Legge elettorale regionale, consiglieri regionali Leggieri e Perrino (M5s): “E vissero tutti (quasi) felici e contenti”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Una maggioranza con le solite stampelle, orfana del Presidente Pittella agli arresti domiciliari da più di un mese, ha proceduto con l’approvazione della legge elettorale regionale a pochi mesi dal ritorno al voto.
Il risultato finale sembra essere una sintesi del braccio di ferro tra Lacorazza e le altre anime del PD rappresentate dal capogruppo Giuzio con inevitabili lacerazioni all’interno della maggioranza (si veda la malcelata rabbia di Robortella, lo strappo dei socialisti Bochicchio e Pietrantuono nonché l’assenza di Pace).
Ma che cosa prevede questa nuova legge elettorale?
Viene confermata l’elezione diretta del presidente della Regione e l’ingresso in Consiglio regionale del candidato presidente della coalizione classificatasi al secondo posto. Gli altri 19 seggi verranno attribuiti con criterio proporzionale alle liste delle due circoscrizioni provinciali di Potenza e Matera.
Previsto il voto congiunto, cioè la possibilità di votare esclusivamente per un candidato presidente e per una lista ad esso collegata. Viene abolito il listino regionale che con il precedente sistema elettorale accompagnava l’elezione del presidente per l’attribuzione del premio di maggioranza. Con la nuova legge elettorale i seggi saranno attribuiti solo alle liste provinciali. Il premio di maggioranza sarà assegnato alla coalizione vincente in base alla percentuale raggiunta: fino al 30 per cento, 10 seggi più il presidente; dal 30 al 40 per cento 11 seggi più il presidente; oltre il 40 per cento 12 più il presidente. In ogni caso per la maggioranza è previsto un limite massimo di 14 seggi più il presidente. Vengono inglobate le norme nazionali previste per la parità di genere nelle liste e con l’introduzione della doppia preferenza. La maggioranza ha lasciato spazio al cosiddetto trenino: la “sostituzione temporanea” dei consiglieri nominati assessori, per la durata del mandato, con il primo dei non eletti della stessa lista.
Il M5S Basilicata ha deciso di abbandonare i lavori nella giornata di venerdì a seguito delle interminabili ed estenuanti attese e le continue mortificazioni delle prerogative dei consiglieri.
Troppo bravi i membri della maggioranza e gli orfani di partito che, con il loro storytelling, si dicono dispiaciuti per la mancata presenza di gran parte delle minoranze. La verità è che, ancora una volta, questa era una partita tutta interna alla maggioranza così come è accaduto tante volte in questa consiliatura. Si poteva procedere seguendo l’iter nelle commissioni, ma a prevalere sono state sempre e comunque le guerre di logoramento all’interno del PD regionale e dei suoi satelliti.
Non si cullino sugli allori gli eccitati riformisti di Ferragosto: non sarà una legge elettorale a far dimenticare i disastri inanellati in 5 anni di consiliatura.