“Anche in occasione delle imminenti elezioni regionali lucane stiamo correndo il rischio di doverci confrontare con una modifica della legge elettorale a campagna praticamente avviata”. E’ questo uno dei passaggi contenuti in un volantino distribuito dal segretario dei Radicali lucani, Maurizio Bolognetti, nel corso di un presidio organizzato in mattinata a Potenza, davanti alla sede della Regione.
“Come accade ormai da oltre dieci anni, come già accaduto alle elezioni politiche del 2006 (legge n. 270 del 21 dicembre 2005, voto il 9 e 10 aprile 2006), alle Europee del 2009 (legge 20 febbraio 2009, n. 10, voto il 6 e 7 giugno 2009), alle regionali del 2010 e alle politiche del 2018 (legge 3 novembre 2017, n. 165, voto 4 marzo 2018), anche in occasione delle imminenti elezioni regionali lucane stiamo correndo il rischio di doverci confrontare con una modifica delle legge elettorale a campagna praticamente avviata e comunque a meno di un anno dal voto, termine minimo indicato dal Consiglio d’Europa per evitare di considerare il diritto elettorale uno strumento che chi ha il potere manipola a suo favore a danno della sovranità popolare. Oggi più di ieri, con Marco Pannella affermiamo che senza democrazia non vi sono elezioni, ma solo violente finzioni contro diritti civili e umani. Il momento elettorale, la fase di formazione delle liste, quello che dovrebbe essere uno dei momenti che danno senso, significato, forza e sostanza alla parola democrazia – sostiene Bolognetti – ci raccontano sempre più, ahinoi, il precipitare del nostro Paese in un pozzo senza fondo, fatto di comportamenti – omissivi o attivi – di illegalità e di violenze antidemocratiche. Le elezioni, il momento elettorale, raccontano la “democrazia reale” che siamo, il tradimento della Costituzione, la negazione del diritto di un popolo a poter conoscere per deliberare; raccontano di un paese in cui le leggi vengono violate con la complicità delle istituzioni. Verrebbe da citare in queste ore un documento relegato alla clandestinità, il dossier fortemente voluto da Marco Pannella nel 2009 intitolato “La Peste Italiana”: “Dal primo gennaio 1948, nel momento stesso della sua entrata in vigore, inizia immediatamente il processo di snaturamento e svuotamento della Costituzione; da qui i partiti cominciano a impadronirsi del sistema politico e a cancellare lo Stato di diritto; da qui parte la negazione dei fondamentali diritti civili e politici dei cittadini italiani”. Diciamocelo, in Italia il diritto di elettorato passivo è di fatto un privilegio riservato a quelle stesse forze politiche che da 70 anni tradiscono l’art. 49 del dettato costituzionale e ci regalano elezioni che sono partite truccate. Quanto al diritto di elettorato attivo, di tutta evidenza, esso viene esercitato in un contesto di “democrazia reale” in cui si reitera e si aggrava in ogni tornata elettorale l’attentato ai diritti civili e politici del cittadino elettore (vedi art. 294 del Codice penale). Appunto, senza democrazia non vi sono elezioni….
Con sconcerto ho appreso che giovedì 26 luglio, a meno di quattro mesi dal voto, il Consiglio regionale della Basilicata discuterà due proposte di modifica della legge elettorale. Verrebbe da dire, ricordando il pasticcio compiuto dal Consiglio nel 2010, che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Tra il gennaio e il febbraio del 2010, gioverà ricordarlo, il parlamentino lucano riuscì a compiere un autentico capolavoro, degno di figurare in una ideale antologia partitocratica. Lor signori prima modificarono la legge elettorale a gennaio e poi furono costretti a un frettoloso dietrofront pochi giorni dopo (febbraio), perché la legge approvata era tra l’altro manifestamente incostituzionale. Il pastrocchio determinò l’impossibilità di poter raccogliere firme e presentare candidature fino a pochi giorni prima del termine ultimo previsto per la presentazione delle liste, almeno per coloro che sono abituati a rispettare le regole. Che dire?! Per l’ennesima volta toccherà provare ad indicare la “luna” del diritto e della democrazia, nella speranza che i miei interlocutori, ad iniziare dai presentatori delle proposte di legge, non guardino il dito partitocratico e contingenti interessi di bottega.
Spero che quello stesso Consiglio che è stato teatro pochi giorni fa di indignazioni un tanto al kilo sulla vicenda “Sanitopoli”, sappia e voglia prendere nella dovuta considerazione queste mie osservazioni. Spero che i tanti, troppi moralizzatori di non so cosa vogliano comprendere che leggi, convenzioni e trattati vanno onorati e rispettati; che occorre onorare e rispettare il “Codice di buona condotta in materia elettorale” e garantire concretamente il diritto di elettorato attivo e passivo. Noi che onoriamo e rispettiamo le nostre Istituzioni, la legge, il diritto e la Costituzione, speriamo davvero che il Consiglio regionale sappia e voglia evitare di tradire se stesso. Domani, giovedì 26 luglio, a partire dalle 10.30, terrò un sit-in e un volantinaggio fuori alla sede del Consiglio regionale”.
La fotogallery del sit-in di protesta di Maurizio Bolognetti