Da precaria a 500 euro l’anno a responsabile scientifica della fondazione di Basilea che raccoglie gli spartiti dei musicisti moderni. E’ questo, in sintesi, il percorso professionale della materana Angela Ida De Benedictis, 52 anni da compiere il prossimo 12 luglio, trasferita a Basilea per diventare uno dei curatori scientifici dell’istituto, l’unico in tutto il mondo nel suo genere che porta il nome di unsignore che in vita è stato ricchissimo, Paul Sacher, il quale, disponendo di fondi pressoché illimitati, per amore della musica contemporanea e dei compositori che la coltivano, ha fondato questo gioiello del sapere occidentale.
Nata nell’isola d’Ischia, Angela Ida De Benedictis, figlia di un imprenditore materano, non vuole parlare di sé come di un caso di “cervello in fuga”, ma di un percorso lineare, di una storia professionale che comincia dopo gli studi universitari, segnata da un lungo precariato nel mondo accademico italiano – dove talora un contratto di docenza poteva non arrivare a 500 euro l’anno – e coronato dalla vincita di un concorso come ricercatore presso la Facoltà di Musicologia di Cremona (Università di Pavia), raggiunta a 47 anni dopo numerosi concorsi andati a vuoto – e non per mancanza di titoli o compentenze.
Mentre faceva conferenze, scriveva libri e si faceva notare con i suoi lavori saggistici sulla scena internazionale, Angela Ida De Benedictis ha ricevuto da Basilea, in Svizzera, la proposta di partecipare alla selezione per un postodi responsabile scientifico presso la Fondazione Paul Sacher, luogo in cui vengono conservati alcuni patrimoni musicali dell’umanità, i fondi dei maggiori compositori del Novecento e di autori contemporanei tutt’oggi viventi. Tra questi, artisti del calibro di Igor Stravinskij, Luciano Berio, Pierre Boulez ma anche Salvatore Sciarrino, Helmut Lachenmann e Louis Andriessen solo per citarne alcuni.
Oggi la professoressa De Benedictis vive nella città svizzera ed è uno dei pochissimi responsabili scientifici dell’istituto, l’unico in tutto il mondo nel suo genere che porta il nome di un direttore d’orchestra che in vita è stato ricchissimo – Paul Sacher – che, disponendo di fondi pressoché illimitati appunto, per amore della musica contemporanea e dei compositori che la coltivano, ha fondato questo gioiello del sapere occidentale. Una sede prestigiosa, collocata nella piazza centrale della città di Basilea, in cui ben tre piani sono occupati da un caveau “blindato” in cui si custodiscono i preziosi fondi dei singoli compositori, a partire da schizzi, manoscritti delle opere e appunti personali, corrispondenze, ma anche opere elettroniche spesso non tracciate su carta ma su nastro magnetico o su altri programmi digitali quali i live electronics. Un vero e proprio tesoro inestimabile, che a mano a mano si amplia, si arricchisce nei più diversi modi, attraverso lasciti, donazioni, cessioni. Occuparsene è una meta professionale ambita da molti ed è motivo di grande orgoglio e soddisfazione che una studiosa italiana abbia raggiunto questo traguardo.
“Non mi piace affermare che sono scappata dall’Italia per trovare un lavoro all’estero – dichiara De Benedictis – semplicemente ho accettato di partecipare a una selezione, su invito del direttore della Fondazione Sacher, e dopo averla vinta ho accettato l’incarico che mi veniva offerto sulla base del mio profilo. Al contrario dei concorsi, spesso ‘malati’, sostenuti nell’accademia italiana, per questa selezione il mio curriculum non era in discussione e i vari test erano mirati sostanzialmente a prove psicoattitudinali. Così da quattro anni sono responsabile di circa una trentina di fondi su oltre 120. Di certo non sono arrivata qui per caso e anche in questo mestiere, come credo in tutti, ci vuole grande passione e dedizione. Ho fatto il Conservatorio musicale a Matera, riconosciuta capitale europea della cultura per il 2019. Anche se allora, negli anni Ottanta, non era certo la città che è diventata oggi, continuo a considerarla la mia città, a ricordare quel periodo con grande piacere e a portare Matera nel mio cuore. All’epoca per trovare alcuni spartiti dovevo andare a Napoli. Forse questo è stato il primo stimolo, poi rimasto per la vita, ad andare, cercare altrove, spingermi oltre e più lontano”.
Dopo il Conservatorio a Matera, Angela Ida De Benedictis si è diplomata in flauto traverso al Conservatorio di Potenza dove ha trovato una straordinaria insegnante di storia della musica, Marta Columbro, che la spronò a coltivare anche gli studi teorici. Maè proprio nella città dei Sassiche ebbe inizio il suo amore per la musica contemporanea. A Matera accade qualcosa che ha poi dato la svolta al suo futuro professionale. L’oggetto del desiderio era lo spartito di Density 21,5 del compositore Edgar Varèse. Angelaricorda che il suo studio fu quasi ostacolato dall’insegnante di flauto perché “non era nei programmi ministeriali”. Un rifiuto che alimentò la voglia di approfondire quel tipo di musica, di analizzarla e capirla contro ogni prevenzione. Una sete di conoscenza che l’ha portata alla facoltà di musicologia di Cremona, tappa di un viaggio che è culminata proprio a Basilea.
“All’inizio il mio sogno era diventare direttore d’orchestra – ricorda Angela Ida De Benedictis – e per questo motivo, dopo il diploma di flauto, mi sono trasferita a L’Aquila per studiare pure composizione”. Così determinata da fare lezione in università con sua figlia, nata nel 2003, o da passare con lei un intero anno a Berlino – dove aveva vinto una borsa di studio della Alexander von HumboldtStiftung –nonostante la piccola avesse poco più di un anno. Anche con il secondo figlio Angela Ida De Benedictis può vantare anche una storia da super-mamma: dopo solo due giorni dalla sua nascita, nel 2006, è partita per Padova, dove aveva organizzato una conferenza sul compositore Luigi Nono; se non ci credete vi sono foto mentre parla al microfono e, contemporaneamente, allatta il piccolo.
Quando si vuole qualcosa basta lottare per ottenerlo senza arrendersi mai. Angela Ida De Benedictis ha dimostrato anche questo.
Michele Capolupo