impiego di minori nell’accattonaggio. Controlli dei carabinieri. Tolleranza zero. Espulso rumeno che impiegava minore per l’accattonaggio.
Il codice penale (art. 671) prevede che chiunque si vale, per mendicare, di una persona minore degli anni quattordici o comunque, non imputabile (c.p.85), la quale sia sottoposta alla sua autorità o affidata alla sua custodia o vigilanza, ovvero permette che tale persona mendichi, o che altri se ne valga per mendicare, è punito con l’arresto da tre mesi a un anno. Qualora il fatto sia commesso dal genitore o dal tutore, la condanna importa la sospensione dall’esercizio della potestà dei genitori (c.p.34) o dall’ufficio di tutore. Inoltre, per la sussistenza del reato di cui all’art.671 è sufficiente che il soggetto attivo si trovi con la persona non imputabile, impiegata a mendicare, in un rapporto anche di mero fatto di custodia o di vigilanza, quantunque temporaneo ed occasionale, e non è necessario che l’affidamento sia avvenuto ad opera dell’autorità o di un terzo. Appare evidente come l’accattonaggio con l’impiego di minori è una forma di sfruttamento tra le peggiori e, quindi, da contrastare con ogni mezzo e costituisce, insieme ad altre forme di impiego come il lavoro minorile, la sottrazione dei bambini a quella che dovrebbe essere la loro vita: il gioco e l’istruzione, l’infanzia stessa. Peraltro, il recente ingresso di nuovi Stati nella UE ha determinato un incremento del fenomeno, in quanto alcuni sono paesi di provenienza di un numero non irrilevante di bambini e adolescenti costretti all’accattonaggio. Appare evidente che il fenomeno necessiti di uno studio e, soprattutto, di interventi radicali che consentano di togliere i bambini ai loro “sfruttatori e aguzzini”, anche se, a volte, parenti. Tante le cose da fare, avviando, innanzitutto, una penetrante e reale indagine conoscitiva a livello locale, su Matera e nella provincia. In tale situazione e per debellare il fenomeno, oltre agli imprescindibili interventi di carattere assistenziale e sociale, le Forze dell’Ordine sono chiamate a interventi mirati sia di carattere preventivo che repressivo, adottando una linea di condotta rigida e con tolleranza zero. In tale direzione si sta muovendo il Comando Provinciale Carabinieri di Matera che, da qualche tempo, ha avviato una mirata opera di controllo e monitoraggio del fenomeno, specie nello stesso capoluogo, dove, benché non particolarmente diffuso, il problema comunque esiste e, a volte, sottovalutato. Il programma d’intervento prevede la necessaria preparazione normativa e di “modalità di approccio” dei militari, per una maggiore sensibilizzazione e il conseguente, intransigente, intervento in tutte quelle situazioni in cui i bambini sono utilizzati da terzi per l’accattonaggio o sono oggetto di tratta. Quindi mirati servizi di controllo per vie e piazze di Matera e degli altri grossi centri della provincia, abitualmente interessate al problema, specie nei giorni di festa, quando maggiore appare la presenza di tali personaggi. In tale attività risulta rilevante l’impiego, soprattutto dei carabinieri di quartiere, oltre agli altri militari impiegati nei normali servizi di controllo del territorio (radiomobile e Stazioni). Inoltre, sarà avviata una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, perché, al verificarsi di tali episodi di sfruttamento, non prevalga l’indifferenza o l’eccessivo “buonismo”. L’invito alla gente è quello di segnalare, telefonando al 112, i casi di minori, bambini utilizzati per l’accattonaggio e di non lasciarsi convincere a donare somme di denaro che, di certo, non andranno a beneficio del bambino, ma solo dell’adulto che lo sfrutta. Quello che ancora è emerso dai controlli già operati è che i minori, coinvolti in tale turpe mercato, sono per lo più stranieri, soprattutto nomadi e rumeni, che, a volte, potrebbero essere impegnati anche in attività illecite aggiuntive come borseggi e furti. Nel corso del fine settimana, nell’ambito dei servizi svolti proprio per arginare il fenomeno, i carabinieri di Matera hanno sorpreso un rumeno che impiegava, nell’accattonaggio, un bambino di soli 7 anni. L’uomo, un rumeno di 29 anni, è stato sorpreso per le vie centrali di Matera, affollate di gente, mentre impiegava il bambino per l’accattonaggio. Immediato l’intervento dei carabinieri del Radiomobile che, dopo averli fermati prima che potessero fuggire, li hanno accompagnati in caserma per le successive verifiche. Al termine dei controlli, l’adulto è stato denunciato per impiego di minore nell’accattonaggio e segnalato alla Prefettura, in quanto neocomunitario, per il foglio di via obbligatorio e per la relativa espulsione dal territorio nazionale. Un secondo rumeno, accompagnato da altri due minori, è riuscito ad allontanarsi. I servizi continueranno nella consapevolezza della necessità morale e giuridica di debellare e contrastare, assiduamente e con ogni mezzo, il vergognoso mercato e deprecabile sfruttamento di bambini.