Scoprire, a tragedia avvenuta con dieci vittime e undici feriti, che non esiste un’appropriata regolamentazione delle attività di rafting nella valle del Raganello, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, fa accapponare la pelle. Dopo tantissimi anni di vita dell’Ente Parco, fortemente voluto dalle comunità locali del comprensorio calabro-lucano, con l’istituzione di organismi di nomina politica ed amministrativa, non possiamo adesso puntare il dito contro normative e provvedimenti che qualcuno avrebbe dovuto fare.
A sostenerlo è Angelo Rosella, segretario regionale di IdV, per il quale l’attenzione da parte delle istituzioni lucane, in primo luogo Regione e Comuni ricadenti nel Parco, come della politica deve essere massima innanzitutto per individuare le responsabilità come primo atto dovuto alle vittime e alle loro famiglie. Intanto è questa tragica occasione, come purtroppo accade da sempre nel nostro Paese, per fare il punto con il Ministero dell’Ambiente e tutti i soggetti istituzionali competenti su compiti e adempimenti (non certo formali) attribuiti all’Ente Parco che non dovrebbe limitarsi a garantire la tutela dell’ecosistema dell’area come se tutto il resto non gli riguardasse.
Troppo facile scaricare sullo Stato che scopriamo ha competenze dirette sulle Gole in quanto riserva nazionale e tanto meno sui Comuni della provincia di Cosenza che si trovano nell’area del Raganello tutta la complessa materia della regolamentazione degli accessi al torrente e quindi alle attività escursionistiche e sportive. Lavarsi le mani nella ragnatela della burocrazia avvalora la nostra tesi che le nomine politiche per questo come tutti gli altri Parchi nazionali e regionali non hanno più motivo di esistere. E a proposito delle attività anche la Regione Basilicata si occupa della formazione di guide e pertanto – dice Rosella – bisogna capire come funziona il sistema di formazione specie di figure specialistiche e se il numero risulta adeguato. Diventa peraltro indispensabile precisare le motivazioni secondo cui le guide escursionistiche ufficiali del Parco accompagnano i visitatori sino al Raganello ma non nelle attività acquatiche. Siamo in presenza comunque solo di uno dei tanti aspetti che chiamano in causa anche la nostra Regione che non si può limitare ad “esprimere parere” (di concerto con la Regione Calabria) sulla nomina politica del Presidente del Parco come prevede la vecchia e superata procedura nazionale.