Non sono convinto che per il “Piano di Sviluppo Strategico Zes Basilicata a carattere interregionale” la Giunta Regionale abbia svolto correttamente i “compiti a casa”. Ha sicuramente risposto alla traccia dei compiti ma il rischio è di uscire fuori tema proprio come lo studente diligente che all’esame di maturità nonostante abbia riempito quattro pagine si ritrova un voto basso. Lo afferma il consigliere regionale Paolo Castelluccio aggiungendo: al di fuori del linguaggio preferito dall’assessore Cifarelli la vicenda della istituzione della Zes appulo-lucana, che comprende la ValBasento e va ben oltre, denota la mancata sintonia con la Regione Puglia. I rapporti idilliaci con il Governatore Emiliano sono solo un ricordo del passato. Così, la delibera di Giunta sembra più un modo, in questi tempi sicuramente difficili per la Giunta, per affermare una presenza formale che sostanziale, tentando di testimoniare vitalità. E forse anche un modo per inchiodare la giunta pugliese “amica” a sue responsabilità in modo da voler dimostrare alle comunità della ValBasento che in caso di ritardi ed insuccessi non sarebbe colpa del governo regionale lucano. Così il trasferimento del documento alla competente commissione consiliare per una discussione che di fatto diventa solo accademica. Sarà sicuramente il pressing del Ministro del Sud ad aver determinato il nuovo atteggiamento della nostra Giunta ma senza la parte fondamentale del progetto Taranto al tavolo dello stesso Ministro è evidente che non potrà avere alcuna valutazione di merito.
Le opportunità di sviluppo – prosegue Castelluccio – devono riguardare, a mio parere, i comparti agro-alimentare del Metapontino e manufatturiero in generale con attenzione particolare alle piccole e medie imprese e del settore artigiano. Dubito che sia sufficiente disegnare su una carta geografica i confini allargati della Zes per determinare, attraverso la matita magica, tutte quelle condizioni di crescita imprenditoriale, occupazionale, di esportazioni che sinora, senza la Zes, sono mancate. Una zona di vantaggio per le imprese deve essere tale in tutti i suoi aspetti conservando caratteristiche di omogeneità territoriale e dando risposte efficaci ed efficienti alle esigenze delle pmi a partire dal ‘nodo viabilità’ ed infrastrutture. E’ evidente – conclude Castelluccio – che su questi temi così delicati non c’è più alcuna autorevolezza per il confronto con Puglia e Ministero.