“Sintesi di storia, arte, identità e turismo”. Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Vito Santarsiero, definisce il Festival del mandolino che, giunto alla sua VII edizione, si è tenuto nei giorni scorsi ad Avigliano e che affonda le radici nella plurisecolare tradizione mandolinistica aviglianese, germogliata all’interno del gruppo degli artigiani che, frequentando Napoli, vennero a contatto con la tradizione mandolinistica partenopea.
“Si tratta – ha aggiunto – di un appuntamento con una valenza artistica e formativa di prim’ordine nel panorama degli eventi musicali italiani dal momento che, collegato al Festival, si è svolto il Campus internazionale di mandolino e chitarra, aperto alla partecipazione di allievi provenienti da tutto il mondo e diretto dal mandolinista napoletano, di fama internazionale, Mauro Squillante, che è anche il direttore artistico dell’orchestra a Plettro “D. Manfredi”, esistente ad Avigliano dal 1956, prima della Basilicata nonché una delle poche del Sud”.
“Oltre al patrimonio materiale – ha detto Santarsiero – esiste un patrimonio immateriale di cui l’Italia e la nostra regione è ricchissima, un patrimonio che ne definisce intimamente l’identità. La musica è la lingua più parlata al mondo, non richiede traduzioni, comunica emozioni e parla direttamente al cuore delle persone. Questo grande contenitore di eventi oltre a costituire una ‘palestra musicale’ per i giovani appassionati di mandolino, fa promozione territoriale e rappresenta un’occasione per tutti di godere di concerti di artisti di calibro internazionale in maniera gratuita”.
Il presidente Santarsiero ha quindi fatto i complimenti agli organizzatori della manifestazione, il Centro permanente per l’educazione musicale “D. Manfredi”, il Comune di Avigliano e il Centro Studi Politeia che hanno ricevuto il patrocinio della Regione Basilicata.
“Resto convinto – ha concluso – che la cultura è un fattore primario ed imprescindibile di sviluppo senza il quale qualsiasi progetto di crescita dei territori non coglie i propri obiettivi in termini di qualità, competitività, innovazione. Nella nostra regione come in Italia occorre rilanciare le politiche culturali e investire nei pilastri della identità e della permeabilità da intendersi come capacità di apertura e confronto con altre comunità e realtà culturali. La cultura rappresenta inoltre di per sé un fattore economico di grande rilevanza che, anche nei nostri territori, deve essere fortemente incentivato e non marginalizzato”.