Il deputato lucano del Movimento 5 Stelle, Luciano Cillis in una nota fa il punto su “l’estate calda dell’assessore Luca Braia”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Luciano Cillis (deputato M5s): “L’estate calda dell’assessore Luca Braia”
È da qualche settimana che l’attività istituzionale dell’assessore lucano all’agricoltura ha subito una brusca accelerata. Sarà per l’avvicinarsi delle elezioni regionali o forse per la lontananza dalle stanze dei bottoni del “Presidente Gladiatore “ sta di fatto che girando la Basilicata da nord a sud non si perde una sagra, una processione, o una qualsiasi altra manifestazione (ovviamente finanziate con i soldi dei cittadini lucani) per presenziare e farsi intervistare dalla stampa. Volendo seguire le attività dell’assessore, ad un lettore poco attento e magari distante dalle realtà che di volta in volta vengono rappresentate, potrebbe quasi sembrare di vivere in una regione “normale” ma sappiamo bene tutti, che così non è.
Ma più di tutto non abbiamo notato questo attivismo nell’arco di tutta la legislatura e verrebbe quasi da dire ‘benvenuto in Basilicata”.
Così passando dai contributi agli agricoltori per le strade rurali, ad uno sblocco dei pagamenti dei fondi europei, per finire al riconoscimento del marchio IGP per le lenticchie la propaganda di regime cerca di rifarsi una verginità.
Non una parola però:
– sulle intere aree del Sauro e della Val d’Agri oramai abbandonate alle multinazionali del petrolio;
– sul pecorino di Filiano e della sua unicità che non si riesce a far decollare o dello stato di totale abbandono in cui versa il comparto dell’olivicoltura del Vulture;
– sulla Costa Jonica del Metapontino con tutti i suoi prodotti ortofrutticoli di alta qualità che scontano in modo considerevole l’handicap di non vederne riconosciuta a livello istituzionale la propria unicità, per non parlare dello scotto per la presenza di un Consorzio di Bonifica dalle prestazioni che lasciano molto a desiderare”;
– sulla mancata tutela di tutti i nostri marchi Dop e Igp nelle trattative internazionali, ascrivibili anche questi in maggior misura all’attuale reggente del Pd ed ex Ministro all’agricoltura Martina, che probabilmente troppo distratto dalla vetrina dell’ Expo di Milano ed alla sua ubriacatura mediatica, ha lasciato al proprio destino quasi tutti i prodotti del Sud Italia;
– sulla eterna attesa di rendere irrigui le migliaia di ettari di terreno a valle degli invasi di Acerenza e Genzano.. e se quest’anno le precipitazioni fossero state meno intense come nell’estate 2017, avremmo assistito nuovamente all’increscioso spettacolo dell’abbandono a se stesse delle aziende zootecniche dell’area del Marmo Platano ?
La Basilicata, ed in particolare il suo comparto agricolo, è del tutto evidente, sono in un momento storico di estrema sofferenza.
Lo si può facilmente toccare con mano andando in aree come quella del Senisese, ad esempio, che proprio di recente ho visitato, dove un’eccellenza come il “peperone crusco” aspetta ancora, da decenni, di essere valorizzato come merita, magari attraverso il Consorzio di tutela, che però da tempo ha smesso di assolvere alle sue funzioni lasciando i produttori al proprio destino.
Dove la diga di Montecotugno, che doveva rappresentare un traino per l’economia della zona, è diventata invece un problema, inghiottendo al suo interno ettari ed ettari dei terreni agricoli migliori.
Infine, la devastazione che gli agricoltori ma anche i semplici cittadini sono costretti a subire quotidianamente dalla presenza di branchi di cinghiali che imperversano su tutto il territorio regionale, altra piaga questa, che ha raggiunto livelli esponenziali e che non si riesce a risolvere.
Ed il quadro è completo.
La legislatura, però, volge finalmente è tristemente al termine ed i Lucani hanno capito che l’unica occasione per cercare di cambiare le sorti di questa nostra regione, non è andando per sagre, ma attraverso l’urna elettorale, scegliere, con forza un governo del cambiamento.
ma cillis ha la bacchetta magica. meno male che c’è ma chi è? sono 8 i parlamentari di 5 stelle, andiamo a numeri e non già per nomisi fa prima, sono tutti a “chi l’ha visto”