“Percorrere la Basilicata è diventato sempre più difficile. Le vie di comunicazione sono oramai un sogno con strade e ponti abbandonati dall’incuria, dell’incapacità gestionale e dalla corruzione del sistema politico regionale. Non passa giorno senza registrare incidenti. L’elenco degli episodi è infinito”.
E’ quanto denuncia il segretario dell’Ugl Matera, Pino Giordano per il quale, “non esiste un paese lucano che non abbia un disagio stradale. Non è più possibile e tollerabile che si debbano sostenere queste incresciose situazioni, ci batteremo a viso aperto, come da sempre facciamo, perché il perdurare stato di irregolarità stradale penalizza i lavoratori e tutti i cittadini che giornalmente percorrono le nostre strade. Se vogliamo favorire la produttività, la competitività dei territori e dei distretti economici lucani è essenziale intervenire sulle infrastrutture, anche in un momento di grave difficoltà finanziaria come l’attuale. Basta percorrere interamente la ‘Basentana’ per averne un’idea. I lavori per la superstrada S.S. 407 Basentana, che parte dallo svincolo autostradale di Sicignano degli Alburni e si congiunge a Metaponto, allo svincolo della SS 106 Jonica, iniziarono negli anni ’60 con i fondi della Cassa del Mezzogiorno ed ha contato su un programma decennale d’investimenti per oltre 1200 miliardi di lire. Andare verso nord via Basentana, a un certo punto dopo Potenza bisogna munirsi di metri tascabili: strettoie millimetriche che a malapena transita una semplice autovettura altrimenti, mezzi più ingombranti devono affrontare una deviazione da Basilicata ‘coast to coast’. Dagli archivi delle Camere del Parlamento Italiano risultano diversi interventi sulla questione, a partire dagli anni ’60 con buona pace di tanti fondi pubblici senza criterio. Ma riflette in pieno i limiti nella gestione pubblica della viabilità dove nei casi specifici i soldi c’erano che, oltre ad essere stati spesi male, gravano sulla tasca di tutti. L’Ugl ricorda che dal 1958 in ogni occasione elettorale si parla sempre di strade che dovrebbero trasformare la nostra regione in una California, grazie alla rapidità e alla modernità dei traffici. Ma le parole restano solo parole, e fatti non se ne vedono. Noi non possiamo accettare il criterio che proprio a questa regione abbandonata, viene sempre messa in seconda linea quando si tratta di fare programmi stradali e interventi industriali. Siamo stufi di proclami propagandistici. La strade sono divenute ormai un ‘colabrodo’: insicurezza e pericolosità sul viadotto ‘Molino’ al km 4, cantieri sul viadotto ‘Calciano 2’ crollato a seguito dell’alluvione 2011, con il cedimento improvviso di uno dei piloni, dopo la tragedia di Genova, è indispensabile fare il punto dei programmi di lavori di manutenzione straordinaria decisi dall’Anas sulla SS407 e le altre strade statali che attraversano la nostra regione con la presenza di numerosi viadotti: lì è tutto come prima, con mezzi pesanti che attraversano una striscia d’asfalto larga 4 metri, anomalie di percorrenza su tutta la ‘407’ e la ‘E847’. Nei tratti che percorrono la regione Basilicata nonostante, le decine di milioni di euro dei fondi Fesr investiti negli ultimi anni, le strade s’immelmano e cedono dopo pochi anni dalla realizzazione ed oramai da anni l’Ugl denuncia la situazione di degrado e di pericolo. Perché non si vuole indagare sulle responsabilità dei tecnici e degli amministratori che dovevano e devono controllare, manutenere, aggiustare? Perché non si applica nessun peso di responsabilità nel vedere se esisterebbero risparmi dal sapore ‘tangentizio’ sulla qualità dei materiali utilizzati nei lavori pubblici? L’Ugl e i cittadini lucani attendono delle risposte” – continua Giordano. “Per non parlarne delle strade provinciali che ad ogni evento atmosferico diventano mulattiere: e nessuno fa niente, è incredibile! Sono sufficienti poche ore di intervento ‘manuale’, anche di poche persone, per rimuovere il terriccio e rendendo più sicura l’arteria. Cosa sta succedendo, cosa stanno facendo i politici lucani per salvarci dall’isolamento? Basta percorrere la ‘Cavonica’ per averne un’altra idea. Il suo costo si aggira intono ai 19 milioni di euro, trent’anni per costruirla, tra progettazione e realizzazione. Risultato? Tratti stradali con le canalette della già completamente intasate di fango e ad ogni pioggia la melma sulla strada aumenta fino a creare una condizione pericolosissima di percorribilità. E i parlamentari lucani che fanno? Dobbiamo aspettare che ci scappi il morto per avere risposte? Sullo sfondo, in sintesi, emerge scarsa attenzione e negligenza da parte degli enti pubblici preposti. Le coscienze si svegliano solo quando qualche malcapitato ci lascia la vita o crollano ponti come è avvenuto a Genova. Con buona pace di tanti fondi pubblici spesi senza criterio. Ma riflette in pieno i limiti nella gestione pubblica della viabilità dove nei casi specifici i soldi c’erano. Ed erano pure tanti. Come sono stati impiegati? Se una strada mostra vistosi difetti, a maggior ragione se dopo appena pochi mesi dall’apertura, qualcuno se ne dovrebbe assumere la responsabilità? Oltre al chiaro rischio per gli automobilisti – conclude Giordano -, per l’Ugl è utile rimarcarlo, c’è una questione erariale. Da affidare al controllo della Corte dei Conti. Si tratta di soldi che, oltre ad essere stati spesi male, gravano sulla tasca di tutti: nel frattempo l’Italia piange”.
Ago 20