Ha preso il via un importante progetto di scavo archeologico nel territorio di Ferrandina il cui obiettivo è la ricostruzione di un segmento di storia antica della Comunità.
L’indagine prevede ricerche d’archivio, studio dei materiali editi ed inediti, utilizzo di tecniche di remote sensing (drone, prospezioni geofisiche, LiDAR) e ricerca sul campo.
L’ intervento di scavo, diretto dalla Maria Chiara dell’UNIBAS (DiSU), responsabile sul campo il dott.Antonio Pecci, vede coinvolti un’equipe di lavoro dell’Unibas, formata da studenti e archeologi provenienti dalla Basilicata e dalle regioni limitrofe, il Comune di Ferrandina con il diretto supporto degli Amministratori Alessio Giasi e Angelo Zizzamia, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio e il CNR di Tito, tutti impegnati in questa straordinaria iniziativa.
In particolare verranno indagati due Siti.
Il primo ricade in un’area tra San Nicola, Fonnoni, Caporre, San Giovanni, Pizzo Corvo, Vaccareggio, quindi in un territorio attualmente completamente disabitato, coperto da boschi intervallati da terreni arati e ricco di sorgenti. In passato e precisamente tra il VI e il III sec a.c tali aree, in base ai numerosi ritrovamenti, doveva essere particolarmente frequentata.
L’altra area del paese che sarà presa in esame è in località Sant’Antonio Abate, nel sito del frantoio del IV sec. a.C..
Questo lavoro assumerebbe un valore straordinario per la città di Ferrandina, in quanto testimonierebbe la produzione, già in epoca lucana, della coltura dell’olivo e della produzione dell’olio. L’ obiettivo è quindi quello di riportarlo in luce, offrendo una vera carta di identità storica per Ferrandina proprio attraverso l’olio e la majatica.
A fine campagna di scavo saranno previsti open-day e l giornate di studio con in coinvolgimento delle scuole e della popolazione.
Set 15