Mercoledì 27 giugno 2018 alle ore 12 in piazza Mario Pagano a Potenza la Cgil Basilicata aderisce alla grande mobilitazione europea di solidarietà promossa da diverse associazioni per chiedere a tutti i Governi europei di fare la propria parte, di cambiare il Regolamento di Dublino nella direzione già indicata dal Parlamento europeo e di aprire vie legali e sicure per l’accesso in tutti i Paesi UE.
Quanto accaduto negli ultimi giorni nel nostro Paese rispetto alle azioni sollecitate dal Ministro degli Interni sta diventando una vera emergenza che rischia di portare nella vita di tutti noi risvolti molto negativi. Non è tollerabile che sia il vice premier di un Paese come l’Italia ad alimentare questo clima di chiusura e a favorire atteggiamenti xenofobi nei confronti di chi dovrebbe essere aiutato e soccorso.
Non è giustificabile l’utilizzo quotidiano di un linguaggio carico di odio e di intolleranza, a maggior ragione se si trasforma nel messaggio dettato dalle istituzioni.
La Cgil Basilicata ribadisce la propria contrarietà alla chiusura dei porti italiani ritenendo che la soluzione per l’accoglienza dei rifugiati vada trovata altrove, in nessuna chiusura e in nessun censimento, che tanto ricorda le barberie compiute dai totalitarismi nel secolo scorso.
Gli anni successivi alla dittatura anche in Italia si sono caratterizzati per la diffusione dei valori della resistenza, dell’accoglienza dello straniero, dalla mancanza di paura verso il diverso. L’Italia si è dimostrata un Paese generoso e pronto a gestire le emergenze in arrivo da qualsiasi parte del mondo.
Parole come “contaminazione” e “integrazione” devono tornare a essere un obiettivo condiviso da tutte le forze politiche e sociali, dalle associazioni e da tutti i cittadini che pensano al domani come un luogo dove le diversità continuino a essere un valore e non un nemico da abbattere.
L’articolo 2 dello Statuto della nostra organizzazione riporta che “la CGIL considera la pace tra i popoli bene supremo dell’umanità e ispira la propria azione alla conquista di rapporti internazionali per i quali tutti i popoli vivano insieme nella sicurezza e in pace […]”
È da qui che vogliamo partire per costruire insieme a tutti coloro che aderiscono all’appello, un’azione di contrasto culturale vero e autentico affinché non si porti l’Italia verso una terribile involuzione sociale.