Sulla riforma delle pensioni il docente originario di Ferrandina e materano d’adozione Nicola Pavese ha inviato una lettera aperta ai parlamentari lucani per sollecitare un intervento a favore dei “Quota 108”, penalizzati dalla legge Fornero. Di seguito il testo integrale.
Più passano i giorni e meno si parla di “Quota 100” per andare in pensione. Io sono un “Quota 108”, quindi ben oltre il requisito minimo di cui si discute da alcune settimane, e mi preparo a un’altra beffa e ad essere ancora una volta penalizzatoalla luce della mancata cancellazione, riforma o modifica della Legge Fornero. Sono un docente di Matera, nato nel 1952, purtroppo “ostaggio” dello Stato perché vittima di un errore evidente nei confronti dei lavoratori della Scuola (comunque subito individuato)all’interno dellasuddetta legge emanata adicembre 2011 dal governo Monti. All’epoca mi mancavano 6 mesi per cessare la mia attività lavorativae l’età pensionabile fu “allungata” di ben 7 anni, senza rispettare i requisiti minimi già acquisiti dalla nostra categoria, cioè 60 anni di età e 36 di servizio sintetizzati dalla <Quota 96>. Una triste vicendadei giorni nostri, caduta ormai nel dimenticatoio di tutti.
Oggi sono addirittura un <Quota 108>, cioè con 66 anni di età e 42 di servizio, e come me in Italia ci sono al massimo 250-300 docenti (dei 3972 prof del 2011-12) ancora “costretti” a lavorare e che speravano almeno in una modifica della Fornero e nell’introduzione della ormai famosa <Quota 100>. Voglio ricordare che nel dicembre 2011 non si tenne conto, nella stesura e nell’approvazione della Legge Fornero, della condizione “particolare” di coloro che lavorano nella Scuola: l’anno lavorativo per noi va dal 1° settembre al 31 agosto dell’anno successivo (e non dal 1° gennaio al 31 dicembre, come per tutte le altre categorie). Proprio di questa atipicità dei lavoratori della Scuola non si tenne conto nel 2011 da Monti-Fornero, che riconobbero il diritto alla pensione solo ai docenti che <Quota 96> la maturavano alla data del 31 dicembre 2011, escludendo, quindi, coloro che tale requisito lo raggiungevano entro il 31 agosto 2012. Un evidente errore ed esempio di superficialità che i governi Monti, Letta e Renzi non hanno mai sanato. Con quest’ultimo che il 3 agosto del 2014 ci riservò un’altra inaspettata <pugnalata> bloccando un provvedimento già approvato da tutte le forze politiche. In pratica, nel silenzio generale, stiamo ancora pagando ingiustamente un conto salatissimo in quanto a comprensibili stress e situazioni di disagio personale e familiare. Tra l’altro in questi anni si sono risolte le situazioni degli esodati, è stata creata l’Ape social ma per i <Quota 96> della Scuola non è stato fatto niente!
A 66 anni di età mioccupo , da solo, di mia madre disabile al 100% perché affetta da Alzhaimer, Parkinson e alle prese con una grave emorragia cerebrale. Adesso chiedo: visto che ci sono delle lungaggini per <Quota 100> perché non fare un <provvedimento governativo urgente> per sanare l’errore evidenziato con la presente nota e il1°settembre prossimo si dà il via libera verso l’attesa pensione <almeno ai Quota 108> della Scuola? Il numero esiguo di lavoratori interessati (250-300 in tutta l’Italia) dovrebbe facilitare il provvedimento che si chiede perchésicuramente praticabile, anche dal punto di vista delle risorse economiche necessarie, dando al Paese un chiaro segnale di quel cambiamento da più parti auspicato.
Spero che di questi problemi se ne occupino i parlamentari lucani sin dai prossimi giorni.