E’ in corso a Matera la 79^ Settimana Liturgica Nazionale. Di seguito il testo dell’Omelia affidata a Monsignor Pino Caiazzo durante la Messa di stasera in Cattedrale con i convegnisti della Settimana Liturgica.
Dalla mensa della Parola anche oggi il Signore è entrato in dialogo con noi, parlando alla nostra vita, a questa Chiesa riunita per ascoltare la sua voce. La nostra non è solo una risposta verbale: ci nutriremo fra poco alla mensa eucaristica. Saremo noi stessi eucaristia, nutrimento per i tanti fratelli che nella quotidianità, incontriamo, con i quali siamo chiamati a dialogare per mostrare con la nostra vita la presenza di Dio in mezzo a questa umanità, apparentemente distaccata e assente. Anche oggi, nel memoriale che celebriamo, il Verbo è presente nel cibo di vita eterna.
Con San Giovanni Paolo II diciamo: Per questo celebriamo l’Eucaristia. Veniamo per ricevere dal Padre in Gesù Cristo tutto ciò che può servire alla nostra salvezza. E portiamo tutto: la nostra gioia, la nostra gratitudine, le nostre preghiere, noi stessi, per donarci interamente al Padre in Cristo: in lui, che è il primogenito di tutta la creazione (cf. Col 1, 15). In e attraverso Cristo vogliamo pregare il nostro creatore e Padre assieme al salmista: “Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere” (Sal 139 [138], 14).
Oggi è la memoria liturgica del martirio di S. Giovanni Battista. Nel Calendario Romano, è l’unico Santo del quale si celebra sia la nascita, il 24 giugno, sia la morte avvenuta attraverso il martirio.
La venerazione del suo capo, già verso la metà del IV secolo, è presente in Samaria in una cripta di Sebaste. Culto che arrivò a Gerusalemme, in Oriente e, quindi, a Roma ricordata come Decollazione di San Giovanni Battista. Nella chiesa di S. Silvestro a Campo Marzio, in Roma, viene venerata la reliquia, così come è riportato nel Martirolgio Romano.
Dunque una tradizione antica.
La figura di Giovanni Battista viene presentata dagli evangelisti come un uomo inviato da Dio per dare testimonianza alla luce e preparare la strada del Signore, preparare per Cristo un popolo ben disposto.
Scopo della sua missione: indicare a tutti l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. In ogni momento della sua storia, dal concepimento al martirio, fu precursore di Gesù. Viene presentato come il più grande tra i nati di donna. Lui stesso ebbe a dire ancora di Gesù: “Egli deve crescere, io invece, diminuire”.
Giovanni Battista, uomo tra gli uomini, rivestito della divinità fattasi carne in Maria, gioisce già nel seno di sua madre Elisabetta nell’adorare la presenza di Gesù. Il dialogo con Dio inizia da subito: la danza è risposta alla chiamata di Dio. La sua umanità, passando attraverso il silenzio del deserto, la preghiera, l’ascolto, la penitenza, viene elevata per una missione che lo fa stare uomo tra gli uomini e con gli uomini, quindi in dialogo.
Missione, quella di Giovanni, liberante per aiutare ogni uomoa rivestirsi di Dio e farlo allontanare da ogni forma di compromesso, di scelte egoiste, di elisir artificiali, d’illusioni senza anima, di bellezze ingannevoli, di paure e compromessi.
Giovanni, innamorato dell’Amore, si lascia condurre per le strade della luce venuta nel mondo. Annuncia con forza e coraggio la verità della vita. Sa che il sogno di Dio è uno solo: che l’uomo torni ad essere uomo, amando ogni vita umana perché amata e scelta da lui per compiere una missione per la salvezza. E’ così che Dio dialoga con Giovanni e attraverso di lui con l’umanità, bisognosa di essere presa per mano, scossa dalle forme di apatia e distrazione.
L’uomo Giovanni Battista ci aiuta a ritornare all’inizio del nostro essere creature: creati da Dio e da Dio voluti a sua immagine e somiglianza. La sua predicazione va nella direzione di far ritornare l’uomo a Dio: riscoprire la dignità del suo essere tale.
La povertà dell’uomo è evidente ogni qual volta non rimane legato a Dio. Si può essere re terreni, ricchi di cose materiali, ma poveri spiritualmente. Erode è il segno visibile di una povertà che pur cercando la ricchezza vera si lascia vincere dalle soddisfazioni del momento presente, da una forma di populismo che diventa più forte nel momento: non è in grado di dire no alla decapitazione di Giovanni. Erode amava essere considerato come benefattore del popolo, ma, cometutti sappiamo, era un tiranno.Ci sono troppi interessi in gioco: la popolarità, il salvare la faccia davanti agli invitati, mantenere la parola data. Costi quel che costi, fosse anche la testa di un’umanità che continua a gridare l’ingiustizia, il lassismo, le forme di prevaricazione, la dignità calpestata, insultata, rimandata indietro, non accolta e lasciata al proprio destino.
E’ incredibile come tutto questo avvenga nel mentre si fa festa: si mangia, si beve, si danza. E intanto, nei sotterranei del palazzo della gente regale e perbene, c’è lo scarto di un’umanità imprigionata, pronta ad essere fatta fuori. La storia è maestra: ogni qual volta l’umanità o parte di essa ha deciso di vivere senza più ascoltare Dio si è fatta male da sola.
Noi non siamo riuniti semplicemente, come Erode, per ascoltare volentieri quanto Dio ci dice attraverso i suoi profeti. Non ritualizziamo la Parola: la celebriamo, quindi dialoghiamo. Questo significa che ci impegna, ci rende presenti nella storia come testimoni credibili, capaci di scegliere Dio, e chi sceglie Dio sceglie l’uomo.
Giovanni ha capito che la vita è un dono che viene dall’alto. Il sapore della vita divina, gustata già nel seno di Elisabetta, non lo perde di fronte alle sofferenze che patisce per Cristo, cosciente di non essere degno di sciogliere nemmeno i legacci dei sandali. In Dio trova forza e fiducia: la sua vita è a servizio dei fratelli. E’ a servizio anche di Erode, di Erodiade e di sua figlia, di tutti i commensali. La testimonianza di Giovanni non è disprezzo della vita, bensì attaccamento, amore verso un’umanità che ha bisogno di ritrovare la via smarrita. E’ solo questo amore che non lo fa retrocedere di fronte alla paura della morte e lo spinge a versare gratuitamente il suo sangue.
Quanto il Signore ha fatto con Giovanni vuole compierlo in noi e attraverso di noi. Ci sono ponti di cemento armato che crollano generando morte e dolore, sgomento e incredulità, ma ci sono ponti umani che vengono fatti crollare per impedire che i popoli s’incontrino. La liturgia celebra la duplice natura di Cristo: umana e divina. Da Dio, qual era, si è svuotato facendosi in tutto simile a noi tranne nel peccato, per stare con noi e, nella condivisione dell’umano, aprendo l’intelligenza alla comprensione che non si può amare Dio senza amare l’uomo.
Il profeta Geremia, nella prima lettura, sente il Signore che gli parla senza mezzi termini: «Tu, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro».
Ognuno di noi, nella diversità vocazionale, è stato chiamato da Dio, da sempre, perché divenisse “la voce di uno che grida nel deserto” e fosse in grado di“preparare la via del Signore”.
La Parola, nella liturgia, non viene letta ma proclamata, quindi ha la forza di risuonare sempre in ognuno di noi e farci scegliere per il bene comune. Il bene personale diventa comunitario.
Giovanni Battista non cerca l’affermazione della sua persona. Cosciente di aver ricevuto tutto da Dio annuncia con determinazione la profezia della Parola che brilla come luce sul sentiero della vita, come dolcezza senza fine alla sua destra.
†Don Pino
Programma di giovedì 30 agosto 2018, ultima giornata della Settimana Liturgica Nazionale a Matera
8:30 Celebrazione eucaristica in Cattedrale. Presiede: S. E. Rev.ma Mons. Salvatore Ligorio, Arcivescovo metropolita di Potenza-Muro L.-Marsico N., Presidente CEB
10:00 Sintesi dei gruppi di interesse
Coordina: don Mauro Dibenedetto, membro Consiglio CAL, Direttore Ufficio Liturgico Trani-Barletta-Bisceglie
11:00 Per noi uomini e per la nostra salvezza. Padre Raniero Cantalamessa ofm cap. Predicatore della Casa Pontificia
12:30 Conclusioni: S. E. Rev.ma Mons. Claudio Maniago, Vescovo di Castellaneta, Presidente CAL
13:30 Pranzo