla”; l’artista poi deve essere bravo in tre parole a dare le linee guida del lavoro, è necessaria la capacità di sintesi. Ora con questo nuovo lavoro vedo un’ulteriore riflessione su questo tuo cammino. Ci sono motivi che si ripresentano, è chiaro il filo conduttore, ci sono le crepe, il caos che genera qualcosa di armonico, di positivo e questo è un ulteriore passo in avanti… Comprare un’opera è un atto di amore, io devo innamorarmi a prima vista di un lavoro, poi si passa all’approfondimento critico, biografico, culturale… Andrea Francolino: Questa tua scintilla sembra la stessa che mi scatta e che in seguito genera il lavoro, cioè per me quello che tu hai definito “colpo di fulmine” quando vedi un’opera succede quando vedo le crepe sul manto stradale, le macerie di edifici abbandonati o i frammenti di vetri rotti per le strade… E anche se i miei primi tentativi sono sempre fallimentari, so che poi pian piano scopro la soluzione e quella migliore è sempre la più semplice. Magari tante persone hanno visto quei frammenti di vetro, ma in me hanno fatto scattare un “qualcosa” che mi ha portato a ragionare sui frammenti stessi e poi pian piano sul lavoro finale in corso d’opera raggiungendo il senso di quella cosa. Giorgio Fasol: Questa riflessione è vicina al “momento rivelativo” di cui parlava Giorgio de Chirico… Non so se è un caso, ma come ho già raccontato altre volte, ho iniziato il mio percorso nell’arte guardando un dipinto di Giorgio Morandi; non so ancora capire “il perché”, ma la sua semplicità e la sua poesia mi hanno subito colpito… Ero giovanissimo e non sapevo nulla di Metafisica o su quale fosse il contributo di Morandi alla storia dell’arte. È stato proprio un momento rivelativo… Andrea Francolino: In effetti anche la genesi di Performance di una pianta ha seguito un percorso simile… Avevo questi scarti di cemento di altri miei lavori accatastati fuori dallo studio da un po’ di tempo quando un giorno ho notato che da quelle macerie era nata (o rinata) la vita, un’esile piantina spontanea. Appoggio la teoria che anche l’universo sia nato in questo modo, cioè da una semplice “scintilla”, un urto che genera il tutto continuando il suo percorso. Sin dall’antichità artisti o filosofi hanno elaborato le proprie teorie guardando il cielo, l’universo… potrà sembrare assurdo ma anche per me c’è un procedimento simile, guardare una crepa è come guardare l’universo, mi interrogo sul senso della vita e sul senso delle cose. Da questo sguardo nascono le mie riflessioni e i miei lavori… Ora che Caso × caos × infinite variabili è terminato nella sua prima versione in 36 elementi credo di vederci proprio l’universo; ogni singolo riquadro lo associo a una costellazione o a una galassia e queste sono solo alcune delle sue variabili infinite. Ho cercato di riprodurre manualmente su altri vetri le crepe formatesi in modo totalmente casuale e caotico sui vetri rotti, abbandonati. E, andando per opposti, assoluti, il risultato è un’armonia o simmetria incredibile; quanto tempo ci è voluto per giungere a questa semplicità e quanto lavoro dietro ognuna di esse! La soluzione del vetro rotto era nel vetro rotto. Giorgio Fasol: Nel 1970 in una galleria qui di Milano, nell’ufficio del gallerista, sono stato rapito da un lavoro “accatastato” o “impilato” tra tanti altri; era un’opera di Cy Twombly, anche in quel caso, pur essendo molto diverso da Morandi, questa semplicità apparente mi ha conquistato, le linee caotiche – ma che avevano la loro armonia – sembravano le galassie o l’universo di cui stai parlando tu… Forse l’unico mio esercizio è quello di aver guardato e continuare a guardare molte opere, la memoria visiva è importantissima… Ma a parte questo ci sono modalità inspiegabili. Pensa a M’illumino d’immenso; Ungaretti, la straordinarietà dei suoi versi come è inspiegabile, semplicissimo, brevissimo ma con una forza poetica meravigliosa. Mi ha colpito la tua riflessione su Walpole, quindi un letterato, un “poeta”… Andrea Francolino: Anche Walpole è stata una scoperta “casuale” e poi ho scoperto che proprio lui ha parlato della serendipità di cui parlavamo prima. Forse avevo già un mio bagaglio culturale o forse una predisposizione per questo tipo di nuovi lavori, ma è stato intrigante scoprire “per caso” uno scrittore che parla “del caso” lì dove vagavo piacevolmente tra tante discipline e teorie. Giorgio Fasol: Probabilmente è anche una questione legata al tuo o al nostro inconscio. A volte bisogna liberare l’inconscio per avere alcune rivelazioni, poi magari rielaborate o razionalizzate per ultimare il lavoro artistico o anche per decidere quale opera acquistare. Scintilla, inconscio ma la conoscenza alla base. Ecco, ti parlo anche di questo aneddoto: alla fine della Seconda Guerra Mondiale avevo sette o otto anni e girovagavo tra le macerie con un martello per togliere i calcinacci dai mattoni per poi rivendere i mattoni stessi a imprenditori e costruttori che li usavano per costruire qualcosa di nuovo. Ecco forse, ripensandoci ora, forse apprezzo anche “inconsciamente” i tuoi lavori perché mi riportano alla mente ricordi che sto valutando soltanto ora e che sono positivi, e il tuo lavoro è positivo. Andrea Francolino: Chissà forse lo stupendo panorama dei “sassi” di Matera e i suoi frammenti con cui sono cresciuto… anche questo ha condizionato le mie scelte artistiche. Rifletto con positività sui frammenti che mi circondano.
La mostra si potrà visitare dal 17 maggio al 30 agosto 2018 solo su appuntamento.