Gianni Rosa, consigliere regionale Fratelli d’Italia; “Atto aziendale San Carlo 2018: altra distribuzione di postazioni?” Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Nonostante lo scandalo giudiziario, nella sanità lucana l’aria che tira è sempre la stessa. Pare infatti che il presidente reggente, Flavia Franconi (peraltro assessore alla sanità di fiducia di Pittella), sia in procinto di adottare l’atto aziendale 2018 dell’ospedale San Carlo, che andrebbe ulteriormente a distribuire posti, promozioni e gratifiche di vario tipo tra i medici in vista delle elezioni.
E’ legittimo il sospetto che tale importante atto organizzativo della nostra sanità (purtroppo ammalata di clientelismo e illegalità) sia un atto “postumo” del presidente Pittella, la cui eredità politica, in qualche modo continua ad orientare le scelte della giunta regionale.
Difatti, sono troppi gli elementi che dovrebbero indurre la Franconi, presidente reggente, ad essere prudente con questa nuova “infornata” di dirigenti e primari. E a scoraggiare Maglietta, che ricordiamo è un commissario con funzioni temporanee, o almeno così dovrebbe essere.
Il nuovo atto aziendale pare prevedere ancora una volta le tipiche azioni che già ci hanno insospettito (e che abbiamo già denunciato) nell’atto aziendale 2015: la costituzione di reparti e strutture ad hoc, l’istituzione di nuovi centri di spesa, la moltiplicazione di incarichi dirigenziali o quasi, il tutto secondo una logica che si fa fatica, in termini di politica aziendale, a comprendere e condividere, e che sembrano più essere improntati a una logica clientelare.
Per esempio: ci risulta che nell’ambito del “Dipartimento Cardiovascolare” dell’ASP San Carlo di Potenza siano state istituite ben 6 nuove Strutture Semplici (SS), ma che le stesse non siano ancora state individuate. Cioè: ancora non sanno come si chiamano, ma già sanno che ce ne vorranno sei! Non sarà che 6 è il numero dei medici da promuovere, piuttosto che le strutture semplici di cui quel dipartimento ha bisogno?
Ma ancora: nel Dipartimento Chirurgico pare verrà istituita la Struttura Semplice Dipartimentale (SSD) “Centro Regionale Otologia e Otobionica”, siamo sicuri che la domanda in questo settore giustifichi l’istituzione di una SSD, e quindi la promozione di un medico a questo livello? Lo stesso dicasi per il Dipartimento di Negrologia, in cui è prevista l’istituzione di una SSD “Chiururgia Urologica Robotica”; la domanda è: c’è davvero bisogno di una nuova SSD? Ma ancora: nel Dipartimento Neurochirurgico è prevista l’istituzione dell’Unità Operativa Complessa (UOC) “Neuroanestesia e Rianimazione”, che prima era una SSD. Quali le ragioni di questa nuova sistemazione: implementare il servizio o promuovere qualcuno al rango superiore?
Allo stesso modo non si comprendono le ragioni che porterebbero all’istituzione prevista di tre SSD, di cui è difficile comprendere la funzione, nell’economia della struttura sanitaria: “Gestione delle Attività di Neurofisiopatologia ed Epilettologia”, o “Neurotraumatologia Cranica”, o ancora “Gestione Ambulatori dei Presidii Ospedalieri di Lagonegro, Melfi e Villa d’Agri”. Davvero il carico di lavoro, in tali settori, giustifica l’innalzamento al rango di SSD? E come mai non è previsto l’aumento del numero dei medici, degli infermieri, degli spazi?
Ma ancora: al Dipartimento Materno e Infantile, sarebbe prevista l’istituzione di 2 SSD e ben 7 SS, tra cui “Gestione delle Attività Gastroenterologiche in Ambito Pediatrico”. Non sanno trattare il mal di pancia in Pediatria ed è necessario un reparto a sè? Ci sarebbe, poi, l’istituzione di una UOC “Terapia del Dolore”: quante ce ne sono in tutta Italia? Addirittura, si parla di due SSD completamente sovrapponibili: sono le SSD “Area Critica” e “Traumi Maggiori”. Qualcuno può spiegarci quale sia la differenza?
Dunque, noi non sappiamo se Pittella, nonostante sia agli arresti, continui a dare ordini ai suoi ma chiediamo alla magistratura di fare i dovuti accertamenti e adottare i provvedimenti ritenuti opportuni. Le regionali si avvicinano e i Lucani rischiano di arrivarci, ancora una volta, in un clima di scambi di ‘favori’ che conosciamo tutti molto bene, per cui, se sei “amico di”, vai avanti, altrimenti non ti resta che subire o emigrare.