“Cronicità, nuova frontiera della medicina del futuro. Ci sono tanti modelli per affrontarla, ma siccome ogni sistema sanitario regionale ha le sue caratteristiche e non è possibile prendere in prestito un modello usato altrove, ciascuna regione ha il suo. La Basilicata è una regione a bassissima densità di popolazione: abbiamo quindi il problema di come arrivare a tutti i paesi del territori. E in questo ci aiuta la telemedicina. Già bandita la gara per la ‘control room’ che sarà a Venosa, mentre in questi giorni sarà bandita anche la gara per attivare quanto prima la telemedicina: 9 milioni di euro a valere sui fondi europei per far arrivare le cure nelle case di tutti i lucani”.
Lo ha rivelato l’assessore alle Politiche per la Persona Flavia Franconi nel suo intervento al convegno che si è svolto questa mattina nella sala A del San Carlo di Potenza dal titolo “Modelli, strumenti e partnership per una migliore gestione della cronicità. Quale modello per la Basilicata?”.
Un evento promosso dall’associazione “Un passo avanti” a cui hanno aderito A.Ba.Ma.R. associazione Basilicata Malati reumatici, Amici del Cuore e Aism associazione italiana Sclerosi multipla. Ai saluti del Direttore generale dell’Aor San Carlo Rocco Maglietta hanno fatto seguito le relazioni di: Nello Buccianti, direttore Uoc di Medicina interna del San Carlo; Antonio Maioli Castriota Scanderbech, responsabile del Centro diabetologico dell’Azienda sanitaria potentina; Michele Cecchini, Senior Health Policy Analyst Project Leader (Public Health) DECD (Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico). Le conclusioni del convegno sono state affidate al vicepresidente del Consiglio regionale Michele Napoli.
Nell’evidenziare che “i malati cornici tenderanno ad aumentare sempre di più” e che “sono stati elaborati dei modelli per alcune patologie croniche, come per lo scompenso cardiaco il cui modello teorico è già stato realizzato e si sta implementando per la parte informatica per poi avviarne la sperimentazione”, Franconi ha inoltre rivelato che: “nel ‘model care’ abbiamo incluso anche le malattie mentali. Non possiamo non considerare la schizofrenia o le dipendenze patologiche tra le cronicità che, tra l’altro, presentano il problema peculiare del senso di vergogna o stigma sociale. Stiamo progettando un modello di dimissioni dopo la diagnosi ed entro luglio sarà sul territorio nell’ambito della ‘centrale di dimissioni’, già esistente per le malattie non psichiatriche: servirà ad accompagnare l’uscita e l’accettazione della malattia anche da parte delle famiglie stesse dei pazienti nel percorso successivo alla diagnosi. Il progetto si avvarrà di 1 milione e mezzo di euro e sarà dedicato sia alle patologie mentali degli adulti sia alla neuropsichiatria infantile ambito nel quale, in particolare sull’autismo, abbiamo fatto enormi passi in avanti, che illustreremo nel dettaglio in un prossimo convegno a Chiaromonte”. “Tengo però a sottolineare – ha aggiunto – che, grazie all’innovazione in medicina, in alcuni casi è consentita una vita assolutamente normale e conosco personalmente malati affetti da gravi patologie mentali che sono tra i migliori scienziati al mondo”.
“Su fronte della retinopatia – ha proseguito l’assessore – si sta costituendo un modello per far sì che, almeno una volta all’anno, in tutti i paesi della Basilicata si possa avere la visita oculistica direttamente a casa con l’obiettivo di far arrivare prestazioni specialistiche nei piccoli centri, se non tutti i giorni, almeno a cadenza periodica e programmata secondo il principio per cui non sono i malati a doversi spostare, ma è il sistema sanitario regionale ad andare là dove c’è bisogno”. Infine, l’assessore Franconi ha espresso “la necessità di lanciare anche per le conicità la sottoscrizione di un’intesa tra pazienti e sistema sanitario regionale come già esiste per la diabetologia. Un’intesa che dovrà puntare all’educazione del malato chiamato ad essere il più possibile responsabile. Molti dei problemi legati alla cronicità, infatti, dipendono dal fatto che troppi pazienti non seguono le terapie prescritte: una platea che in Basilicata è tra il 50% e il 70%. E’ un problema di ‘aderenza terapeutica’: se non segui le terapie ovviamente quest’ultime non fanno effetto e ciò significa spreco di risorse. Serve un’alleanza che, con il coinvolgimento delle associazioni, aiuti il paziente ad essere aderente alle terapie dal momento che sono tantissime le medicine prescritte ma che non vengono prese”.
In contemporanea nella sala accanto a quella in cui si è svolta il convegno 68 tra infermieri, oss, ostetriche, fisioterapisti, tecnici di laboratorio e tecnici di radiologia hanno sottoscritto con l’assessore Franconi e il Dg Maglietta il contratto di stabilizzazione: la prima stabilizzazione in Basilicata dopo un decennio; il primo risultato positivo dopo i vincoli imposti dalla legge Madia per professionalità che sono state precarie per anni.
“Una bella notizia – ha concluso Franconi – che ci ricorda che il sistema sanitario è la più grande industria del paese: un sistema che offre cure e terapie, innovazione e ricerca, ma anche posti di lavoro. Quanto al futuro, saremo ancora bloccati dai vincoli che impongono una spesa del personale che non può superare quella del 2004 meno l’1,4%. Anche per i prossimi anni avremo l’opposizione del Ministero delle Finanze, ma continueremo a combattere a livello nazionale come abbiamo fatto finora”.