Regione Basilicata inadempiente su strumenti di pianificazione previsti dalla legge n. 23/99.
Da pochi mesi il Comune di Matera ha adottato un regolamento urbanistico, lungamente atteso. Un importante strumento di pianificazione e gestione del territorio, che ha sollecitato alcune considerazioni nel gruppo di lavoro “Pianificazione” del Circolo La Scaletta, coordinato dall’arch. Paolo Emilio Stasi, riportate in un documento che costituisce un approfondimento sulla situazione nella città di Matera e in Basilicata. Nel documento si mette in evidenzache l’adozione del regolamento urbanistico arriva con forte ritardo, sono stati impiegati dodici anni per redigere uno strumento che aveva il compito di registrare e perfezionare quanto previsto nella Variante Generale al PRG (Piano regolatore generale) del 2007, al fine di adeguare la strumentazione urbanistica di Matera alla nuova Legge Urbanistica Regionale n.23/99.Ritardi e inadempienze che hanno avuto come conseguenza unaderegulation urbanistica che ha prodotto evidenti danni al tessuto urbanistico e il Piano Casa, ne è un chiaro esempio. Tale regolamento, si legge ancora nel documento, arrivando fuori tempo massimo, andrà in vigore su una realtà profondamente trasformata, risultando inadeguato al ruolo di Capitale europea della cultura.La scelta di Matera come meta del turismo internazionale e luogo di produzione culturale rende necessario un progetto di sviluppo urbano congruente e chiaro, certo e rigorosamente perseguito. Pertanto, per il Circolo La Scaletta, è urgente l’approvazione del regolamento urbanistico, con le relative modifiche che tengano conto, coerentemente con la legge regionale n. 23/99, delle nuove esigenze urbane, ed è altrettanto fondamentale l’avvio immediato del Piano Strutturale Comunale, per disegnare il futuro post 2019. Inoltre, ha osservato il gruppo di lavoro, la Regione Basilicata risulta inadempiente riguardo l’attuazione della legge urbanistica regionale n.23/99,che le assegna il compito di indirizzo programmatico per gli strumenti di pianificazione, tra i quali si ricordano la Carta Regionale dei Suoli, il Documento Preliminare, il Quadro Strutturale Regionale ed infine il Piano Paesaggistico Regionale. Strumenti mai redatti, né avviati, che avrebbero permesso un quadro di sviluppo condiviso con la previsione delle opere strategiche regionali.Con tali motivazioni il Circolo La Scaletta intende sollecitare il Comune di Matera e tutti i Comuni di Basilicata a impegnare la Regione ad adempiere ai compiti che la legge, da essa stessa varata, le assegna.
Regolamento Urbanistico 2018 – Considerazioni del gruppo di lavoro “Pianificazione” del Circolo La Scaletta di Matera, coordinato dall’arch. Paolo Emilio Stasi.
Si registra, finalmente, l’adozione del R.U! Arriva dopo dodici anni dall’entrata in vigore della Variante Generale al PRG. Variante al PRG avviata, con l’incarico affidato al prof. Gianluigi Nigro, addirittura nel secolo scorso: 1988! Undici anni prima della entrata in vigore della Legge Regionale n° 23/1999 su tutela, governo ed uso e del territorio.
Dodici anni per l’adozione di uno strumento urbanistico (R.U.) che aveva il solo compito di registrare e perfezionare quanto previsto nella Variante Generale del 2007 al fine di adeguare la strumentazione urbanistica della città di Matera alla nuova Legge Urbanistica Regionale n°23/99 e ss.mm.ed.ii, e per disciplinare il principio della perequazione e della compensazione urbanistica.
E’ doveroso osservare come la Variante Generale al PRG, in vigore dal gennaio 2007, sia stata pressoché inutilizzabile in quanto tutte le nuove aree individuate per eventuali interventi edilizi, per espansione o per ricucitura e/o saldatura urbana, di fatto erano congelate perché la Variante Generale al PRG, fatto unico, fu approvata priva di relazione geologica. Elaborato fondamentale ed obbligatorio!
Con questa strumentazione urbanistica zoppa non si è potuta arginare la, spesso violenta, deregulation già in atto dalla data di avvio della progettazione della stessa Variante Generale (1988). Deregulation urbanistica che evidenti danni ha prodotto al tessuto urbano. Danni provocati non tanto da qualche variante parziale ma, anche e soprattutto, da singoli permessi di costruire che, nel vuoto interpretativo, hanno fatto scempio di norme e destinazioni d’uso. Alcuni di questi danni sono stati, poi, sanati con provvedimenti legislativi regionali e/o nazionali.
Il Piano casa (dispositivo diversamente interpretabile che genera confusione ed ingiustizie) è un esempio. La sua gestione sarebbe stata, forse, meglio governata con una strumentazione urbanistica più incisiva e pienamente operativa.
Occorre dire, a parziale conforto, che i danni sono stati in parte contenuti, se così si può dire, in considerazione del dato che dal 2007 ad oggi la grave crisi economica, che ha letteralmente messo in ginocchio il settore edilizio, ha drasticamente non invogliato molte iniziative imprenditoriali.
Negli ultimi due, tre anni sia per la piccola ripresa economica ma anche in prospettiva dell’evento del 2019 il settore edilizio è in ripresa e purtroppo il R.U., arrivando fuori tempo massimo ed anche in assenza del Piano strutturale Comunale, andrà in vigore su una realtà i cui dati economici, sociali ed urbanistici, in questi anni, hanno subito evoluzioni e trasformazioni e soprattutto non è, evidentemente, in linea con quello che comporta, e comporterà, per Matera, essere la Capitale Europea della Cultura. E’ urgentissimo, quindi, non solo arrivare in tempi contingentati all’approvazione ma anche ad apportare delle piccole modifiche ed aggiustamenti che tengano conto, fin dove possibile e congruentemente con le norme della Legge Regionale, delle intervenute e nuove esigenze urbane. Aggiustamenti e modifiche, almeno per quanto è dato sapere, che questa Amministrazione aveva provveduto a formulare ma anche ad accantonare per non incorrere nella annunciata procedura, da parte della Regione Basilicata, di una nuova conferenza di pianificazione.
Con altrettanta forza si invoca l’avvio concreto e sollecito del PSC (piano strutturale comunale). La città è cambiata. Dopo 30 anni di procedura “orale” urbanistica è tempo di darsi obiettivi certi e concreti anche alla luce dei traguardi raggiunti e quelli che si vogliono raggiungere. Matera non è più, e da un bel po’, la città del salotto, grande realtà produttiva ed economica per oltre un decennio. Con ritardo, e non è una novità in quanti molti lo predicavano da tempo, si è compreso che la nuova risorsa e la grande suscettività economica di Matera è, e non può che essere, la cultura. La scelta di Matera come meta del turismo internazionale e luogo di produzione culturale è sancita ormai in dossier e programmi politici ed amministrativi. Perché ciò si concretizzi è necessario che il progetto di sviluppo urbano debba essere in primo luogo congruente e poi chiaro, certo e rigorosamente perseguito.
Nella seduta del Consiglio Comunale tenuto per l’adozione del R.U. sono emerse, nel dibattito, ripetute riserve sulle poco lineari posizioni assunte dagli Uffici ed Organi di controllo regionale nell’iter approvativo degli strumenti di pianificazione ed urbanistici.
E’appena il caso di ricordare che è perlomeno singolare come la Regione da ormai vent’anni, dalla data di approvazione della Legge n°23/99, non faccia altro che dare ultimatum ai Comuni inadempienti perché si adeguino alla nuova Legge Urbanistica Regionale dimenticando che la prima ad essere, clamorosamente, inadempiente è proprio essa stessa.
La Legge Regionale n°23/99 – mutuata da analoghe di altre Regioni che le hanno varate molto prima della Regione Basilicata e che le hanno anche drasticamente superate, perché difficilmente gestibili – prevede una gestione a cascata, ma anche coordinata, per gli strumenti di pianificazione in capo ai vari livelli istituzionali. Alla Regione probabilmente sfugge che la Legge 23/99 le assegna il compito di indirizzo programmatico per gli strumenti di pianificazione conseguenti quali i piani strutturali provinciali e comunali nonché per le comunità locali con compiti di pianificazione sovracomunale.
Fondamentale e mai redatta è il primo adempimento in capo alla Regione e che è la Carta Regionale dei Suoli. A seguire il Documento Preliminare, il Quadro Strutturale Regionale ed infine il Piano Paesaggistico Regionale.
Bisognerebbe chiedersi se è un caso che nulla si sia redatto, tantomeno avviato. Se gli strumenti appena menzionati fossero in vigore non solo non avremmo la via crucis nell’iter approvativo di ogni strumentazione urbanistica tutta, di fatto, in capo agli uffici ed organi della Regione. Non si registrerebbero, anche, le discrasie e le controverse posizioni dei diversi uffici Regionali ma soprattutto si avrebbe un quadro di sviluppo regionale condiviso con la previsione delle opere strategiche regionali. Quelle compatibili e quelle no. Per fare un esempio, invece di fare oggi le barricate per tutelare il territorio dalle aggressioni estrattive sarebbe bastato che fossero in vigore gli strumenti di pianificazione prima richiamati. Un altro esempio riguarda le stesse infrastrutture di valenza regionale ed interregionale. Oggi si programma e si realizza in assenza di un quadro strategico che solo gli strumenti di pianificazione regionali potevano definire. Si procede, spesso, sull’onda di azioni politiche muscolari personali o innescate da proteste e sollevazioni, più o meno condivisibili. Quasi sempre, però, si avverte l’amara sensazione che non siano estranei esecrabili campanilismi.
Si riporta per esemplificare quanto riportato all’art.12 della Legge Regionale n°23/99 in merito a cosa debba essere e contenere il Quadro strutturale regionale: “il (Q.S.R.) è l’atto di programmazione territoriale con il quale la Regione definisce gli obiettivi strategici della propria politica territoriale, in coerenza con le politiche infrastrutturali nazionali e con le politiche settoriali e di bilancio regionali, dopo averne verificato la compatibilità con i principi di tutela, conservazione e valorizzazione delle risorse e beni territoriali esplicitate nella Carta regionale dei suoli”.
Per cui l’esortazione al Comune di Matera, ma anche a tutti i Comuni di Basilicata, è quella di impegnare la Regione ad adempiere ai compiti che la legge, da essa stessa varata, le assegna e che da vent’anni ignora. Si ritiene altresì che la Legge Regionale n°23/99 vada significativamente revisionata e soprattutto resa più oggettivamente interpretabile. Rimane il dato, nel caso passi il principio della revisione della legge, che si avvii comunque la redazione della Carta dei Suoli. Documento di analisi e conoscenza, delle caratteristiche fisiche ed antropologiche dell’intero territorio regionale, fondamentale ed ineludibile per una corretta ed attendibile redazione di tutti gli strumenti di pianificazione successivi.
Si esorta, infine, la Città Capitale Europea della Cultura perché si adoperi per l’approvazione del R.U. prima del 2019 e perché riavvii, da subito, la progettazione del Piano Strutturale Comunale per disegnare il futuro post 2019.