Siamo favorevoli all’avvio della sperimentazione del taser – l’arma ad impulsi elettrici che inibisce i movimenti dei soggetti colpiti – da mercoledì prossimo in dodici città italiane. Riproporremo al Ministro dell’Interno Salvini di estendere la stessa sperimentazione anche al personale degli istituti penitenziari. Siamo, inoltre, per la sperimentazione del taser in città non grandi, ad esempio, a Matera dove dal prossimo anno si prevede l’arrivo di un milione di visitatori e pertanto c’è bisogno di rafforzare le misure di controllo e prevenzione tanto più che nonostante i piani di potenziamento degli organici delle forze dell’ordine, gli uomini, le donne e i mezzi sono fortemente insufficienti a fronteggiare una situazione eccezionale.
Ad affermarlo è il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo sottolineando che sono stati già troppi i casi di aggressione di agenti nelle carceri anche in Basilicata.
Non è più possibile reagire a mani nude di fronte alle continue aggressioni, rivolte, tentativi di fuga, liti tra clan e gruppi etnici stranieri, tanto più – continua – che sono sempre più numerosi gli episodi di tentativi di introduzione in carcere di oggetti contundenti se non proprio di armi improprie. Pertanto l’avvio, sia pure come forma sperimentale, della pistola elettrica usata dalla polizia Usa, a nostro giudizio potrebbe essere sperimentata da subito almeno in alcune carceri che presentano quotidiani rischi più forti per il personale.
Se i funzionari al vertice della direzione anticrimine della Polizia di Stato hanno ritenuto il taser uno strumento efficace “per ridurre gli interventi corpo a corpo”, nonché “per fronteggiare le aggressioni in cui ogni giorno vengono coinvolti poliziotti, carabinieri e militari” non si capisce per quale motivo – aggiunge – non si possa e si debba sperimentarne l’uso nelle carceri nei quali il rischio di fronteggiare il corpo a corpo è sempre alto. È il caso di ricordare che gli “eventi critici” vale a dire aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, intimidazioni, atti di violenza tra detenuti hanno avuto un incremento del 700% e ogni giorno 12 poliziotti in media sono costretti a ricorrere alle cure di sanitari. Purtroppo il nuovo sistema carcerario che dà più fiducia ai detenuti con il cosiddetto sistema “celle aperte” si è rilevato un meccanismo di aggravamento dell’emergenza sicurezza dentro e fuori del carcere che si registra da anni nel Paese.
Chiederemo un intervento anche al Ministro della Giustizia Bonafede – continua Di Giacomo – perché si faccia portavoce di questa nostra richiesta presso il collega Salvini e di predisporre un primo piano operativo. Siamo stanchi di contare il numero di aggressioni di uomini e donne della polizia penitenziaria all’interno degli istituti di pena che sono in buona parte in mano ai detenuti.
Set 02