Giovedì 13 Settembre 2018 dalle ore 21 ella Terrazza del Museo Lanfranchi di Matera è in programma la proiezione del film “Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci con Marlon Brando e Maria Schneider (Italia-Francia 1972) per la serata extra del Cinema in Terrazza 2018.
La rassegna è organizzata dall’associazione culturale Cinergia e con il contributo del Polo Museale di Basilicata.
Nell’occasione verrà proposto Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci nella sua versione restaurata e integrale.
Ore: 21:00 – Posto Unico: 5,00 €
Info e prenotazioni: 3207807898 – 3283524751
Oggi ci è difficile immaginare che un film possa essere condannato al rogo, eppure gli anni Settanta non sono così lontani.
Perché proprio il film di Bernardo Bertolucci doveva suscitare questo scandalo? La risposta si trova nella visibilità che esso aveva raggiunto, nella notorietà dell’autore e senza dubbio nel trattamento sorprendente e scioccante del divo Marlon Brando. Finché Francis Ford Coppola mostra Brando vecchio, stanco, mafioso e trasfigurato (Il Padrino) nessuno trova nulla da ridire; ma mettere in scena Brando in preda a impulsi erotici distruttivi ed esibire – con l’accordo dell’attore, ovviamente – il suo corpo senza veli, senza schermi, suscitava ben altre reazioni.
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La cura con cui, dopo la riabilitazione, si è ricostruita la storia del film, l’attenzione con cui critici e insegnanti ne hanno studiato la vicenda e riscattato le ingiustizie, il restauro stesso che lo riporta dove merita (nelle sale di prima visione, e non solo nelle benemerite cineteche) è l’atto di riparazione che istituzioni pubbliche e private operano verso il film.
Rivedere, anzi studiare, Ultimo tango a Parigi servirà certamente alle nuove generazioni per interrogarsi sull’importanza che il cinema ha rivestito nella cultura italiana (talvolta arrivando a rimpiangere la censura, perché in fondo ammetteva la centralità di un film nell’immaginario collettivo), ma forse aiuterà anche spettatori meno giovani a mettere in prospettiva il cinema d’autore di oggi, che – per vari motivi non tutti addebitabili allo scarso coraggio dei cineasti – sembra aver quasi completamente dimenticato il ruolo dell’erotismo sul grande schermo
Roy Menarini