Zes e agevolazioni fiscali per l’impresa cultura, intervento di Pierluigi Diso (Comitato Zes Lucana 2017). Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La cultura non è un fattore accessorio di cui ci si possa occupare dopo aver esaurito i temi che sembrano avere ben altra priorità ma, piuttosto, dimensione strategica e fattore abilitante di una nuova qualità dello sviluppo economico e sociale dei territori. Infatti, circa la metà degli italiani, specie quelli appartenenti alle classi sociali più disagiate, non frequenta mai un cinema, un teatro, un concerto e non entra mai in un museo. Nell’economia della conoscenza questa debolezza ha un immediato riflesso sulle competenze professionali richieste dalle imprese più innovative e provoca importanti effetti collaterali in quote crescenti di popolazione, specie giovanile, che si ripercuotono anche sulla qualità della vita dei cittadini. Investire in cultura significa ricostruire le condizioni della civile convivenza e ricucire gli strappi alla coesione sociale, specie nei luoghi più anonimi delle nostre periferie. La proposta di introdurre zone franche in ambito culturale permetterebbe di cogliere le opportunità emergenti dal Codice del Terzo Settore (che introduce l’impresa sociale), e dalla nuova figura giuridica dell’impresa culturale e creativa introdotta con l’ultima Legge di Bilancio, di cui si attendono ora i decreti attuativi.In entrambe i casi si riafferma l’opportunità di coniugare termini che, fino a pochi anni fa apparivano inconciliabili e che, invece, nell’esperienza concreta stanno cambiando la percezione che i cittadini rintracciano nell’esperienza culturale. Il confronto di idee che si è sviluppato a maggio sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno sulla proposta di istituire una zona franca della cultura nella città di Napoli ha avuto il grande merito di mettere al centro del dibattito pubblico la cultura come motore di processi di sviluppo territoriale. Perché non aprire il dibattito anche a Matera? Il governatore della Regione Campania ha già espresso apprezzamento e interesse per la proposta. Peccato che non si sia fatto altrettanto in Basilicata, eppure Matera 2019, futuraCapitale europea della cultura avrebbe dovuto insegnare qualcosa. Lunedì sentiremo in merito il Ministro Lezzi.Matera una zona franca già ce l’ha e la Zes sarà il prossimo passo in avanti per questa regione e per Matera, anche dopo la Capitale europea della cultura 2019.Il confronto di idee culturali che si è sviluppato a Matera negli ultimi anni non poteva non essere oggetto di analisi anche del Comitato ZES Lucana 2017. Il 19 gennaio 2019 Matera sarà Capitale europea della cultura e per quella data saranno già definiti i contorni dell’area da destinare a Zona Economica Speciale in regione. Numerosi sono stati gli spunti raccolti dal Comitato negli ultimi mesi, pertanto, la città di Matera non può rimanere fuori da una logica di agevolazioni fiscali proprio all’impresa culturale e all’industria creativa. Il dibattito che questo Comitato ha provocato il 18 maggio scorso prosegue. Noi vogliamo assolutamente promuovere in città e in regione uno stimolo per gli operatori dell’impresa culturale, ma soprattutto per i governanti che con le loro azioni normative potrebbero favorire le imprese creative. Il Comitato non vuole entrare nel merito della proposta, consapevole del fatto che gli strumenti giuridici devono essere innovati per adeguarli alla realizzazione di una zona franca della cultura ed a ciò è deputato il MIBACT. Il Comitato Zes Lucana 2017 vuole solo proporre l’istituzione di una area fiscalmente agevolata nell’ambito del territorio materano, i cui destinatari dei benefici siano non la generalità delle imprese ma specificamente i soggetti operanti in ambito culturale, in vista di Matera 2019.Ecco che la norma contenuta nella Legge di Bilancio 2018 che prevede le imprese culturali e creative dev’essere oggetto di attenta analisi e va incorporata in un prossimo decreto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Le agevolazioni fiscali fanno gola a molti imprenditori, ma è opportuno costruire anche una nuova politica culturale, che disegni una strategia fondata su un processo di semplificazione amministrativa nell’affidamento di beni culturali a soggetti privati che coinvolga tutti gli attori del territorio regionale. Il modello da copiare è quello diShannon e di Lisbona. Queste sono alcune delle idee sulle quali stiamo già discutendo e per le quali chiediamo che un gruppo di esperti del MIBACT lavori al più presto per fornire ai decisori pubblici una proposta articolata, organica e sostenibile. Il Comitato Zes Lucana 2017 auspica che anche la cultura entri a far parte di una più ampia Zona Economica Speciale per poter ivi sviluppare progetti e che anche la cultura sia il traino sociale ed economico del Mezzogiorno, perchéla questione culturale può anche essere il motore economico del nostro Paese.Non c’è dubbio che questo strepitoso momento di turismo che vive Matera fa capo alla cultura e quindi la cultura dev’essere considerata centrale e diventare ancora di più motivo attrattivo dal punto di vista economico. Matera potrebbe diventare un laboratorio in Europa dove sperimentare un grande progetto nel comparto culturale e della creatività, attraverso interventi di defiscalizzazione. Una ZES della cultura in cui concentrare le risorse facendo leva su di un patrimonio artistico e di attività creative uniche al mondo. L’arte non è consumo,ma può creare percorsi virtuosi, ad esempio può incrementare le presenze alberghiere e turistiche. Ci vorrà tempo, ma capiterà che quelli che visitano la città di Matera decideranno di non andar via e fermarsi per lo spettacolo. Credo che si potranno ottenere buoni risultati considerando la cultura più come struttura che come sovrastruttura.D’altronde, se la cultura chiama, l’industria creativa e culturale deve rispondere, preso atto anche dei finanziamenti della programmazione europea 2014-2020. “L’arte in fabbrica” sarà l’evento da ripetersi nel tempo e da sviluppare nella periferia industriale di Matera che ha già ben risposto a maggio durante l’incontro “Cultura crea capitale. L’evento può nascere e crescere subito. “L’Arte in fabbrica” riuscirà ad unire la parte libera e creativa del territorio a quella produttiva, coinvolgendo le aziende e magari recuperando aree industriali poco utilizzate. Il Comitato promuoverà a breve una giornata della “Cultura di Impresa” per valorizzare anche strutture inattive e per restituire, appunto, valore economico alle imprese che vi aderiscono. In questo percorso la città di Matera, in accordo con le rappresentanze imprenditoriali, si pone ancora una volta come centro di sperimentazione per rivitalizzare un territorio che negli anni ha visto assottigliarsi il numero delle imprese presenti, ma che nonostante ciò conserva una cultura artigianale e industriale.