Roberto Cicchetti, presidente regionale ANISAP Basilicata: “Tetti spesa strutture ambulatoriali, Roberto Cicchetti, presidente regionale ANISAP Basilicata: Incrementare risorse è la sola soluzione”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Le strutture sanitarie private-accreditate di Basilicata hanno ormai esaurito i tetti di spesa assegnati con DGR 316/2018. La domanda di prestazioni da parte dei cittadini va ben oltre la pseudo-programmazione regionale che fissa il limite di spesa massima al consuntivo del 2011 come stabilito dalla legge sulla SpendingReview. Inoltre è richiesto alle strutture di concorrere alla riduzione delle liste di attesa. Ad oggi ci si trova davanti ad un fenomeno paradossale: soddisfare i bisogni di salute dei cittadini di Basilicata nei prossimi tre mesi del 2018, sia in termini di qualità delle prestazioni che di efficienza, senza risorse disponibili. Noi riteniamo che non sia un problema prettamente imprenditoriale ma sanitario. Se pensiamo, ad esempio, che fino al 70% delle decisioni cliniche, sono prese in base ai risultati di medicina di laboratorio, e che migliaia di accessi a percorsi di diagnosi e cura, già in corso all’interno di ambulatori di strutture pubbliche, da parte di cittadini, sono fortemente a rischio.
Il tema centrale della questione, ad oggi, non è raffinare o modellare i criteri di definizione dei tetti di spesa in funzione di più o meno legittimi nuovi meccanismi, ancorchè indicati dal Garante della Concorrenza e certamente condivisibili, ma fare una seria riflessione sul fenomeno relativo alla sempre maggiore richiesta di prestazioniche le strutture private-accreditate registrano quotidianamente rispetto a quanto previsto e stabilito dalla DGR 316/2018. Per inciso, la suddetta DGR, contrariamente a quanto si legge in argomento evidenziato da altra associazione di categoria, non ha assolutamente favorito la branca dei laboratori di analisi. E’ dato di fatto che dalla applicazione della DGR 400/2018 prima,riguardante il ricalcolo dei tetti nel periodo 2015-2017, il comparto perde risorse per circa 500.000 euro, ma soprattutto con l’applicazione della DGR 316/2018 i laboratori si vedono ridurre il budget complessivo di branca di 600.000 euro rispetto al 2017, anno in cui non si sono registrare economie nel suddetto comparto, vale a dire che l’intera risorsa è stata utilizzata e quindi la conseguenza della applicazione della DGR si concretizza in una riduzione di prestazioni di laboratorio a favore del cittadino.
E’ necessario, quindi, chiedersi da quali categorie di cittadini, o meglio di pazienti, provengano tali richieste, quali siano i percorsi di cura maggiormente coinvolti. Non si può rimanere insensibili difronte alla richiesta di prestazioni da parte di pazienti oncologici, di donne gravide, di pazienti con patologie croniche come il diabete o patologie cardiovascolari, o da parte di cittadini anziani. Le strutture accreditate ogni giorno si trovano a dover rispondere a questo tipo di richieste. Dagli amministratori viene richiesto inoltre alle strutture private-accreditate di programmare l’erogazione delle prestazioni, di introdurre meccanismi di regolazione all’interno dei limiti di spesa imposti. Ci chiediamo come si possa realizzare tutto ciò se non con una negazione della prestazione al cittadino allorquando richiesta al di fuori del tetto assegnato oppure spostando ad un periodo successivo (ormai al 2019 visto l’esaurirsi delle risorse assegnate) l’erogazione di prestazioni necessariecon la motivazione che “il centro ha terminato il suo budget”.
Tutto ciò per coloro che hanno la responsabilità di “garantire la salute dei cittadini” di questa Regione non può passare inosservato, non può, anostro parere, non essere da stimolo a trovare e destinare risorse, magari rinvenibili da economie derivate sempre dal comparto della sanità privata-accreditata che rimarranno certamente inutilizzate, necessarie per assicurare la continuità delle cure nei confronti dei cittadini onde evitare spiacevoli ed ingiusti disservizi.
ANISAP ritiene che continuare a ragionare di meccanismi, medie, annualità di riferimento, sia un esercizio sterile e dannoso se fatto in un contesto di evidente errata programmazione delle risorse totali (dimostratosi ormai largamente insufficiente) da destinare al settore della specialistica ambulatoriale.
Auspichiamo, quindi, che, come previsto nella DGR 316/2018, si trovino le “ulteriori risorse” da assegnare in maniera equa ed equilibrata alle varie branche della specialistica in modo da dare realmente una risposta ai cittadini bisognosi di cure e restituire ai centri privati-accreditati non solo un ruolo ma la dignità di erogatore di servizi sanitari.