Sabato 30 giugno 2018 alle ore 19 presso la sala Rota del Conservatorio “Duni” di Matera è in programma il penultimo concerto della seconda sessione di “Chamber Music”, la stagione cameristica organizzata dal Conservatorio Duni. Il Trio Delean, formato dal pianista Enzo De Filpo, dal Clarinettista Cosimo Leuzzi e dal violinista Claudio Andriani, tutti docenti al Conservatorio “Duni” proporrà musiche di Debussy, D. Milhaud e A. Khachaturian. La prima parte del concerto sarà tutta dedicata a Debussy in occasione del centenario della sua morte e verranno eseguiti: la Première Rhapsodie per clarinetto e pianoforte, le Feuilles mortes per pianoforte e la Sonata in sol min. per violino e pianoforte.La seconda parte prevede la Suite per violino, clarinetto e pianoforte di D. Milhaud ed il Trio per violino,clarinetto e pianoforte di A. Khachaturian . Ingresso Libero.
La Rhapsodie di Debussy per orchestra con clarinetto ebbe una origine occasionale come pezzo da leggere a prima vista per il concorso di clarinetto del 1910 al Conservatorio di Parigi: composta per clarinetto e pianoforte tra il dicembre 1909 e il gennaio 1910, fu orchestrata nel 1911. La versione con orchestra fu presentata per la prima volta a Parigi il 3 maggio 1919. Nell’amabile freschezza questa pagina sembra sospesa tra rèverie e scherzo: alla breve introduzione segue la prima sezione con il tema «dolce e penetrante» del clarinetto, poi una sezione centrale con un nuovo «tema scherzando» e la ripresa variata della prima sezione.(… Feuilles mortes) (Foglie morte). Lo studio delle sonorità, sempre in dinamica piano e pianissimo, è di nuovo alla base della composizione. In una dinamica ridotta al minimo, Debussy impiega diversi modi di attacco del tasto, ottenendo almeno quattro varianti timbriche della sonorità, che a metà della composizione si trovano sovrapposte. Poco oltre la metà si ode per due volte lo squillo lontano di tre trombe: simbolo musicale derivato dal Romanticismo, che in Debussy assume un significato del tutto indiretto, e cioè di citazione.“Allegro vivo”. Scrive così in partitura Claude Debussy all’inizio della Sonata per violino. Il compositore però sta morendo di cancro. Siamo nel 1917, Debussy scrive le importanti opere di musica da camera al tramonto della vita, un periodo per lui dominato da due angosce: lo scoppio della prima guerra mondiale e il decorso della malattia, un tumore che in pochi anni non gli lascerà scampo.
La Suite di Milhaud per clarinetto, violino e pianoforte, è impostata con una certa ironia sul concetto della suite strumentale tradizionale, dove una finta eleganza barocca si contrappone a grossolani elementi jazzistici. La suite viene composta nel 1936 riorganizzando in quattro movimenti parte delle musiche di scena scritte per il dramma “Le Voyageur sans bagage” di Jean Anouilh. L’opera racconta di un veterano della prima guerra mondiale che, soffrendo di amnesia, cerca di ricostruire i suoi ricordi; appreso di essere un membro particolarmente crudele di una ricca famiglia, decide di cambiare identità.
Il Trio con clarinetto di khachaturian, composto nel 1932, riflette una ricerca timbrica che è anche la sintesi dei colori strumentali popolari, rappresentato dai tre strumenti scelti: il violino come il kamanga, il clarinetto alter ego della zurna. E’ anche una sintesi timbrica dei colori dell’orchestra questo ‘Trio’: infatti, a parte una manciata di altri pezzi giovanili, è l’unico lavoro completo di musica da camera in tutta la produzione dell’autore, il quale si è poi rivolto esclusivamente alle composizioni orchestrali e ai balletti. Nessuno dei tre movimenti è in forma sonata e mentre la composizione si apre in Sol minore, la sua fine è in Do minore, contro ogni classico precedente. L’Andante con dolore, con molt’ espressione, di apertura, ovvero Primo Tempo, presenta un dialogo lirico fra gli strumenti, con floridi abbellimenti alla maniera dei ricchi ornamenti tipici della musica armena.
Giu 29