“La Lenticchia di Altamura, prodotto IGP di Basilicata e Puglia, ha in soli 2 anni acquisito una forte reputazione sul territorio nazionale registrando importanti incrementi a livello commerciale. E’ quanto emerge dai dati che il Consorzio di tutela e valorizzazione, nelle persone del presidente Antonio Nisi, lucano, e del direttore Gerardo Centoducati, ci hanno trasferito.”
Lo rende noto l’assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Luca Braia.
“Oltre 200 associati e con il 60% degli ettari coltivati nel territorio della nostra Basilicata – prosegue l’Assessore Luca Braia – nei 9 comuni lucani di Montemilone, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania, Irsina, Tricarico, Matera, Banzi, Forenza e Tolve.
C’è un legame sempre più stretto tra il prodotto e la zona di produzione della “Lenticchia di Altamura IGP” che comprende inoltre in Puglia, il territorio amministrativo di Altamura, Ruvo di Puglia, Corato, Minervino Murge, Andria, Spinazzola, Poggiorsini, Gravina in Puglia, Cassano delle Murge, Santeramo in Colle.
La qualità del prodotto ha un forte legame causale con le caratteristiche della zona geografica delimitata e le competenze dei produttori locali, lucani e pugliesi, che determina le specifiche salutari del prodotto quali un tenore minimo di proteine del 23%, un contenuto massimo di acqua del 13% e un quantitativo minimo di ferro di 6 mg/100gr.
Possiamo allora essere soddisfatti che è una buona annata agraria 2017-18 quella che emerge dai dati del raccolto di luglio, seppure a causa delle piogge di giugno molto prodotto è purtroppo andato perso: sui 2000 ettari seminati e certificati a Lenticchia di Altamura IGP raccolti in circa 14.000 quintali con una media di 7 quintali per ettaro.
L’aggregazione dei produttori e la forza del Consorzio consente di avere valore aggiunto dalla gestione dei prezzi sul mercato. Il prezzo della IGP viene programmato e stabilito prima ancora delle semine con gli agricoltori e le Cooperative agricole del territorio e questo permette agli agricoltori di avere delle garanzie sul proprio lavoro. Sono infatti riconosciuti agli agricoltori circa 95 euro/qle per l’IGP da agricoltura convenzionale e circa 125 euro/q.le per il prodotto IGP Bio. Il prodotto nazionale (non IGP) oggi ha una quotazione di circa 70 euro/q.le e quello estero di circa 45-50 euro/q.le.
Soprattutto ci inorgoglisce – conclude l’Assessore Braia – la produzione di un legume sano, gran parte proveniente dalla nostra Basilicata e inserito a pieno titolo nella dieta mediterranea.
La lenticchia di Altamura IGP ha infatti un contenuto proteico che ha permesso nel corso dei secoli alle popolazioni locali di sostituire nella loro dieta la carne garantendo un adeguato apporto alla alimentazione, proprio secondo i dettami della dieta mediterranea, oggi patrimonio mondiale dell’umanità, caratterizzata dall’apporto proteico di origine vegetale e non animale.
L’umidità molto bassa ha contribuito a diffondere la reputazione della Lenticchia di Altamura quale prodotto salubre ed esente da micotossine, qualità fondamentale perché arrivino sulle tavole dei consumatori legumi buoni ma anche sani.
Le piante di Lenticchia di Altamura hanno disponibilità di ferro solubile in acqua superiore a 6 mg/100gr di prodotto, facendone alimento adatto per favorire la produzione di emoglobina e di globuli rossi che assicurano una corretta ossigenazione delle cellule del corpo, garantendo così la vitalità e la crescita armoniosa dell’intero organismo, stimolando le funzioni del fegato, della milza, dell’intestino e del midollo osseo. Il ferro è inoltre fondamentale per i neurotrasmettitori come serotonina e dopamina, garantisce resistenza alle malattie, è utile contro lo stress ed è indispensabile per mantenere efficiente il sistema immunitario.”
Nella foto l’assessore Luca Braia e il Direttore Consorzio di tutela e valorizzazione Lenticchia di Altamura IGP, prof. Gerardo Centoducati