A che punto siamo per concretizzare il progetto di una “Zona Economica Speciale interregionale del Mar Jonio”? Cgil Matera ha promosso nel pomeriggio un convegno nella sala conferenze della Camera di Commercio di Matera per approfondire lo stato dell’arte relativo alla condivisione dei Piani strategici della Regione Puglia e Basilicata ed alle formalizzazioni e approvazioni degli adempimenti regionali e ministeriali.
Dopo l’introduzione affidata al segretario generale Cgil Matera, Eustachio Nicoletti e al segretario generale Cgil Taranto, Paolo Peluso, sono intervenuti il docente universitario dell’Università di Cagliari, Aldo Berlinguer, incaricato dalla Regione Puglia e dalla Regione Basilicata di redigere il piano strategico per la ZES interregionale del Mar Jonio, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, Sergio Prete, l’ex deputato Ludovico Vico, l’assessore regionale alle attività produttive Roberto Cifarelli,il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo e il segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa.
Durante l’incontro è stato evidenziato che il crono programma della Zona Economica Speciale interregionale del Mar Jonio ha accumulato ritardi preoccupanti nelle Regioni Puglia e Basilicata anche in considerazione del fatto che le Regioni Calabria e Campania hanno già sottoscritto con il Ministero il Piano strategico di sviluppo richiesto ai sensi dell’art. 5 della Legge n. 123 del 3 agosto 2.
L’incontro è stato utile per approfondire tutti gli elementi e le problematiche affinchè la ZES interregionale del Mar Jonio possa rappresentare una reale opportunità per lo sviluppo della Basilicata e del Porto di Taranto.
Tutto ciò a patto che la loro istituzione e delimitazione sia supportata da un’idea strategica di sviluppo che tenga conto delle peculiarità dei territori ed anche e soprattutto di quelli che sono i criteri indicati nel decreto legge e del DPCM.
Analizzando le esperienze di altri paesi europei e mondiali è stato verificato che per avere gli effetti delle ZES sui processi di sviluppo, non bastano solo gli incentivi fiscali (credito d’imposta fino a 50 milioni e la semplificazione amministrativa), ma devono determinarsi alcune fondamentali condizioni: capacità di attrarre due-tre grossi investitori; Capitale umano (università, centri di ricerca e scuole tecniche e professionali del territorio); Specializzazione delle attività; Aggregazioni delle imprese con lo stesso nesso economico
Incentivi fiscali. Inoltre, è necessario che la Regione Basilicata adotti un piano strategico di sviluppo nel rispetto del DPCM all’interno del quale vengano individuati i siti planimetrici in cui si insedieranno la ZES; la ZES risponda agli obiettivi strutturali della logistica finalizzata a sostenere le imprese nella commercializzazione in uscita soprattutto dei prodotti (manifatturieri, agricoli, meccanici, ecc.) utilizzando la ferrovia e soprattutto il porto di Taranto;
il mondo imprenditoriale non ponga attenzione esclusivamente ai vantaggi fiscali ma riconosca le vere potenzialità che le ZES rappresentano per lo sviluppo del territorio; venga corretta l’idea che i vantaggi imprenditoriali si realizzino esclusivamente rientrando nella planimetria delle ZES; la Governance della ZES avvenga nel rispetto della norma;
Il segretario generale Cgil Matera, Eustachio Nicoletti: “Con questo convegno vogliamo sollecitare l’approvazione dei piani strategici da parte delle regioni Puglia e Basilicata ma noi non conosciamo nemmeno la bozza del piano strategico, ci hanno interpellato, ci hanno convocati con l’idea che ci dovevamo rivedere sulla scorta di una bozza che ci veniva presentata. Noi siamo preoccupati anche perchè l’idea di fondo che riguarda tutta la legislazione speciale che ha istituito la ZES rischia di creare una frammentazione tale da depotenziare il potenziale vero della ZES, che non è la defiscalizzazione, che è pure un elemento importante ma non è il principale, perchè il principale è quello di elevare la specializzazione e la logistica della commercializzazione in uscita in particolare, affinchè questa regione, che ha livelli bassissimi di esportazione, possa avere opportunità tali da aumentare l’export. I politici finora non hanno dato risposta sulle motivazioni che hanno determinato questi ritardi e proprio per questo motivo abbiamo convocato oggi i massimi esponenti che si occupano della ZES. Qui di retroporto naturale c’è soltanto Ferrandina, che è il retroporto naturale del porto di Taranto. Poi gli altri poli logistici possono essere zone produttive come il Paip che possono anche rientrare nella ZES come aspetto di defiscalizzazione ma il polo logistico per eccellenza è Ferrandina, perchè c”è già un progetto redatto dalla Provincia di Matera e dal Consorzio Industriale che si basa sulla presenza di capannoni e di particelle specifiche per la ZES e della ferrovia. Da questo punto di vista crediamo che il perno deve essere Ferrandina e intorno a Ferrandina costruire una confluenza. Se i ragionamenti sono di altra natura qualcuno deve dimostrarci che c’è il rispetto del DPCM, Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’elemento normativo che regola quali devono essere le caratteristiche per istituire una zona logistica”.
Il confronto ha fatto registrare anche un vivace contradditorio tra Aldo Berlinguer, incaricato dalla Regione Puglia e dalla Regione Basilicata di redigere il piano strategico per la ZES interregionale del Mar Jonio e l’ex deputato tarantino Ludovico Vico del PD, uno dei primi parlamentari a lavorare per l’istituzione di una ZES Valbasento-Taranto. Aldo Berlinguer ha giustificato il ritardo che si registra nell’approvazione del piano strategico da parte delle due regioni interessate, Puglia e Basilicata, dichiarando che si è in attesa di un altro DPCM ma Ludovico Vico ha precisato che questo DPCM è previsto solo in un secondo momento, quando il Governo dovrà chiamare in causa il Ministro dei Trasporti e il Ministro della Salute per approvare un DPCM che riguarda la sburocratizzazione di una serie di procedure alle quali devono attenersi l’Agenzia delle Dogane e il Porto di Taranto quando arrivano le merci dall’Europa e dal resto del mondo.
L’assessore regionale Roberto Cifarelli ha sottolineato il lavoro che ha permesso di estendere l’area lucana della ZES dai 400 ettari iniziali ai 1061 contenuti nel piano strategico che dovrà essere approvato ma ha precisato che quella lucana è solo una piccola parte dell’area complessiva appulo-lucana. Dopo aver individuato nell’area di Valbasento quella del retroporto che dovrà fare riferimento al porto di Taranto il 14 giugno scorso è stata presentata al Ministero la seconda bozza, riveduta e corretta dopo le indicazioni che sono arrivate dal precedente governo, sulla quale poi dovranno esprimersi prima la giunta regionale di Basilicata e successivamente la Regione Puglia per poi procedere con l’ultima approvazione congiunta da parte delle Regioni Puglia e Basilicata, che dovrà essere inviata al nuovo Ministro del Mezzogiorno, Barbara Lezzi. I tempi? Nessuna indicazione in merito. La sensazione è che anche per la ZES la politica regionale si scontra con gli interessi contrapposti di numerosi territori, che cercano ovviamente di tirare l’acqua al proprio mulino e con le le elezioni regionali previste in autunno è chiaro che anche la ZES si trasforma in uno strumento utile per giocare la propria partita elettorale.
Michele Capolupo
La fotogallery del convegno (Foto www.SassiLive.it)