“E’ di 1 milione e 488mila euro la nuova perdita fatta registrare dalla Regione nei primi sei mesi di quest’anno per effetto dei contratti in derivati, una scommessa finanziaria ad altissimo rischio che sta dissanguando i conti della nostra regione, con un esborso netto a carico delle casse regionali di oltre 45,5 milioni di euro”.
E’ quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale Michele Napoli, sulla base delle risultanze dei flussi differenziali, vale a dire la differenza tra quanto la Regione paga alle banche DexiaCrediop S.p.A. e UBS InvestmentBank e quanto riceve da questi due istituti di credito per i derivati sottoscritti nel 2006 e a tutt’oggi in essere.
“Nati con la finalità di assicurare le casse dello Stato e degli enti locali dal rischio di innalzamento eccessivo dei tassi di interesse-prosegue Napoli- i derivati lucani assomigliano molto più a una scommessa che a una polizza assicurativa e stanno letteralmente mandando a gambe levate i conti pubblici regionali, con numeri pesanti per una regione, la Basilicata, che fa fatica a garantire i diritti dei meno abbienti e di quanti sono affetti da disabilità.
“Per dirla tutta”-spiega Napoli- nel 2006 la Basilicata firmò i contratti in derivati alla cieca, cioè senza far precedere la stipula di questi contratti da idonea attività di consulenza comprovante la convenienza economica derivante all’Ente dalla sottoscrizione dei derivati e per di più con l’unico soggetto che aveva proposto questi complicati strumenti finanziari, senza rispettare quindi il principio della necessaria alterità tra chi fa da consulente e chi diventa contraente.
“Normalmente-aggiunge il Vice Presidente del Consiglio regionale- chi deve stipulare una polizza assicurativa sulla propria automobile si rivolge a più agenzie, scegliendo quella più conveniente, che inoltre si accolla il rischio di dover pagare un conto salato nel caso che l’automobile sia oggetto di incidente o di furto, elementi del tutto assenti nei derivati stipulati da Via Verrastro, dove la posta in gioco era sbilanciata sin dall’inizio, avendo deciso la Regione di contrarre con l’unico soggetto che aveva proposto questi contratti, senza valutarne altri, e assumendo su di sé, per intero, il rischio che caratterizza questi contratti, dal momento che non ha fatto precedere la stipula da alcuna valutazione circa la convenienza economica dell’operazione.
Di elementi per far dichiarare nulli i contratti in derivati- spiega Napoli- ne abbiamo forniti tanti: dalla mancata conoscenza da parte della Regione dei rischi connessi ai derivati, alla presenza negli stessi di costi occulti per 2,4 milioni di euro, dal difetto di causa perché l’alea è in concreto posta a carico solo della Regione, al mancato riconoscimento del diritto di recesso ai sensi della normativa sulla collocazione dei valori mobiliari.
Nonostante l’approvazione, all’unanimità, di mozioni e risoluzioni che impegnano la Giunta a porre fine allo stillicidio dei derivati nessuna azione è stata a tutt’oggi esperita per arginare la deriva dei derivati, una inerzia che pretende più di qualche spiegazione da parte di chi ha in mano le chiavi della finanza regionale.
Lug 30