Dall’Iran agli Stati Uniti passando per la Russia. Il taglio poliglotta del Lucania Film Festival può essere racchiuso in questo viaggio ideale che collega le nazioni di appartenenza di alcuni dei film premiati al termine della sua 19 esima edizione. Whole to part, film iraniano firmato da Vahid Hosseini Nami e vincitore della sezione corti fiction; The Missing Sun di Brennan Vance (Usa) miglior lungometraggio; The Theory Of Sunset di Roman Sokolov (Russia) che vince nell’animazione. I posti di provenienza di questi lavori sono divisi da distanze enormi sotto il profilo geografico e politico. I luoghi poi si avvicinano sui sentieri della settima arte lungo il crocevia del Cineparco Tilt di Marconia di Pisticci, profondamente riqualificato grazie alla spinta propulsiva della bellezza dei cinema del mondo e valorizzato dalla presenza di ospiti di assoluto spessore come Matteo Garrone e Marco D’Amore, regista di fama internazionale il primo, attore, produttore e regista il secondo, che al Lff, racconta il personaggio di Ciro Di Marzio, il criminale della serie Gomorra che lo ha reso celebre, ed una carriera ispirata da Toni Servillo e fatta di musica, teatro ed opere e progetti che guardano alla solidità delle proposte in termini di contenuti ed al nuovo panorama creativo italiano, da incentivare perchè ricco di potenzialità.
In mezzo, uno sguardo approfondito sullo stato del cinema nazionale e sulla direzione della Basilicata nei tempi in cui occorre portare a maturazione le potenzialità connesse alle produzioni cinematografiche ed alle location in cui vengono realizzate.
La cinque giorni del Lff (1-5 agosto) è stata caratterizzata come sempre da una ricca offerta culturale tra masterclass, cinetalk, proiezioni internazionali, dibattiti ed incontri. Matteo Garrone ha narrato la forza del suo cinema permettendo di scoprire un personaggio umile profondamente proiettato verso la ricerca sull’umano. “Sono consapevole di fare uno dei mestieri più belli del mondo, in cui – spiega il regista romano – ogni film è l’occasione per misurarsi con un genere nuovo. Di fondo, tuttavia, il mio approccio è sempre umanistico. Attento cioè all’analisi della psicologia umana e del labirinto che c’è dentro ognuno di noi”. Dai meandri della mente alla bellezza dei territori, Garrone ha descritto la Basilicata “quale luogo affascinante, con una natura ancora abbastanza incontaminata”, non precludendo l’ipotesi di girare in questa terra alcune scene del suo Pinocchio.
Guarda all’uomo anche la misura cinematografica di Marco D’Amore, che al Lff parla del rapporto con il pubblico: “L’arte – dice – deve scioccare, sorprendere e far sviluppare il pensiero critico. Rispetto ad essa occorre un pubblico non passivo, che sappia confrontarsi con l’opera”. D’Amore lascia poi la sua fotografia del Lucania Film Festival, evento prodotto dall’associazione pisticcese Allelammie sotto la guida del direttore artistico Rocco Calandriello. “E’ come quando tu entri in una cucina che non è di casa tua e ci ritrovi certi saporti familiari ed hai voglia di mangiare e di bene. Questa è la sensazione che ho provato arrivando qui” ha detto l’attore e regista napoletano.
Il pensiero del direttore artistico della kermesse Rocco Calandriello è andato innanzitutto alla produzione filmica ospitata dal Lff: “Un panorama molto ricco con una sentita partecipazione degli autori che decidono di accompagnare le proprie opere con la loro presenza”, ricambiata da quella di un pubblico sempre più attento alle proposte di cinema che il Festival offre, anche grazie alle attività di formazione presenti per l’intero anno al Cineparco Tilt, proiettato verso la dimensione di Cittadella del Cinema anche attraverso una maggiore presa di coscienza degli operatori del settore e dei soggetti istituzionali, chiamati a rinnovare l’impegno affinchè quello che una volta era un non luogo degradato possa definitivamente evolvere verso un contenitore virtuoso di funzioni connesse ai percorsi che la settima arte sta generando in Basilicata.