Mercoledì 1 agosto, a Montegiordano Marina (CS), si proietta il film documentario Mal d’AGRI 2.
L’iniziativa è promossa da Potere al Popolo Calabria e Basilicata, in collaborazione con RASPA, e inaugura una serie di eventi itineranti per informare e sensibilizzare le comunità interessate dalla concessione petrolifera Tempa La Petrosa, che ricade sui territori di 14 comuni lucani e calabresi, da Senise a Oriolo, attraverso la costa Jonica e aree di elevata valenza agricola, produttiva, turistica e paesaggistica: una superficie di circa 410 kmq.
Se negli anni ’90, quando Agip, poi ENI, cominciò le prospezioni in Val d’Agri, non avevamo ancora vissuto l’esperienza della occupazione e della devastazione del territorio da parte di una multinazionale petrolifera – occupazione, devastazione e inquinamento non solo di tipo fisico e ambientale, ma culturale, politico ed economico – oggi abbiamo la consapevolezza di cosa accade realmente a un territorio che si illuda di investire il proprio futuro nel petrolio: la perdita di autonomia, la cessione del proprio diritto di autodeterminarsi, la sospensione della democrazia, in nome di un astratto e ingiustificato interesse nazionale.
Infatti, nonostante il ricorso presentato dalla Regione Basilicata, il TAR ha deliberato che su tale materia sia competente lo Stato: una conseguenza del devastante Sblocca Italia, fortemente sostenuto e voluto da Renzi, e non solo.
Il problema non consiste solo o principalmente nella Strategia Energetica Nazionale, che certo andrebbe radicalmente modificata, rinunciando all’accentramento monopolistico in grandi impianti e orientandosi verso l’auto-produzione e la distribuzione diffusa e democratica di energia pulita, rispettosa della salute umana e dell’ambiente e delle economie locali; la questione è più complessa e coinvolge interessi e giochi di potere, affari e malaffari.
Ciò che è accaduto dagli anni ’90 nelle zone e nei comuni interessati dal Progetto Tempa Rossa della multinazionale Total – un’enorme raffineria del primo petrolio grezzo, localizzata a più di 1.000 metri di altezza, in un’area ad elevato valore archeologico (sito degli antichi lucani) e paesaggistico – ha dimensioni e modalità molto simili a quanto accaduto nel triangolo della morte dei territori della camorra: dalle indagini relative a sversamenti di Total Mineraria, ora Total Italia S.p.A., fino alla scoperta della presenza di valori, anche migliaia di volte al di fuori dei limiti di legge, per metalli pesanti, e di contaminazione da additivi chimici industriali, molto utilizzati nella fase di perforazione.
La manipolazione e la mistificazione attuate in Val d’Agri e a Tempa Rossa, non sono solo di tipo tecnico-scientifico, ma riguardano anche leggi e norme anticostituzionali approvate dal Governo Renzi (lo Sblocca Italia) e la tecnica amministrativa di cui fanno uso le istituzioni, cioè relativa agli atti amministrativi che si elaborano e si approvano (Delibere di Giunta Regionale, AIA, VIA, autorizzazioni di compatibilità ambientale, paesaggistiche, etc.).
Se nei comuni ricadenti nella concessione Tempa la Petrosa, avranno inizio le prospezioni e le perforazioni, con la installazione di pozzi petroliferi, che saranno incrementati per soddisfare le capacità produttive della raffineria Tempa Rossa, i territori saranno devastati nelle loro economie, dall’agricoltura al turismo; acqua, terra e biodiversità saranno inquinate, avvelenate, compromesse per sempre.
Potere al Popolo si oppone a questa vera e propria occupazione aggressiva e criminale dei territori e delle comunità locali, spesso legittimata da istituzioni deboli e compiacenti e da leggi anticostituzionali.
Questa iniziativa, come le altre che seguiranno, sono solo un primo passo verso mobilitazioni popolari di resistenza e difesa della democrazia.
Potere al Popolo Calabria e Basilicata