Giannino Romaniello, Consigliere regionale del Gruppo misto Art. Uno Mdp/Liberi e Uguali: “Si a una Europa accogliente”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
C’è un’altra Europa, l’Europa dei popoli, l’Europa che vuol recuperare la virtù della contaminazione e dell’accoglienza. Ed è proprio al fianco di questa Europa che domani aderirò alla mobilitazione che, nella città capoluogo si terrà in Piazza Prefettura a partire dalle ore 12 per chiedere a tutti i Governi europei di cambiare il Regolamento di Dublino come proposto dal Parlamento europeo a novembre 2017 e di aprire vie legali e sicure per l’accesso in tutti i Paesi UE.
Chiedere asilo in Europa è un diritto, ma regole e politiche ingiuste continuano a far pagare a chi cerca rifugio l’incapacità dei Governi di affrontare sfide comuni con risposte comuni, come successo alle 629 persone bloccate in mare sull’Aquarius, costrette a vagare nel Mediterraneo per quasi una settimana prima di attraccare al porto di Valencia, con rischi all’incolumità fisica di donne e bambini e dei tanti giovanissimi presenti sull’imbarcazione dell’ONG. La battaglia per la solidarietà europea non si fa sulla pelle delle persone in mare ma cambiando le regole sbagliate come il Regolamento di Dublino, che lasciano le maggiori responsabilità sui Paesi di Confine. Il Parlamento europeo ha già votato a larga maggioranza per superare l’ingiusto criterio del “primo Paese di accesso” e sostituirlo con un sistema di ricollocamento automatico che valorizza i legami significativi dei richiedenti e impone a tutti i Paesi di fare la propria parte, come già chiedono i Trattati europei.
Personalmente fui tra i primi consiglieri regionali della Basilicata, di sponda non “leghista” ad affrontare il tema dell’accoglienza dei migranti, che appunto va rivista sia con politiche comunitarie unitarie ma anche affrontando il tema di una gestione più trasparente della stessa accoglienza nel nostro paese, ritendo necessario una lotta senza quartiere alle organizzazioni che lucrano sull’accoglienza senza offrire ai richiedenti asilo e rifugiati servizi adeguati in termini di progetti tesi alla loro integrazione reale e ritengo come espresso in più occasioni che vada potenziata l’accoglienza sul modello SPRAR, anche ai CAS, modello quello dello SPRAR una forma di accoglienza integrata, basata su progetti portati avanti assieme agli enti locali, che prevede anche iniziative di integrazione e avviamento al lavoro e che prevede una rendicontazione trasparente di tutte le spese sostenute.
La virtù della solidarietà e dell’accoglienza deve ritornare ad essere il punto fondante dell’Europa, con regole condivise che tutelino gli stati e soprattutto la dignità di uomini donne e bambini e il loro diritto a richiedere asilo politico.