Non riesco a capire cosa attendano ancora il Dipartimento Salute e la Giunta Regionale ad assumere le determinazioni richieste dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in merito alla definizione dei criteri peri “tetti di spesa” assegnati annualmente alle strutture sanitarie private accreditate come ha spiegato Sanità Futura la scorsa settimana. Ad affermarlo è il consigliere regionale Paolo Castelluccio per il quale, per restare al “gioco dell’oca” utilizzato efficacemente da Sanità Futura per rendere più chiara ai cittadini-utenti la situazione, la Regione ha costretto i cittadini a finire, ancora una volta, nella casella “prigionieri”. Al di là di metafora – aggiunge – si è “prigionieri” di un apparato burocratico annidato nel Dipartimento Salute e nelle due Aziende Sanitarie Locali arroccato sulle proprie posizioni e che di fatto ha bloccato ogni tentativo di sano cambiamento. In questa ottica vanno lette le dimissioni di Bradascio che ha buttato la spugna dopo aver verificato, dopo anni di Presidente della Quarta Commissione e di estenuantie pazienti mediazioni con la cricca di burocrati che, nelle attuali condizioni, senza una guida politica autorevole nella Sanità, ogni tentativo è perso. Questa volta però se è l’AGCM a dare ragione alle posizioni dell’associazione delle strutture sanitarie accreditate che – continua Castelluccio – specie a Matera sono costrette a “respingere” utenti pugliesi e di altre regioni proprio a causa dei tetti di spesa, con un danno diretto alle entrate della sanità lucana, non si può far finta che nulla sia successo come è accaduto con i “coraggiosi” documenti Bradascio approvati all’unanimità in Quarta e poi disattesi da Assessore e Giunta. Come è stato ampiamente spiegato dai dirigenti di Sanità Futura è questo un problema che riguarda direttamente i cittadini alle prese con le liste di attesa lunghissima per specifiche prestazioni e visite, sino ad oltre un anno. E’ il caso di ricordare ai nostri “burocrati” come agli esponenti della Giunta che il presidente della Regione Lazio Zingaretti qualche giorno fa ha fatto esattamente quello che l’AGCM ha chiesto di fare alla Regione Basilicata sottoscrivendo un’intesa con le associazioni delle strutture ambulatoriali che invece di cristallizzare le prestazioni nei tetti consentirà di abbattere le liste di attesa nel Lazio di un buon 90%. Sarebbe sufficiente – dice ancora il consigliere regionale – immettere le strutture ambulatoriali nell’agenda del CUP regionale e tenere fuori almeno una quarantina di esami “salva vita” per raggiungere un primo risultato. Per questo propongo che si istituisca una “corsia privilegiata” in Commissione e in Consiglio per una nuova deliberazione di giunta che recependo le prescrizioni dell’AGCM modifichi la “famigerate” delibera 316/2018 (e seguenti), per accelerare l’iter prima della scadenza della legislatura. Sarebbe questo per Assessore e Giunta un atto di riparazione dovuto alle migliaia di lucani che subiscono le liste di attesa sino ad “emigrare” in altre strutture extraregionali e ai titolari di centri, poliambulatori, laboratori di analisi (oltre 60 con 700 operatori) ai quali ad oggi non sono stati consegnati nemmeno i contratti per il 2018. Eppure proprio ai titolari delle strutture di sanità ambulatoriale, solo qualche settimana fa, i burocrati di Asp e Asm hanno “imposto” di contribuire al superamento delle liste di attesa come se disponessero della bacchetta magica”.