Si è svolto a Potenza, alla presenza della segretaria nazionale Cgil Gianna Fracassi, il direttivo della Cgil Basilicata con il quale il sindacato dà ufficialmente il via alla nuova fase congressuale, in vista del XVIII Congresso nazionale della Cgil che si svolgerà a Bari dal 22 al 25 gennaio 2019.
“Oggi più che mai – ha detto il segretario generale della Cgil Basilicata Angelo Summa – nella situazione politica attuale, abbiamo bisogno di fare un congresso aperto, in grado di connettere i tessuti valoriali e le nostre parole d’ordine con il mondo del lavoro. Dagli ultimi sondaggi risulta che questo governo ha il gradimento del 57% degli italiani. Sebbene i consensi vadano mantenuti con le azioni di governo, è il quadro culturale e valoriale sotteso che preoccupa, il sentire su alcuni temi che sono la negazione dei valori della Cgil: solidarietà, inclusione, uguaglianza, mentre i primi atti posti in essere dal governo vanno in una direzione razzista e populista”.
Il segretario fa riferimento alla vicenda Aquarius, a “come abbiamo trattato quei migranti e di come la questione sia stata utilizzata strumentalmente a fini elettorali” ma anche alla “destrutturazione del Paese. Le politiche economiche di questo governo – ha detto – stridono con gli elementi di una possibile ripresa.
La stessa flat tax è una idea mostruosa che scardina il modello strutturale del nostro Paese su cui reggono la democrazia, la redistribuzione della ricchezza, i valori di progressività ma anche i servizi. Immaginare di fare due aliquote fiscali, una al di sopra degli 80.000 euro e una al di sotto, significa dare risorse a chi non ne ha bisogno. Il gettito del Paese, inoltre, sarebbe largamente inferiore senza che nessuno spieghi come coprirlo”.
Le ricadute sul Mezzogiorno sarebbero disastrose. “Non siamo assolutamente d’accordo con quanti si accingono a contrapporre al modello autonomista lombardo veneto un modello di autonomia meridionalista – ha dichiarato Summa – è impensabile credere di risolvere i problemi del Mezzogiorno e del Paese fuori da una unità nazionale. Pensare che anche la Basilicata, grazie al petrolio, possa avere vantaggi è un errore politico grossolano e irresponsabile. In Basilicata il residuo fiscale derivante da una ipotesi di autonomia porterebbe a 3 miliardi di entrate in meno. Avere maggiori spazi di autonomia sulla sanità, sull’istruzione e sul lavoro, inoltre, minerebbe i punti cardine del nostro Paese con la conseguenza che la spinta al regionalismo sarebbe una spinta al superamento di politiche redistributive e alla rottura dell’Italia, un’Italia che senza l’Europa unita con una sua centralità, all’interno di una visione protezionistica nazionale, non ha alcun futuro.
Più che parlare di autonomia del Mezzogiorno, quindi, bisognerebbe rafforzare un percorso di alleanze nel Mezzogiorno e per il Mezzogiorno. Nel 2015 a Potenza lanciammo Laboratorio Sud e una idea del Mezzogiorno che guardasse al suo interno non come entità individuale ma come un coordinamento delle regioni del sud. Chiedemmo ai governatori del sud di istituire una cabina di regia e un coordinamento per poter affrontare la crisi del Mezzogiorno ma le nostre istanze furono inascoltate.
Se la Basilicata, l’Italia e l’Europa guardassero con maggiore attenzione allo spopolamento, anche l’immigrazione verrebbe intesa come elemento di grande opportunità per costruire un’azione di sviluppo oltre a dare risposte alle popolazioni in fuga dalla fame, dalla povertà e dalla guerra.
Sta a noi provare a ridare forza alle nostre proposte – ha concluso Summa – Abbiamo il dovere di continuare fino alla fine della legislatura a sfidare il governo regionale affinché si possano conseguire ulteriori risposte sia sulle risorse disponibili sui fondi comunitari sui quali riprogrammare le politiche sociali sia sul potenziamento delle infrastrutture sociali. In Basilicata 20.00 bambini da 0 a 3 anni non ricevono nessun servizio di apprendimento. Si usino i 196 milioni di euro in programmazione affinché i Comuni istituiscano gli asili nido con tariffe agevolate e si risolva il problema della rete socio assistenziale: la spesa sanitaria In Basilicata per il 65% è ospedaliera, non abbiamo servizi di domiciliarità.
Costruire l’ossatura della presenza dello Stato con i servizi e con la rete di servizi pubblici su sapere, welfare e infanzia, affrontare il tema della riforma della governance, significa costruire un domani e dare la riposta allo spopolamento e alle aree interne. Punto di grande criticità resta la Val d’Agri e il petrolio: bisogna costruire una prospettiva di modello di sviluppo sostenibile che guardi alla transizione energetica e alla emancipazione dalla risorsa petrolio”.
Conclude Gianna Fracassi, segretaria nazionale Cgil: “Da qui in avanti abbiamo la responsabilità di costruire una vera e propria pedagogia congressuale caratterizzata da una contro narrazione sui temi dell’immigrazione, del Mezzogiorno e dell’Europa, il cui ruolo resta fondamentale al netto di alcune politiche europee che noi abbiamo criticato dall’austerity al fiscal compact. Il congresso si misurerà con queste sfide e con le contraddizioni del governo su questi temi”.