Le associazioni No Scorie Trisaia e Mediterraneo No Triv hanno inviato una lettera al nuovo ministro dell’Ambiente Costa e al nuovo ministro dello Sviluppo Economico Di Maio per chiedere l’emanazione di un decreto-legge che vieti l’utilizzo della tecnica dell’air guns per la ricerca petrolifera nei nostri mari. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Con il cambio di governo torniamo a riformulare le nostre richieste già condivise con comunità locali e sindaci del territorio alle istituzioni per salvare i nostri mari e il nostro golfo di Taranto. Chiediamo al nuovo ministro dell’Ambiente Costa e al nuovo ministro dello Sviluppo Economico Di Maio, un decreto-legge che vieti l’utilizzo della tecnica dell’air guns per la ricerca petrolifera nei nostri mari . L’air guns era stato inserito nel 2015 dal Senato nel Ddl Ecoreati ma poi l’emendamento non andò a buon fine nel resto del parlamento. L’air guns era stato considerato nell’emendamento come un reato da punire con la reclusione da uno a tre anni. In merito negli Usa settantacinque scienziati tra cui professori, oceanografi, biologi e altri esperti del mare avevano scritto ad Obama per chiedere il divieto degli air guns e di non accettare l’introduzione di test sismici per l’esplorazione di gas e petrolio lungo le coste del medio e sud Atlantico . http://www.greenpeace.org/italy/it/News1/La-scienza-e-contro-gli-air-guns-d . E’ così che si deve agire per impedire una tecnica di ricerca di petrolio potenzialmente impattante a tutela delle nostre coste italiane dove il vero petrolio è la pesca e il turismo. Questo però non basta, chiediamo al ministro Costa e al ministro Di Maio e ai ministri della Lega di riconoscere finalmente il Golfo di Taranto free oil così come è stato riconosciuto il golfo di Venezia nel 2009 da parte del ministro leghista (ex sindaco di Padova ) Zanonato in base al principio di precauzione . I loro predecessori non ci hanno dato ascolto e ora è il momento di agire a tutela non delle grandi lobby bensì per la tutela del bene comune Mar Mediterraneo. http://ottavioframmartino.blogspot.com/2009/05/le-gondole-di-nova-siri.html
In questi anni gli studi o meglio i progetti di trivellazione nel mar Jonio sono stati realizzati dalle compagnie petrolifere , mentre siamo stati noi a ricordare al governo la giovane conformazione geologia del mar Jonio e i rischi della subsidenza ,un motivo valido per applicare il principio di precauzione come per il golfo di Venezia .La subsidenza è un fenomeno già riscontrato nel territorio di Crotone nei pressi dell’area archeologica della Magna Grecia.
https://wesud.it/crotone-sprofonda-e-capocolonna-va-via-ce-lo-fa-sapere-eni-di-vincenzo-garrubba/
Abbiamo sempre evidenziato i due pesi e le due misure per i 2 golfi simili e la disparità di trattamento tra le aree della Toscana e della Basilicata . Chi decide quali luoghi trivellare ? E con quali criteri ? E dove applicare il principio di precauzione e dove no ? https://jonicanotizie.wordpress.com/2014/07/21/renzi-pittella-effetto-nimby-o-razzismo-ambientale/ . Eppure nessuno studio scientifico imparziale e non di parte è stato prodotto dalle istituzioni al fine di escludere rischi per la flora, fauna, popolazioni ed economie locali ,lasciando alle compagnie petrolifere il progetto di massima dove i rischi erano sempre limitati. Lasciando a noi cittadini l’onere di ricordare che negli stessi progetti nel golfo di Taranto le compagnie petrolifere non avevano approfondito istanza dopo istanza le peculiarità di flora, fauna, ecosistemi, aree nurse dei delfini, biocenosi, patrimonio archeologico inesplorato, coralli bianchi, il pescato più buono d’Italia e di aree già riconosciute dalla stessa Ispra come potenziali aree di riserva per i cetacei al pari di come già riconosciuto nel Tirreno tra l’isola d’Elba e la Francia con il paradiso dei cetacei. Attendiamo ancora risposte dalle istituzioni sulla ricerca petrolifera sui fondali dove ancora non è stata esclusa la presenza delle navi dei veleni e di conseguenza la presenza di un potenziale pericolo di contaminazione da probabili veleni e/o radioattività nel nostro golfo dove esistono correnti interne circolari che potrebbero disseminare gli inquinanti anche sulle coste.
https://www.terredifrontiera.info/denuncia-ue-mediterraneo/
Dopo 10 anni di opposizione pacifica e non violenta verso ben 4 governi le istanze si sono dimezzate , ma restano autorizzati ben 7 permessi di cui uno ha già superato tutti gli stadi autorizzativi compreso il consiglio di stato.