Alla luce degli accadimenti degli ultimi giorni è possibile affermare concretamente quanto sia elevata la responsabilità del sistema bancario nell’aggravarsi della crisi d’impresa all’interno del Distretto del Mobile imbottito Materano.
Ancor più grave può essere definita tale responsabilità se si pensa che un ruolo determinante nella collasso del sistema imprenditoriale lo hanno banche locali, nate e sviluppatesi sul territorio materano, cresciute dimensionalmente sulle spalle di una imprenditoria sana a cui di botto ha voltato le spalle, anche immotivatamente.
Grazie allo sviluppo economico del nostro territorio, frutto delle grandi capacità degli imprenditori presenti nella nostra provincia, piccoli ed anonimi istituti di credito locali hanno addirittura attirato l’interesse di gruppi bancari del nord Italia accrescendo il proprio valore e la propria rappresentatività a livello interregionale e nazionale.
Oggi, nel momento in cui una grave crisi ha colpito la città e l’intera provincia, proprio nel momento in cui si sono superate problematiche riorganizzative aziendali e ci si avvia ad un recupero di competitività, mercato, e occupazione, le banche infliggono immotivati e arbitrari colpi mortali all’economia dell’imprenditoria materana spingendola verso il baratro e il definitivo tracollo.
Angelo Calculli: “Assistiamo inerti ad un fenomeno che non trova alcuna giustificazione ne funzionale, ne economica ma soprattutto non etica.
Nonostante gli incontri con l’ABI, le continue segnalazioni alla Banca d’Italia e gli interventi di quest’ultima sulle banche locali, non vi è alcun miglioramento, nemmeno marginale, nelle relazioni finanziarie col sistema bancario locale. Anzi: nell’ultimo anno si è innalzato ancora più alta la barriera che separa il mondo imprenditoriale da quello bancario con un incremento di probabili “abusi” nella gestione dei rapporti di credito. Chiusura totale sul fronte delle linee di credito pur in presenza di merito creditizio e, peggio ancora, revoca di rapporti “ in bonis” solo perché riferiti ad attività legate al mobile imbottito e fondate solo su libero arbitrio e valutazioni di imprevedibilità.
Proprio a riguardo recenti pronunce della Corte di Cassazione hanno sancito l’illegittimità della revoca laddove questa abbia, nel suo concreto esplicarsi, i caratteri dell’arbitrarietà e della imprevedibilità. Tali caratteri sarebbero rinvenibili, sempre secondo la Suprema Corte, quando la revoca del fido contrasti “con la ragionevole aspettativa di chi, in base ai comportamenti usualmente tenuti dalla banca ed all’assoluta normalità commerciale dei rapporti in atto, abbia fatto conto di poter disporre della provvista creditizia per il tempo previsto, e non potrebbe perciò pretendersi sia pronto in qualsiasi momento alla restituzione delle somme utilizzate, se non a patto di svuotare le ragioni stesse per le quali un’apertura di credito viene normalmente convenuta.
E’ vero che la banca ha la facoltà di recedere in qualsiasi momento dall’apertura di credito a tempo indeterminato, ma altro è l’esercizio del diritto, altro è l’abuso del diritto.
Nel caso di molte aziende medie e piccole del nostro territorio la sostanziale continuità nella situazione economico-finanziaria dell’impresa finanziata (per es., se il conto corrente di riferimento, nel periodo precedente la revoca, rechi un andamento in dare e in avere del tutto analogo a quello relativo al periodo anteriore, e magari abbia interessanti movimenti in avere; se le altre banche, nello stesso periodo, non abbiano revocati i loro fidi concessi alla stessa impresa, e magari neppure dopo la revoca del fido in oggetto, ecc.), la vitalità finanziaria dell’impresa (allegazione di una fatturazione non in diminuzione, del giro di affari, della solvibilità, ecc.) e l’assenza di sintomi patologici (inadempimenti, decreti ingiuntivi, protesti, pignoramenti, ecc.) sembrano non essere considerati sufficienti a garantire un indispensabile accesso al credito, vitale per la sopravvivenza dell’imprenditorialità materana.
Ancora una volta richiamo alla memoria di tutti i protagonisti finanziari locali la missiva della Banca d’Italia inviata al Presidente dell’Api di Matera, Ing. Nunzio Olivieri, in data 10 febbraio 2009 con cui la massima autorità bancaria italiana chiarisce i principi di trasparenza richiamati dagli artt. 116 ess. Del TUB e dalle successive modifiche del d.lgs n. 385 del 1993: viene da chiedersi quanti istituti, soprattutto Materani e del Mezzogiorno, si ispirano alle norme richiamate.
Un invito, dunque, il mio, alle associazioni di categoria affinchè intervengano, non più con infruttifera diplomazia, ma con concreta fermezza, nel chiarimento di quando accade nel nostro Distretto in materia di relazioni tra impresa e banca avendo, se del caso, coraggio di prendere posizioni dure e di denuncia nei confronti degli “abusi”.
Mar 06
CHIDETE A CALCULLI CHE FINE HA FATTO FARE L’AZIENDA EUROSOFA’, PER MODERATORE PREGO PUBBLICARE QUESTO ARTICOLO VISTI CHE TUTTI GLI LTRI CHE RIGUARDANO IL MOBILE IMBOTTITO DA ME SCRITTI NON SONO STATI PUBBLICATI