Blocco dell’edilizia residenziale pubblica:
l’API chiede un incontro urgente all’assessore Loguercio
Il presidente dell’API Olivieri ha chiesto all’assessore regionale alle Infrastrutture Loguercio un incontro urgente con i rappresentanti delle ATER di Matera e di Potenza, allargato alle altre Associazioni imprenditoriali e anche alle Organizzazioni sindacali, al fine di approfondire la questione dei ritardi nella cantierizzazione delle opere di edilizia residenziale pubblica, con finanziamenti regionali già assentiti da tempo.
La situazione della provincia di Matera è abbastanza caotica, con ben 183 alloggi da sbloccare. Nel capoluogo il Comune ha assegnato le aree per la costruzione di 30 alloggi di edilizia convenzionata, ma l’ATER non riesce ad accendere il mutuo con le banche. Sempre a Matera la Regione ha stanziato 2 milioni di euro da 5 anni per 64 alloggi di edilizia agevolata (cioè abitazioni in vendita a privati) ma il Comune non assegna i suoli.
Stesso discorso per 12 alloggi di edilizia sovvenzionata a Serra Rifusa, per 20 alloggi di edilizia sovvenzionata a La Martella e per 24 abitazioni di edilizia popolare a San Giacomo. In tutti questi casi esistono i finanziamenti ma mancano le aree per inerzia del Comune.
In particolare, per La Martella il Comune non ha sottoscritto l’Accordo di Programma con il Ministero delle Infrastrutture e la Regione, non potendo quindi usufruire dei finanziamenti pronti da 6-7 anni anche per le opere di urbanizzazione.
Inoltre, per il Programma di Recupero Urbano di San Giacomo, ai prezzi di diversi anni fa non è più conveniente economicamente costruire.
Anche a Policoro, infine, il Comune ha avuto i finanziamenti del Contratto di Quartiere per la costruzione di 21 alloggi di edilizia agevolata e 12 abitazioni di edilizia sovvenzionata per anziani, ma non ha ancora assegnato le aree.
A completare il quadro, nei giorni scorsi la Regione ha sbloccato 15 milioni di euro per altre opere dell’ATER, ma i Comuni di Matera e di Policoro non ne potranno usufruire per le citate inadempienze nell’individuazione delle aree.
In provincia di Potenza, da ultimo, la situazione è pressoché analoga, con ingenti finanziamenti stanziati che non si traducono in opere cantierizzate per mancanza di suoli.
Per il presidente dell’API, il particolare momento negativo che sta vivendo la nostra comunità, sia per la crisi delle attività economiche, sia per il conseguente crollo del reddito di molti cittadini espulsi dal ciclo produttivo o collocati in cassa integrazione, potrebbe essere almeno in parte contrastato sfruttando le caratteristiche di anticiclicità dell’edilizia, settore che solitamente non segue la congiuntura economica.
Inoltre, dare respiro all’industria delle costruzioni, utilizzando l’edilizia residenziale pubblica come volano dell’economia, potrebbe servire a raggiungere anche due ulteriori obiettivi: colmare la carenza di alloggi e calmierare il mercato delle abitazioni.
Olivieri (API): “Il sistema della piccola e media impresa è l’antidoto contro la crisi ”
“La crisi internazionale che ha travolto anche il nostro sistema produttivo si può combattere solo investendo sulla piccola e media impresa”.
Ad affermarlo è il presidente dell’API Nunzio Olivieri, dopo aver analizzato i dati Istat relativi al fatturato globale dell’anno appena concluso, che fa registrare solamente una flessione dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2007.
“La crisi c’è e si fa sentire – prosegue Olivieri – soprattutto per alcune categorie produttive, ma da un’indagine Confapi effettuata su un campione di oltre duemila aziende emerge un dato che deve far riflettere soprattutto il Governo centrale: la piccola e media impresa è considerata ancora oggi il vero motore dell’economia nazionale, grazie alle capacità dei singoli imprenditori di fare fronte, soprattutto sul nostro territorio a difficoltà di ordine finanziario e infrastrutturale e di muoversi in modo autonomo accettando la sfida della competitività sui mercati internazionali. Un dato incoraggiante per il nostro sistema produttivo, perché rispetto per esempio alla Germania, dove regnano le macro aziende e le pmi rappresentano una percentuale bassissima, tutti i grandi nomi dell’industria stanno licenziando, con tagli inevitabili alla produzione e alla forza lavoro.
A parere del presidente dell’API “se il nostro Paese vuole lasciarsi alle spalle una crisi dalle dimensioni straordinarie il Governo deve scommettere sulle potenzialità delle piccole e medie imprese attraverso vere politiche che ne favoriscano la solidità e la crescita, ma gli ultimi provvedimenti approvati non vanno certamente in questa direzione.
“Francamente – precisa Olivieri – non ci sembra che il nuovo pacchetto-incentivi possa garantire il rilancio della piccola e media impresa. I provvedimenti rappresentano un palliativo che non può certamente risolvere le drammatiche situazioni di crisi denunciate anche nell’ultima relazione sull’andamento economico nell’anno appena concluso.
Se si vuole davvero ridare slancio alle PMI, – conclude il presidente Olivieri – occorre implementare una nuova politica di accesso al credito e dare corso a misure incisive che possano sostenere in maniera incisiva gli investimenti già programmati dalla piccola e media impresa per rilanciare l’economia e garantire così la tenuta dei livelli occupazionali.
Dal Governo ci aspettiamo ora un segnale forte in questa direzione, per non deludere le aspettative di tanti imprenditori che a causa delle croniche difficoltà finanziarie e di procedure burocratiche che rallentano la riscossione dei crediti, non riescono più a sostenere i costi di produzione e del lavoro”.