Video pedopornografici, tra cui filmati di abusi su neonati, sono stati sequestrati dalla polizia postale di Torino, impegnata in un’indagine che ha portato a sei arresti e sedici denunce in tutta Italia. Durante le perquisizioni, effettuate, oltre che in Basilicata, in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Veneto, Lazio, Sicilia e Sardegna, la polizia postale ha sequestrato foto, video, registrazioni. Il sospetto è che qualcuno abbia fatto delle riprese video mentre consumava rapporti sessuali con i ragazzini. Ad insospettire gli agenti, che quotidianamente monitorano il web, sono stati i commenti lasciati sotto alcune immagini postate sulle bacheche di diverse pagine internet. Tutte “in chiaro”. Il “deep web”, in questa faccenda, non c’entra nulla.
Una vera e propria organizzazione, dove i “master”, i coordinatori dei gruppi digitali, escludevano chi non contribuiva “in maniera adeguata” allo scambio di materiale. Gli scatti e le riprese venivano catalogate per range di età e per sesso dei minori e chi si iscriveva alle “stanze digitali” utilizzava soprannomi (nickname) e foto “farlocche”. Le indagini per risalire alle loro identità sono durate mesi: tra gli ostacoli, anche la rigida policy del web.
L’inchiesta ha preso il via dall’analisi di alcune “stanze virtuali” in cui i partecipanti si scambiavano informazioni e materiale video. Nel gruppo, c’erano ruoli differenti e i coordinatori potevano escludere chi non contribuiva con materiale suddiviso per range di età e sesso dei minori.
Tra gli arrestati un quarantenne di Cagliari che in casa nascondeva migliaia di foto e video a carattere pedopornografico, molti con bambini di pochi anni. Gli agenti già in passato avevano denunciato il quarantenne per lo stesso reato. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe scambiato il materiale pedopornografico con gli altri indagati. Adesso bisognerà capire quale era il suo ruolo. Computer e materiale informatico sono stati sequestrati.
In arresto anche un assistente sociale di 43 anni, in servizio in una sede della Asl nell’hinterland fiorentino, per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Secondo quanto appreso l’uomo lavorava a contatto con bambini. È stato arrestato in flagranza. Nel 2014 il 43enne aveva patteggiato, sempre a Firenze, una condanna a due anni per reati analoghi. Nella sua abitazione sono stati sequestrati hard disk con un’ingente quantità di foto e video a carattere pedopornografico, oltre a chat erotiche.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo di 43 anni avrebbe condiviso e acquisito il materiale attraverso una piattaforma di file sharing, a cui accedeva attraverso vari pseudonimi. Lo scambio dei file, riguardanti soprattutto bambini maschi stranieri, avveniva sia con gruppi di persone sia con singoli utenti della piattaforma. Al momento non sarebbero emersi elementi che facciano pensare che fosse anche un produttore di materiale pedopornografico. Tuttavia il suo cellulare è al vaglio per verificare l’eventuale presenza di immagini relative a minori individuabili tra quelli che possono essere entrati in contatto con lui. Nei prossimi giorni comparirà davanti al giudice per la convalida dell’arresto. La pm della procura di Firenze Ester Nocera ha chiesto per lui la misura della custodia cautelare in carcere.