La prima Commissione consiliare, presieduta da Piero Lacorazza (Pd) ha espresso parere favorevole a maggioranza (con il voto favorevole di Lacorazza, Galante e Soranno, il voto contrario di Romaniello, l’astensione di Leggieri e Mollica) sulle proposte di modifica della legge regionale n. 20/2018 (Sistema di elezione del presidente della Giunta e dei consiglieri regionali” avanzate dal presidente dell’Assemblea Santarsiero.
La necessità “di procedere ad alcune limitate modifiche della legge elettorale regionale, dopo le osservazioni del Ministero dell’Interno”, è stata ribadita dal presidente della prima Commissione Pierò Lacorazza (Pd) che ha sottolineato come “l’impianto della legge – abolizione del listino, doppia preferenza di genere, premio di maggioranza, sostituzione temporanea dei consiglieri nominati assessori – non è stato messo in discussione”.
Il presidente del Consiglio regionale Vito Santarsiero e il direttore generale dell’ente Domenico Tripaldi hanno illustrato ai consiglieri le modifiche apportate. Le quattro osservazioni riguardavano il meccanismo di calcolo dei voti per il candidato presidente collegato ad una sola lista, le modalità di sostituzione del candidato presidente della coalizione classificatasi seconda, in caso di dimissioni, le competenze della Consulta di garanzia e la necessità di prevedere una soglia di sbarramento per concorrere all’assegnazione dei seggi anche per le liste delle coalizioni che non superano l’8 per cento.
Sono tre le principali modifiche al testo licenziate oggi in Commissione. La prima (al comma 5 dell’art.2) riguarda le modalità di sostituzione del candidato presidente della coalizione classificatasi seconda, in caso di dimissioni o impedimento. A riguardo si chiarisce che “qualora il candidato presidente non eletto si dimetta dalla carica di consigliere, il seggio è assegnato con la regola dei maggiori resti tra i candidati al Consiglio regionale alla lista circoscrizionale cui è stato sottratto”.
Per quanto riguarda la Consulta di garanzia (l’organismo previsto dal nuovo Statuto della Regione, che dovrà tra l’altro sovraintendere alle operazioni elettorali), la Commissione ha deciso di eliminare dal testo ogni riferimento a questo organismo (in attesa della legge che lo istituirà, stabilendone i compiti) e di stabilire che l’ufficio centrale circoscrizionale “è costituito presso il Tribunale di ciascun capoluogo”, mentre l’ufficio centrale regionale “è costituito presso la Corte d’Appello del capoluogo”.
Quanto alla clausola di sbarramento, fissata al 3 per cento per le liste che non fanno parte di coalizioni, (art. 19) si chiarisce che “sono ammesse all’assegnazione dei seggi le liste circoscrizionali o gruppi di liste circoscrizionali che abbiano ottenuto, nell’intera regione, almeno il quattro per cento dei voti validi, anche se facenti parte di coalizioni che abbiano ottenuto, nell’intera regione, meno dell’otto per cento dei voti validi”.
Bocciati a maggioranza due emendamenti presentati dal consigliere Romaniello, con i quali si proponeva il ripristino del voto disgiunto e una norma analoga a quella prevista dalla legge elettorale nazionale per quanto riguarda la soglia di sbarramento per le liste che si presentano in una coalizione.
Il consigliere Mollica, in dichiarazione di voto, ha motivato il suo voto di astensione non perché contrario alle modifiche ma per una questione politica dovuta all’assenza alla riunione di oggi di un gruppo politico di maggioranza. “Mi regolerò in Consiglio in relazione alla presenza o meno di questo gruppo, se partecipare o meno al voto”. Al dibattito hanno partecipato, oltre al presidente Lacorazza, anche i consiglieri Romaniello, Galante e Mollica.
Oltre al presidente dell’organismo, Piero Lacorazza, hanno partecipato alla riunione i consiglieri Vincenzo Robortella (Pd), Antonio Bochicchio (Psi), Gianni Leggieri (M5s), Giannino Romaniello e Aurelio Pace(Gm), Francesco Mollica (Udc), Giuseppe Soranno (Pp), Paolo Galante (Ri) e Nicola Benedetto.