La Presidente del CAI, Centro Antiviolenza Italiano, Ivana Giudice, chiede l’intervento del Ministro Salvini “per il grave atto di violenza” effettuato nel confronti del Questore di Matera, Paolo Sirna.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La mattanza mediatica, e non solo, cui quotidianamente assistiamo, impone, oggi più che mai, un’attenta riflessione sulle modalità comunicative e interpretative di determinati atti. Superati i tempi dell’agnello sacrificatore, o della caccia alle streghe, pare che nella nostra epoca si stia suggellando quel pericoloso sistema della cd.“medioevalità mediatica”, che porta ad impulsivi giustizialismi, il più delle volte strumentalizzati. Si assiste, così, a comportamenti scontati, giustificati dal sentirsi “al sicuro” perché se mai spalleggiati dall’esistenza di un’ufficialità. Un sistema classico, che penso aiuti a riassumere semplicisticamente questo concetto, potrebbe essere quello utilizzato nell’antichità per la costruzione delle piramidi, dove le grandi lastre di pietra venivano posizionate l’una sull’altra. Tuttavia, se non incastrate nel dovuto modo e rifinite con la malta, anche quelle lastre avrebbero corso il probabilistico rischio di cadere giù, dal vertice alla base. Il significato? A volte, con la tipicità di una catena di montaggio, può innescarsi un meccanismo tale da generare degli errori a catena, incurante, però, delle determinazioni diverse assunte da menti più eccelse.
Ed è proprio in questo spaccato di mondo che la violenza prolifera, perché la violenza non è solo quella fisica, ma anche e soprattutto quella verbale, da cui è veramente difficile difendersi. Si viola la vita degli altri, solo perché Caio ha scritto questo, a sua volta scritto da Tizio, che lo ha ripreso da Sempronio, tralasciando nell’oblio del dimenticatoio che Caio, Tizio e Sempronio sono esseri umani e non divinità immuni da qualsiasi errore. La folla grida allo scandalo e inizia la gogna!
Si arriva, così, a creare un clima di sospetto, di giustizialismo, di rivendicazioni. Classico esempio è la vicenda di una persona perbene, il Questore Sirna. Un uomo innocente incorso in uno tsunami ingiustificato ed ingiustificabile, pur non essendo stato indagato, perché non vi è stata alcuna raccomandazione o segnalazione in favore di chi aveva già prodotto la sua documentazione, né è mai appartenuto a sconosciuti apparati affaristici e clientelari, conosciuti forse da altri. Purtroppo, c’è chi è deluso, perché il dr Sirna in nessun atto è stato accusato o ha corso il rischio di essere accusato di abuso d’ufficio, e per questo non se ne fa una ragione. C’è chi fa il moralista, senza neanche soffermarsi sulle carte dovute. E poi ci sono le menti più eccelse, quelle che hanno capito tutto. A Roberto Fiore, che aspetto a Matera, se vorrà accettare la richiesta rivoltagli, o al Ministero dell’Interno (non si sa nella persona di chi), che – come riportato nell’articolo di un quotidiano locale del 23 Agosto 2018, – con il suo dictat “ordina”, pare fomentare la fantasia mediatica di un anonimo scrittore, che induce il lettore a ritenere il trasferimento una punizione, sovraesponendo il Questore e lo stesso Ministero, in qualità di Presidente del Centro Antiviolenza Italiano rivolgo il monito di ravvedersi, perché ciò che è accaduto al Questore di Matera è un grave atto di violenza, che potrebbe accadere a chiunque. Chiedo l’intervento del Ministro Salvini, perchè le persone vanno tutelate con atti di coraggio, come solo lui sa fare, non con l’indifferenza che uccide più della violenza.
Nella foto in basso Ivana Giudice, presidente del Centro Antiviolenza Italiano