Mercoledì 1 agosto 2018 sarà proiettato come evento speciale fuori concorso, nell’ambito della prestigiosa manifestazione “Ariano International Film Festival”, il documentario “28… ma non li dimostra”, prodotto dalla Cinedea srl.
Si tratta di una singolare fotografia su un periodo storico della nostra cinematografia, dalla metà degli anni sessanta ai primi anni novanta, caratterizzato da finanziamenti statali alla produzione, destinati prevalentemente, ma non solo, a opere prime e seconde, che imponevano la compartecipazione agli utili di autori, tecnici e maestranze. “28” era per l’appunto il numero dell’Articolo della Legge Cinema che regolava detti contributi finanziari. Molteplici sono stati, nel corso del tempo, gli scandali e le polemiche che hanno accompagnato l’applicazione di tali elargizioni, al punto che se n’è occupata persino la magistratura.
“28… ma non li dimostra” ripercorre quella irripetibile stagione, che ha dato origine sicuramente a molti film brutti e inutili, ma anche a tante “perle” di celluloide. Basti pensare che, grazie al meccanismo dell’Articolo 28, sono state realizzate pellicole dirette da autori poi diventati importanti come i fratelli Taviani, Sergio Rubini, Gabriele Salvatores e tantissimi altri nomi oggi prestigiosi.
Il documentario è stato ideato, scritto e realizzato dal regista e produttore Pierfrancesco Campanella, che ha esordito proprio grazie a un finanziamento dell’allora Ministero del Turismo e dello Spettacolo.
Nell’opera sono presenti spezzoni tratti proprio da alcuni film prodotti tramite le regole di quella Legge, come ad esempio “Fermate il mondo… voglio scendere!” di Giancarlo Cobelli, “Il segreto di Francesco Maselli” dello stesso Francesco Maselli e “Allullo Drom” di Tonino Zangardi. Ad impreziosire il documentario le testimonianze di molti addetti ai lavori, tra produttori, registi, consulenti e funzionari ministeriali e della Banca Nazionale del Lavoro, che aveva il compito di erogare materialmente i fondi pubblici in oggetto.
La fotografia ed il montaggio di “28… ma non li dimostra” sono a cura di Francesco Tellico, mentre la regia è di Emanuele Pecoraro, che ha già firmato il pluripremiato cortometraggio “Solitudini pericolose” e il documentario “La città d’acqua”.
Nella locandina del documentario è stata riprodotta “Pellicola impazzita”, olio su tavola dell’artista materano Mario D’Imperio.
Proprio nello Studio D’Imperio a Matera, città amata dal regista, Emanuele Pecoraro ha presentato recentemente i suoi due libri “Solitudini pericolose – il corto dello scandalo”, ispirato all’omonimo film e “Marco Ferreri, l’uomo contro”.