Il consigliere regionale Aurelio Pace esprime la sua vicinanza personale ed istituzionale all’Assistente Capo F.V. in servizio presso la casa circondariale di Matera, protagonista di un tragico gesto che ha messo in serio pericolo la sua vita.
Il tragico evento odierno, per fortuna rivelatosi non mortale, testimonia un silenzioso malessere che troppo spesso registriamo negli operatori della Polizia Penitenziaria. Siamo convinti sostenitori dell’indispensabile operato degli appartenenti al corpo di Polizia Penitenziaria, tanto per il valore della sicurezza che gli stessi assicurano, quanto per la capacità rieducativa che gli stessi producono con la loro azione.
Pur non volendo entrare nelle questioni puramente personali dell’assistente Capo in servizio nella nostra Regione, resto convinto che le condizioni difficili di lavoro nelle quali operano troppo spesso gli Agenti di Polizia Penitenziaria sottopongono gli stessi ad uno stress deleterio alla condizione personale e professionale loro e delle loro famiglie.
Auguro allo sfortunato assistente una pronta guarigione e, nella consapevolezza che la Polizia Penitenziaria è una grande famiglia, sono certo che lo stesso non sarà lasciato solo in un momento difficile della sua vita.
Il segretario regionale dell’USSP, Vito Messina, in una nota esprime la propria solidarietà al collega che ha tentato il suicidio in ambito familiare, un gesto che potrebbe essere stato condizionato dalle precarie condizioni di lavoro in cui è costretto ad operare. Da tempo infatti denunciamo le condizioni a dir poco disumane in cui si lavora presso le strutture carcerarie della regione. In più occasioni abbiamo sollecitato il Provveditore regionale Puglia-Basilicata a prendere atto di questa situazione emergenziale e di intervenire per tentare questa situazione ormai al collasso.
Tentato suicidio agente di Polizia Penitenziaria, nota di Saverio Brienza, Segretario Regionale SAPPe Basilicata
Continua la lunga serie di preoccupanti episodi che vedono negli ultimi anni gli Agenti di Polizia Penitenziaria essere protagonisti degli oltre 100 atti di suicidio. Un dato inaccettabile per un operatore della Polizia Penitenziaria come me e per l’organizzazione sindacale
che rappresento, lasciando all’opera meritoria dei sanitari dell’Ospedale di Taranto il compito di salvare il caro Assistente Capo F.V., che al momento lotta tra la vita e la morte: questa è la vera tragedia umana che registriamo in questo momento. Accanto a questo dato ci sono innegabili ragioni di difficoltà professionale da noi più volte denunciate che risiedono nelle difficili condizioni di lavoro in cui operano gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria.
Ritengo che un Sindacato moderno debba farsi carico, nelle sue prerogative di rappresentanza, di denunciare propositivamente ma fermamente le carenze strutturali e di organico che rendono complesso lo svolgimento delle funzioni di vigilanza, rieducazione e tutela insite nel ruolo della Polizia Penitenziaria e nel dettato Costituzionale.
Oggi manifestiamo la vicinanza alla famiglia ed allo stesso sfortunato collega. Anche nel suo rispetto continueremo a svolgere la nostra funzione di osservazione, denuncia e risoluzione dei problemi per assicurare ai colleghi le migliori condizioni professionali possibili, auspicando che simili episodi non accadano più.