Il piano presentato dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini per potenziare gli impianti di video-sorveglianza in prossimità di scuole e successivamente negli asili nido, così come nelle strutture socio-assistenziali che ospitano anziani e disabili, attraverso un finanziamento di 2,5 milioni di euro, è un primo passo in direzione dell’accoglimento della nostra proposta che abbiamo presentato a Potenza in una conferenza stampa di avvio della campagna svolta in tutta Italia. E’ il commento del segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo annunciando che incontrerà il Ministro per esprimere plauso all’iniziativa e illustrare le sollecitazioni raccolte dal sindacato tra genitori e cittadini indicando i “luoghi” più sensibili nei quali avviare la fase di sperimentazione.
Nell’elenco di Comuni scelti per ora non figurano quelli lucani e siamo consapevoli che il fondo messo a disposizione del Ministero è insufficiente per far fronte al crescente fenomeno dei maltrattamenti a bambini e disabili, oltre che anziani, come purtroppo è accaduto in Basilicata negli ultimi anni con episodi anche raccapriccianti raccontati dai giornali. Le vittime nell’80 per cento dei casi hanno meno di 6 anni. Sono proprio i più piccoli, i più indifesi ad aver incontrato al nido o nella scuola materna chi, invece di proteggerli, ha alzato le mani, ha strillato oltre ogni limite, li ha puniti. E questo proprio non va giù alla comunità dei genitori delle vittime degli abusi nelle scuole.
Le famiglie che affidano i bambini a scuole pubbliche o private – sostiene Di Giacomo – hanno diritto di serenità e pertanto chiedono di prevenire i diffusi casi di violenza di ogni tipo. Ci sono esempi virtuosi nel nostro Paese di centri privati per l’infanzia che già adottano un moderno sistema di videosorveglianza consentendo, nel pieno rispetto della privacy, ai genitori muniti di app e password di guardare attraverso il telefonino o il pc in ogni momento della giornata cosa accade a scuola. Per questo in aggiunta al piano del Ministro Salvini pensiamo sia necessario un piano autofinanziato dai cittadini per accrescere il numero di sistemi di videosorveglianza.
Le telecamere, prevede la nostra proposta, possono essere installate solo con l’assenso della rappresentanza sindacale e, in mancanza di accordo, con l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro. Inoltre gli utenti e il personale delle strutture hanno il diritto a una informativa sulla raccolta delle registrazioni dei sistemi di videosorveglianza, nonché sulle modalità e sulle condizioni per accedervi. Chi svolge il proprio lavoro in modo serio non ha nulla da temere. E visto i frequenti episodi di bullismo nella scuola secondaria sarebbe opportuno estendere la proposta di installazione delle telecamere anche nelle classi delle medie e superiori. La presenza della videosorveglianza sarebbe un ottimo deterrente alle violenze e aggressioni sia nei confronti dei compagni di classe sia verso gli insegnanti. Al momento le “uniche telecamere” presenti in classe sono quelle degli smartphone, che a volte trasmettono anche in diretta su Facebook episodi di bullismo mentre l’insegnante tiene lezione!.