Nessuno Resti Fuori è un festival di teatro, che vuole andare oltre la dimensione puramente artistica e coinvolgere la città, i suoi abitanti e quanti si interrogano sul suo divenire, in una riflessione collettiva che possa animarne i luoghi.
L’obiettivo è di portare il linguaggio teatrale alla portata di tutti, coinvolgendo attivamente i cittadini nella ideazione e realizzazione del processo artistico, intendendo per cittadini le persone che vivono la città e contribuiscono alle sue trasformazioni, siano essi stanziali, migranti, temporanei.
Per questo motivo il Festival cambia ogni anno Quartiere della Città e quest’anno dal 19 al 28 Luglio sarà di base nel Quartiere di Agna con un dialogo che interesserà anche il Centro Storico.
Il Festival è già partito con la formazione dei volontari che i giorni 4, 5 e 6 si sono ritrovati allo IAC per la presentazione delle attività che verranno realizzate durante il Festival e la divisione nei gruppi di lavoro, tra organizzazione, comunicazione, documentazione e allestimento.
Un gruppo di lavoro variegato nelle età e nelle competenze.
Tra le attività del Festival ci sono i laboratori teatrali.
Durante il Festival saranno realizzati 4 laboratori aperti a tutti.
Il primo, Karawane, condotto da Gianni Farina, della Compagnia Menoventi, nasce dalla combinazione casuale di diverse scene seguendo un esperimento che richiama Il cadavere squisito del dadaismo. Lo spettacolo sarà frutto del lavoro di alcuni attori, che partecipano a un laboratorio della durata di quattro giorni. Nella prima parte questi attori, suddivisi a coppie, riproporranno brevissimi frammenti di opere del vasto repertorio teatrale e cinematografico, senza distinzione di epoca, stile, genere. Nella seconda parte, che coinvolgerà attivamente il pubblico nel rimescolamento delle coppie, si svilupperanno incroci, coincidenze e casualità che, come i baffi sulla Gioconda, potranno rivitalizzare il senso di tutte le scene già viste, dandogli una nuova prospettiva.
Il laboratorio in programma dal 19 al 23 Luglio, si rivolge ad attori e attrici, danzatori, danzatrici, musicisti, amanti del teatro e curiosi e si rivolge a ragazzi e adulti, per un massimo di 20 persone.
Nel secondo laboratorio, condotto da Alessandro Argnani, Alessandro Renda e Nadia Casamassima, si partirà da un testo della tradizione teatrale, quest’anno Ubu re di Alfred Jarry, l’opera che più di tutti ha segnato il teatro novecentesco, imponendosi per la novità del linguaggio e la visione delmondo. Un testo grottesco e visionario, una sorta di Macbeth shakespeariano in versione di farsa per burattini, in cui i temi della violenza, del potere e della stupidità vengono ribaltati con straordinaria libertà e ferocia. Con la non-scuola lo si attraverserà, scaravolterà, e “metterà in vita” attraverso l’improvvisazione, utilizzando oscenità, canzoni, selvatichezze, dialetti, gerghi, ombre, cattiverie, ribaltamenti, sogni. La non-scuola è infatti caratterizzata da una pratica semplice ed efficace come l’ascolto, il dialogo, la considerazione che tutte le diversità linguistiche ed etniche vadano ricondotte alla medesima generosità e fame di vita dell’adolescente, e che il medesimo testo “classico” (in cui sono sedimentate le pulsioni di intere epoche) possa parlare lingue diverse a seconda del contesto che lo adotta e lo rivive.
Il laboratorio, in programma dal 19 al 28 Luglio, si rivolge a ragazzi e ragazze dai 15 ai 25 anni.
Il terzo laboratorio Alla finestra, condotto da Anna Serlenga e RabiiBrahim, di CorpsCitoyen, vuole indagare la possibilità di attraversare le frontiere attraverso racconti capaci di cambiare fisicamente le prospettiva, attraverso un lavoro che mette al centro il corpo individuale e collettivo, il laboratorio indagherà il concetto di frontiera, proponendo al gruppo attraversamenti e slittamenti di immaginario, grazie all’utilizzo di tecniche corporee ma anche pittoriche, visive e immaginifiche.
Il laboratorio in programma dal 20 al 26 Luglio, è aperto ad attori e attrici, danzatori, danzatrici, musicisti, amanti del teatro e curiosi, per ragazzi e adulti, per un massimo di 20 persone.
Infine l’ultimo laboratorio, a cura di IAC, e condotto da Andrea Santantonio, è un laboratorio in cui vogliamo esplorare con i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, cosa significa resistere e disubbidire, con forza e fantasia; scoprire se ci sono pratiche pacifiche per opporsi a regole ingiuste, sentirsi meglio e più protagonisti nel processo di cambiamento di quello che ci circonda.
In programma il 27 Luglio, il laboratorio si rivolge a bambini e ragazzi dai 7 ai 14 anni.
Infine all’interno del Festival ci sarà spazio anche per un laboratorio tecnico, Building my Stage, condotto da Joseph Geoffriau e Angelo Piccinni, prosecuzione di un percorso nato nel 2016 dalla collaborazione tra IAC e l’associazione Tolbà e che negli anni, attraverso laboratori teatrali, ha valorizzato capacità dei minori migranti e fornito competenze da impiegare nello spettacolo dal vivo. All’interno del festival proponiamo un laboratorio per acquisire competenze tecniche: montaggio e illuminotecnica.
Il laboratorio è dedicato ai ragazzi ospiti delle comunità alloggio per minori stranieri non accompagnati dei progetti SPRAR e FAMI e realizzato con Tolbà e Il Sicomoro.
Iscriversi è semplicissimo, basta compilare il form online che potete trovare a questo link: http://www.nessunorestifuori.it/partecipa/residenze-teatrali.php
Affrettatevi, la scadenza per prenotarsi ai laboratori è il 9 Luglio.
Per avere informazioni aggiuntive potete scriverci su nessunorestifuori@gmail.com o chiamarci al 334 3558556.
IAC Centro Arti Integratesi occupa di promozione e produzione teatrale. Nasciamo nel 2010 in una strada al confine tra la città antica e quella nuova e nasciamo dal desiderio del teatro, della possibilità di incontro, ascolto e sguardo che il teatro crea.
Nei nostri percorsi proponiamo una modalità di lavoro collaborativa in cui tutti possono trovare il giusto spazio per praticare le proprie attitudini ed abilità. Ci piace dialogare con l’infanzia e la maturità, con il centro e la periferia, con il limite e la possibilità, con la realtà e l’immaginario. Alla qualità artistica affianchiamo un’attenzione specifica al sociale: sperimentare, imparare, scambiare, includere, fare parte di un processo collettivo sono i temi che accomunano i nostri percorsi.