2 persone in carcere, 20 ai domiciliari e 8 destinatari di avvisi di dimora. E’ il bilancio dell’operazione “Il Suggello”, condotta dalla Guardia di Finanza di Matera dall’aprile all’agosto dello scorso anno e che ha portato agli arresti domiciliari in mattinata anche il presidente della Regione Basilicata. I particolari sono stati illustrati nell’aula della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera dal procuratore capo Pietro Argentino, al tavolo con il pm che ha coordinato le indagini, Salvatore Colella e tre rappresentanti della Guardia di Finanza, il comandante Donato Tatulli, il comandante del nucleo di polizia economico-finanziario Pasquale Pepe e il tenente Cataldo Gregucci. Il gip che si è occupato dell’inchiesta è Rosa Nettis. I filoni dell’inchiesta, legata al sistema sanitario lucano, sono due e riguardano quattro concorsi pilotati e due casi di corruzione, uno che riguarda l’imprenditore originario di Scanzano e residente a Policoro, Gaetano Appio, che riceve in cambio lavori per una casa a Bari. La promessa è di favorire questo imprenditore per commesse del settore sanitario. L’altro caso di corruzione riguarda il professore universitario di diritto amministrativo Agostino Meale. Il figlio di Quinto si laurea con Meale ma secondo quanto abbiamo constatato non ha preparato la laurea ma gli è pervenuta. Meale promette di farlo diventare dottore di ricerca ma le indagini si sono fermate e poi l’affida per il praticantato di avvocato a un suo amico. Ipotizziamo che in cambio il professore abbia ricevuto incarichi professionali. Il legame con la Regione Puglia è un altro. In uno dei quattro concorsi pilotati il posto da assegnare era uno e lo doveva vincere uno di Matera ma i raccomandati erano tre. Per sistemarli il primo vince e ottiene il posto, il secondo “sponsorizzato” da Potenza con lo scorrimento della graduatoria regionale viene assunto dall’Asp e per il terzo “sponsorizzato” da Montanaro, dg Asl di Bari, le due regioni fanno un accordo per lo scorrimento della graduatoria e va a lavorare a Bari. Noi abbiamo intercettato Montanaro che viene a Matera a parlare con il direttore amministrativo dell’Asm Maria Benedetto. Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, è accusato di falso e abuso d’ufficio perchè in una intercettazione video il direttore amministrativo dell’Asm Maria Benedetto dice testualmente “Questa è la lista del Presidente” e quindi si ipotizzano che siano presenti in questa lista nomi di raccomandati indicati da Pittella per i concorsi in questione. Argentino ha precisato in proposito che la gran parte dell’inchiesta è supportata da intercettazioni telefoniche e da intercettazioni video-ambientali.
L’inchiesta riguarda alcuni episodi di manipolazioni di concorsi e raccomandazioni nel sistema sanitario lucano. Le indagini sono cominciate circa un anno e mezzo fa in seguito all’esposto di un dipendente di una ditta fornitrice di servizi che non aveva ricevuto la sua quota di Tfr. Le altre misure restrittive sono state eseguite nei confronti dei vertici delle aziende sanitarie lucane e anche della Asl di Bari.
In carcere è finito il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Matera, Pietro Quinto, che attraverso il suo legale, Vincenzo Montagna, ha già annunciato le dimissioni dall’incarico. In carcere anche il direttore amministrativo dell’Asm Maria Benedetto. Ai domiciliari anche il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria di Potenza, Giovanni Chiarelli, il direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, Maddalena Berardi, e un dirigente del Centro oncologico regionale della Basilicata di Rionero, Gianvito Amendola.
Agli arresti domiciliari anche il direttore generale dell’Asl di Bari, Vito Montanaro, e il responsabile dell’anticorruzione della stessa Asl, l’avvocato Luigi Fruscio di Barletta. Ai due indagati pugliesi viene contestato un episodio di abuso d’ufficio legato ad un presunto concorso truccato alla Asl di Matera.
IL TESTO INTEGRALE DIFFUSO DAL PROCURATORE PIETRO ARGENTINO SULL’INCHIESTA “IL SIGILLO”
In data odierna è stata eseguita dalla Guardia di Finanza di Matera l’ordinanza del GIP in sede di applicazione di misure cautelari a carico di trenta indagati, in particolare di custodia cautelare in carcere per due indagati, di arresti domiciliari per altri 20 e di obbligo di dimora per i restanti otto.
Le misure sono state richieste dall’ufficio della Procura della Repubblica per numerosi episodi criminosi: contro la Pubblica Amministrazione, falso ideologico in atti pubblici fidefacienti e per soppressione di atti pubblici fidefacienti; truffa aggravata e continuata in danno dell’ASL di Matera, turbata libertà degli incanti.
Il procedimento trae origine da una denuncia sporta da Antezza Antonio, ex dipendente della società cooperativa Croce Verde Materana, il quale, a margine di taluni fatti di rilevanza esclusivamente civilistica, evidenziava irregolarità contributive da parte del datore di lavoro del servizio appaltato dall’Asl di Matera per il trasporto di infermi, svolto, a suo dire, da personale non assunto.
A seguito di tale denunzia, il Pubblico Ministero delegava la Guardia di Finanza a ricostruire tutte le varie fasi dell’appalto, mediante esame della relativa documentazione, onde verificare se in capo alla stazione appaltante vi fossero stati abusi di ordine omissivo nell’attivazione dei poteri sostitutivi per irregolarità contributive e retributive ex art. 30 comma 5 del decreto legislativo 50 del 2016.
L’esame suindicato, consentiva di acclarare gravi indizi di reato in ordine a un tentativo di truffa posto in essere dai titolari della suddetta società cooperativa nei confronti dell’ente pubblico che, costituendo una nuova e diversa società, perfettamente sovrapponibile alla prima e con denominazione social e confondibile con la prima (“Croce Verde Matera”, anzichè “Croce Verde Materana”) ed utilizzando un’attestazione ideologicamente falsa del dirigente amministrativo del presidio ospedaliero Madonna delle Grazie di Matera (Taccardi Maria Evangelista detta Eva) nella quale si dava atto di un’inesistente autorizzazione al subentro della nuova società nell’espletamento del servizio oggetto dell’appalto, tentavano di indurre in errore l’Asl di Matera in ordine all’esistenza di un rapporto di continuità aziendale (cessione di ramo d’azienda, trasformazione, incorporazione) tra le due società eludendo così il divieto delle irregolarità contributiva e retributiva della prima stazione appaltatrice, poichè la prima “Croce Verde Materana” non era in regola con il DURC così conseguento il vantaggio di evitare l’attivazione dei poteri sostitutivi ex art. 30 comma 5 del decreto legislativo 50 del 2016 e la sospensione dei pagamenti da parte della stazione appaltante.
Sulla scorta dei gravi indizi di reato ex art. 479 codice penale, veniva dato avvio alle operazioni tecniche di intercettazioni telefoniche e video-ambientali che interessavano, oltre ai privati interessati alla gestione delle due società, anche i dirigenti e le figure apicali dell’ente pubblico.
Ma se da un alto le intercettazioni hanno fornito pochi elementi di novità rispetto alla ricostruzione documentale dell’appalto in questione, dall’altro hanno consentito di disvelare una pluralità di nuovi e più gravi episodi criminosi consumati da alcuni dirigenti delle varie aziende sanitarie della Basilicata e di un’azienda sanitaria pugliese che hanno evidenziato il totale condizionamento della sanità pubblica da parte di interessi privatisti e da logiche clientelari politiche.
Le ipotesi accusatorie formulate individuano, nel governare la Regione Basilicata, la persona che influenza pesantemente le scelte gestionali delle aziende sanitarie ed ospedaliere lucane nell’ambito dei concorsi indetti per la selezione e l’assunzione di personale, interfacciandomi direttamente con alcuni dirigenti delle stesse, tra i quali vanno annoverati “in primis”, il direttore generale dell’Asm (che intrattiene significativi rapporti con altre figure politiche di spicco e religiose nonchè con esponenti del mondo imprenditoriale e dell’Università degli Studi di Bari) e quello amministrativo della stessa azienda, a loro volta supportati da altri dirigenti componenti delle commissioni di esame.
In estrema sintesi e allo stato, l’indagine ha disvelato come il direttore generale dell’Asm sia il collettore delle raccomandazioni che promanano dal politico di cui vi ho parlato prima oltre che da altri esponenti politici e religiosi confidando nell’assoluta fedeltà del suo direttore amministrativo nominato presidente o componente dei vari concorsi, nell’eseguire i desiderata o meglio gli ordini provenienti dall’alto e sulla disponibilità dei suoi colleghi ai vertici delle altre aziende sanitarie.
Scrive il Gip a sostegno delle ravvisate esigenze cautelari: “L’attività investigativa ha rivelato l’esistenza di un collaudato sistema attraverso il quale vengono “pilotati” i concorsi pubblici per l’assunzione di personale, specie amministrativo, e ciò anche al fine di dare sfogo alle “segnalazioni” che promanano da esponenti politici e non solo. E Quinto Pietro ne è il dominus; condiziona gli esiti delle procedure selettive, peraltro mai comparendo direttamente in alcun atto o documento, servendosi del suo direttore amministrativo che, a sua volta, coinvolge gli altri dipendenti Asm nonchè i membri delle commissioni d’esame i quali, comunque, sono scientemente consapevoli e complici di tale distorto uso del potere pubblico”.
In buona sostanza gli investigatori si sono trovati in presenza di concorsi letteralmente “truccati”. Sono quattro le procedure concorsuali risultate “viziate” perchè caratterizzate da abusi d’ufficio, rivelazioni indebite di segreti d’ufficio e falsi in atti pubblici (sia per soppressione che ideologici).
In particolare:
- il concorso pubblico per un posto a tempo indeterminato di un dirigente amministrativo vinto da tre persone. Non sembri strano il riferimento al numero tre perchè uno è il vincitore effettivo e gli altri due sono anch’essi vincitori attraverso il sistema dello scorrimento delle graduatorie e delle convenzioni tra Asl che ha determinato anche in questi casi l’assunzione a tempo indeterminato presso altri presidi sanitari;
- il concorso pubblico per otto posti da assistente amministrativo riservato esclusivamente ai disabili;
- il concorso pubblico per un posto a tempo indeterminato a dirigente amministrativo presso il Crob di Rionero in Vulture;
- il concorso pubblico per due posti a tempo indeterminato da dirigente medico di otorinolaringoiatria.
In ordine ai predetti concorsi, le operazioni svolte dagli indagati si sono concretizzate in una duplice condotta:
- il “taroccamento” dei punteggi (espressione usata dal Gip nell’ordinanza custodiale) condotto con precisione matematica e la conseguente creazione dei verbali ideologicamente falsi;
- la distribuzione dei verbali precedentemente formati riportanti i punteggi effettivamente conseguiti dai candidati “raccomandati” con la complicità dei componenti segretari, depositari per legge dei verbali relativi alle sedute di valutazione dei titoli e di correzione degli elaborati.
Accanto a queste situazioni, l’indagine ha evidenziato anche l’ipotesi di corruzione ricollegabili:
a) al conseguimento nell’aprile 2017 della laurea in giurisprudenza del figlio del direttore generale dell’ASM e al conferimento di incarichi da parte dell’Asm, dell’Asp e dell’Azienda sanitaria di Bari a professionisti esterni contigui al direttore generale dell’Asm e al figlio;
b) alla promessa del direttore generale Quinto dell’Asm di agevolare un imprenditore nell’avviare un’attività in ambito sanitario, peraltro mediante la proposta di modifica di norme regionali, ottenendo in cambio lavori presso la sua abitazione di Bari nonchè l’interessamento del medesimo imprenditore ad individuare altra abitazione, sempre a Bari, ma più grande e più centrale.
Oltre all’ulteriore filone di indagine che vede coinvolte le due società in ipotesi di truffa e falsità ideologica nonchè un episodio di turbata libertà degli incanti nella gara per il trasporto infermi indetta dall’Asm e vinta dalla “Croce Verde Matera”.
Allo stato sono stati ipotizzati 32 capi di accusa per i delitti di cui agli articoli 323, 326, 479, 490 (aggravati ai sensi dell’art. 476 comma 2), 318, 319, 321, 640, cpv n. 1) e 353 codice penale di cui uno a carico delle due società di cui ho parlato prima in base all’art. 24 del Decreto legislativo n. 231 dell’8.6.2001 (che riguarda la responsabilità amministrativa degli enti e delle persone giuridiche) in relazione all’art. 640- cpvn n. 1 codice penale).
Di seguito i nomi delle persone coinvolte nell’inchiesta della Guardia di Finanza
Agli arresti domiciliari sono finiti Marcello Pittella, Agostino Meale, Vito Montanaro, Maddalena Berardi (direttrice amministrativa del San Carlo), Annarita di Taranto, Davide Falasca, Vito D’Alessandro, Alessandra D’Anzieri, Luigi Fruscio, Giovanni Chiarelli (commissario straordinario dell’Asp), Gianvito Amendola (dirigente del Crob di Rionero), Carmine Capobianco, Grazia Maria Ciannella, Gennaro Larotonda, Domenico Petrone, Lorenzo Santandrea, Rosanna Grieco, Carmela Lascaro, Roberto Lascaro e Claudio Lascaro.
Obblighi di dimora per Grazia Lascaro, Antonio Lascaro, Cristoforo di Cuia, Gaetano Appio, Michele Morelli, Francesco Mannarella, Roberta Fiorentino, Angela Capuano e Ferdinando Vaccaro.
In carcere è finito il commissario straordinario Asm Piero Quinto e il direttore amministrativo dell’Asm Maria Benedetto.
Giunta regionale della Basilicata: piena fiducia nell’operato della Magistratura
La Giunta regionale della Basilicata, riunitasi oggi a Potenza sotto la presidenza della prof. Flavia Franconi, nell’esprimere solidarietà al governatore Marcello Pittella, si è detta certa che egli, al pari degli altri, riuscirà a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati, in un clima di piena fiducia nell’operato della Magistratura.
La vice presidente Franconi e gli assessori Braia, Castelgrande, Cifarelli e Pietrantuono continueranno ovviamente a garantire, con tutta la struttura amministrativa, la piena e funzionale operatività dell’Ente, lungo la scia dell’azione politica ed amministrativa improntata alla massima correttezza e trasparenza tracciata dal presidente Pittella, in un momento nel quale si continueranno ad affrontare questioni importanti per la comunità lucana.
La giunta, che era stata già convocata per questa mattina, con all’ordine del giorno vari provvedimenti, ha poi provveduto a varare i singoli atti proposti dai diversi Dipartimenti.
Inchiesta Sanità lucana, intervento di Vito Santarsiero, presidente del Consiglio regionale: “Piena fiducia nella Magistratura”
“Nell’esprimere piena fiducia nell’operato della Magistratura e nell’augurarmi che si chiariscano, in tempi rapidi, le singole posizioni, siamo certi che il presidente della Giunta regionale di Basilicata, Marcello Pittella, possa dimostrare la piena correttezza del suo operato”.
Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vito Santarsiero che conferma il prosieguo della regolare attività dell’Assemblea già convocata in modo ordinario per martedì prossimo 10 luglio, chiamata ad esprimersi su provvedimenti importanti.
Inchiesta Sanità lucana, intervento del consigliere regionale Gianni Rosa di Fratelli d’Italia: “Etica e morale della politica mancano da sempre in Regione Basilicata”.
La politica non deve solo essere moralmente irreprensibile ma anche apparire tale. Lasciamo stare la vicenda giudiziaria. Non sono questioni che ci riguardano. Anzi ci spiace che la magistratura sia dovuta intervenire, ancora una volta, per mettere in luce le storture della politica lucana.
Da sempre ci siamo battuti per la moralità e l’etica nella nostra Regione, trovandoci isolati dietro un muro di silenzio, e non possiamo esimerci dal rimarcare che il ‘Sistema’ in Basilicata è immorale, a prescindere dalla commissione di reati che sono tutti da accertare.
Lo denunciamo da anni, nel più completo isolamento. Quante volte abbiamo parlato di manovre politiche ‘non opportune’, perché anche se non si trattava di reati, comunque non era garantita l’etica che è dovuta quando si gestisce la ‘cosa’ altrui: concorsi, appalti, nomine, sperperi. Parliamo di Sanità? Siamo stati i soli a pronunciarci contro le riconferme dei Direttori Generali quali ‘commissari di loro stessi’: un escamotage per riconfermare un sistema di potere, illegittimo ed inopportuno.
Per chi, come noi, si è sempre dimostrato coerente, non cedendo mai ai compromessi in Regione e lasciando addirittura posizioni di potere nelle Amministrazioni, come è accaduto quando siamo usciti dalla maggioranza appena De Luca ha abbracciato Pittella e il suo centrosinistra pur di non mischiarci, è solo la dimostrazione della bontà della nostra visione di politica pulita e di Governo imparziale.
Siamo convinti che la Basilicata debba essere affidata a persone eticamente e moralmente irreprensibili e speriamo che questo accada nel più breve tempo possibile.
La fotogallery della conferenza stampa e le foto di Pittella e Quinto (foto www.SassiLive.it)