Raccolgo l’appello del professore Joseph Coleman Carter per salvare il Centro di Agroarcheologia di Metaponto e sono certo che l’imminente Collegato alla Legge di Stabilità 2018 sia l’occasione più vicina e concreta per farlo. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Paolo Castelluccio.
Se si pensa che, come ha precisato lo studioso statunitense, la spesa annuale necessaria per il mantenimento della struttura «è di appena 40mila euro, finora garantiti per gran parte da enti privati stranieri”, non mi pare – aggiunge – si tratti di una cifra impossibile da reperibile nella nuova manovra finanziaria che attende il Consiglio, tagliando poche decine di migliaia di euro di spese superflue. Non si sottovaluti: il patrimonio archeologico del Metapontino rappresenta quel collegamento fondamentale con Matera Capitale della Cultura Europea 2019 di cui si parla in programmi e progetti già definiti dalla Regione e dai Comuni del comprensorio, con interventi finanziari già decisi, e pertanto sarebbe un controsenso lavorare sull’idea Matera-Metapontino 2019 e poi assistere alla chiusura del Centro del prof. Carter.
C’è inoltre un legame che riguarda le origini dell’ agricoltura lucana e le trasformazioni che avvennero in agricoltura nell’ epoca della Magna Grecia, tenuto conto che gli obiettivi dell’attività di “agro-archeologia” sono quelli di approfondire e divulgare gli studi sulle origini e la storia dell’ agricoltura lucana, del paesaggio e dell’alimentazione, a partire dai siti archeologici del Metapontino, coinvolgendo i maggiori esperti mondiali e di portare alla luce e studiare reperti archeologici, connessi a realtà rurali preesistenti sempre nella zona del Metapontino.
Nell’evidenziare che il prof. Carter iniziò gli studi lucani nel 1974 sotto la guida dell’allora soprintendente ai Beni archeologici per la Basilicata, Dinu Adamesteanu, scoprendo fondamentali aspetti della storia agricola della Magna Grecia, Castelluccio afferma che nel corso delle numerose campagne di scavi sono stati rinvenuti alcuni elementi delle piante coltivate all’epoca dalla popolazione rurale.
Gli studi hanno una rilevanza culturale eccezionale sulle origini dell’agricoltura lucana e più in generale per la ricostruzione delle trasformazioni che avvennero in agricoltura nell’epoca della Magna Grecia e nel Metapontino che oltre ad essere il comprensorio agricolo più importante della Basilicata è anche un giacimento di patrimonio culturale che con l’istituendo Parco della Magna Grecia è possibile promuovere e valorizzare.
Nella fotogallery l’incontro con Carter a Matera (foto www.SassiLive.it)