La segreteria regionale Ugl comunica che il 6 agosto scorso, presso il dipartimento Politiche del Lavoro Regione Basilicata, si è tenuto l’incontro inerente la procedura di licenziamento collettivo, ai sensi dell’ art.4 comma 7 della legge n. 223/1991 avviata dall’ A. I. A. S. O. N. L. U. S. Potenza di n. 28 dipendenti. La vertenza annosa dell’ A. I. A. S. 2 è dovuta essenzialmente alla mancata applicazione degli accordi sottoscritti al tavolo tecnico istituto presso la regione Basilicata, presenti: i dirigenti del Dipartimento Regionale alla Salute, A.I.A.S. e tutte le organizzazione sindacali regionali, durato oltre due anni di lavori (ristrutturazione aziendale con conseguenze piano industriale dell’ A. I. A. S.) fatta propria dalla Giunta Regionale di Basilicata nel mese di ottobre 2010 con atto deliberativo. Successivamente la già precaria situazione economica dell’ente si è ulteriormente aggravata a causa dello squilibrio economico e finanziario, in particolare alla riduzione drastica delle prestazioni riabilitative operate dall’ASP, con conseguenti dimissioni di pazienti (oltre 150) con una ricaduta economica notevole di richieste di servizi e di entrate; inoltre si aggiungono i tagli economici di circa 1.000.000 di euro che la ASP di Potenza ha imposto unilateralmente all’ A. I. A. S. di Potenza su prestazioni debitamente autorizzate e rese nel 2015. L’A. I. A. S. ha proposto al tavolo regionale di qui sopra, una bozza di eventuale soluzione alla crisi (revoca licenziamenti) aziendale nella quale si prospetta una riduzione dell’orario di lavoro riguardanti tutte le figure professionali dipendenti. É stato già fissato per il primo ottobre 2018 l’incontro definitivo in regione per l’eventuale sottoscrizione dell’accordo. Nei primi giorni del mese di settembre l’ azienda ci farà pervenire la proposta definitiva. L’Ugl si riserva di dare una risposta esaustiva dopo aver consultato tutti i lavoratori in merito.
E’ quanto fanno sapere per la segreteria Ugl Sanità Basilicata: Michele De Rosa, Leonardo Carriero e Franco Latronico.
La Regione verifichi prima se casi più gravi e/o impegnativi non sono stati accettati negli ultimi 5 anni, se ci sono stati processi potenzialmente corruttivi, distorsivi, di induzione indebita della domanda per il periodo di prescrizione, e così via! Tutte le strutture ex art. 26 vanno rivoltate come un calzino. Basta al business con i disabili, si al “tintinnio di manette”. Grazie!