Gabriele Scarcia, segretario regionale di “Rinascimento Vittorio Sgarbi” Basilicata, esprime in una nota alcune riflessioni in vista delle prossime elezioni regionali. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Se c’è un movimento culturale che incarna più di tutti l’azione politica maggiormente opportuna e coerente in questo frangente storico per la Basilicata, frangente connotato da una forte tensione verso lo sviluppo turistico, questo è “Rinascimento”. In una sola parola, la sintesi di un programma articolato siglato dal leader nazionale Vittorio Sgarbi ed elaborato da persone di grande spessore culturale, che s’incaricherebbe, qualora declinato, di sospingere questo estremo lembo meridionale verso una “rinascita” attraverso una riconversione della economia che da prettamente agricola si tramuterebbe in culturale. Chiaramente tutto ciò muovendosi agevolmente, si auspica e si rimarca con il sensato riconoscimento del portato culturale del movimento e della “circostanza” che stanno vivendo attualmente i lucani, nell’alveolo di un Centrodestra che ci si augura unito, dove le forze politiche non si accapiglino sul tema barboso e sterile del candidato governatore come semplice espressione di una delle due provincie o sull’annosa questione di genere, quanto piuttosto sui contenuti dei rispettivi programmi. Un governatore dovrebbe garantire l’imparzialità della propria azione amministrativa sull’intero territorio. Perorare un discorso legato all’appartenenza provinciale, non fa altro che dar credito al sospetto di un’agevolazione amministrativa sbilanciata ancor prima che questa entri in esercizio.
La campagna elettorale, è un mio pensiero, è tutta nei programmi e non nelle reiterate denunce e nelle minacce di chi, probabilmente, non ha niente di nuovo da proporre. E’ palese che siamo di fronte a un degrado delle istituzioni ma non rispetto a quello che esse vorrebbero o direbbero di voler fare, ma rispetto a quello che potevano fare e non hanno fatto. L’incapacità è la condizione più grave di tutte. Il vero politico disonesto è il politico incapace!
Il movimento “Rinascimento Vittorio Sgarbi” auspica dunque, pur rispettando chi ha l’ardire di guerreggiare sulle parole o sulle dichiarazioni dell’altro piuttosto che sui fatti, che il candidato da individuare conosca a fondo la realtà sociale e territoriale nella quale esplicare la sua azione amministrativa. Che si distingua per intelligenza e preparazione. Che sappia muoversi e confrontarsi con la complessa macchina amministrativa regionale. Che abbia le capacità di traghettare il territorio verso lo sviluppo auspicato, quindi edotto e preparato su materie attinenti, con esperienza in settori comparabili, per svolgere un mandato del quale si conosce la direzione principale, in sinergia con le altre forze della compagine di governo.
Si sono letti sui quotidiani, in poche settimane, per la prima carica politica regionale, nomi altisonanti di livello nazionale. Erano e sono nomi di attori, giornalisti, imprenditori, subrettine. La riconoscibilità mediatica potrebbe andar bene, purché, si sottolinea, chi ci deve rappresentare conosca la regione strutturalmente e storicamente. Che abbia avuto un minimo di esperienza politica. Che abbia fatto quello che un governatore dovrebbe fare e non fa. Ovvero incontrare costantemente le piccole comunità, conoscere la storia dei luoghi, confondersi fra la gente, confrontarsi con le realtà amministrative locali, con l’ente ecclesiastico e con le altre istituzioni come fondazioni, circoli culturali, proloco. Il nuovo governatore è obbligato a conoscere e riconoscere le opere d’interesse culturale disseminate qua e là, i problemi attinenti la valorizzazione, il circuito dei castelli o quello delle chiese, i nomi dei lucani illustri. E che sappia indicare ad amministratori digiuni in materie estetiche, nei centri storici, gli scempi che mortificano un appropriato decoro urbano, suggerendo prospettive di recupero o indicando il corretto senso di marcia. Che il designato abbia delle idee innovative di sviluppo e sia capace di programmare, con una squadra adeguata, eventi, iniziative e azioni mirate che lascino un segno e che soprattutto producano occupazione e non mero sperpero di denaro. Che sia onesto, come dettosi e dunque capace, nel solco dell’espressione crociana e che abbia l’abitudine di leggere. Fosse per me, prima di sceglierlo, lo incontrerei nella sua casa, per vedere se possiede una biblioteca, dei libri rari, se ha avuto buon gusto nell’arredamento. Questa preparazione culturale la esige il momento epocale che la Lucania sta vivendo grazie al ruolo di Matera. Le indicazioni di massima appena accennate, dovrebbero dunque essere tenute in debita considerazione dalle scelte dei partiti.
Sulla candidatura di Vittorio Sgarbi? Stiamo parlando di uno storico dell’arte, più volte e attualmente membro del parlamento, già Sottosegretario ai Beni Culturali, Sindaco di San Severino Marche, di Salemi e attualmente di Sutri, Assessore alla Cultura di Milano e di Urbino, Assessore alla Cultura del Parlamento siciliano, polemista intelligente e irriverente, difensore della bellezza e della cultura italiana, scrittore prolifico e da ultimo fondatore di questo Movimento culturale “Rinascimento”. La sua persona potrebbe combaciare perfettamente con l’identikit appena schizzato, senza considerare il fatto che farebbe da collante alle varie anime del Centrodestra! Ai partiti si pone una seria riflessione. Ai posteri o agli elettori se preferite, l’ardua sentenza!