Il 14 novembre 2018 si celebrerà la Giornata Mondiale del Diabete, un evento che si rinnova dal 1991 su iniziativa dell’International Diabetes Federation (IDF) allo scopo di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica ed è promosso da tutte le società scientifiche internazionali legate alla patologia. Il tema della Giornata mondiale del diabete indicato dall’IDF per il 2018 è “Famiglia e Diabete”.
I messaggi chiave che guideranno la campagna di quest’anno sono 1. aumentare la consapevolezza dell’impatto che il diabete ha sulla famiglia e sostenere la rete delle persone colpite, 2. promuovere il ruolo della famiglia nella gestione, cura, prevenzione delle complicanze acute e croniche ed educazione del diabete
Dal 2002 Diabete Italia (Onlus che unisce società scientifiche di diabetologia, associazioni professionali e associazioni dei pazienti e dei genitori di ragazzi con diabete) organizza, promuove e divulga in Italia le iniziative legate alla giornata mondiale del diabete sul territorio nazionale.
Il diabete mellito è una vera pandemia per il continuo aumento delle persone che ne sono affette e per le ingenti risorse che la malattia assorbe in termini di costi diretti ed indiretti, con ripercussione anche sulla qualità di vita delle persone affette e delle loro famiglie. Esiste una notevole differenza circa la frequenza del diabete tipo 1 e tipo 2 nella popolazione in età evolutiva e negli adulti.
In età pediatrica circa il 93% dei casi è rappresentato dal diabete tipo 1 (immunomediato) che richiede necessità assoluta di trattamento insulinico, mentre il 6% dei casi è rappresentato da forme più rare (MODY, Diabete monogenico, diabete mitocondriale, diabete neonatale, diabete sindromico, secondario ad altre patologie) ed almeno in Europa solo l’1-2% dei casi è rappresentato dal diabete tipo 2, spesso associato ad obesità e/o sovrappeso.
Negli adulti la distribuzione di frequenza si inverte con l’83% dei casi di tipo 2, il 10% di tipo 1 e circa il 3% di forme monogeniche. Purtroppo ancora oggi non è possibile prevenire il tipo 1 , ma con il riconoscimento precoce dei sintomi (poliuria, polidipsia, dimagrimento, polifagia) si può prevenire l’esordio in chetoacidosi , una vera e propria catastrofe metabolica che può mettere anche a rischio la vita dei nostri bambini.
Diversa è la situazione per il diabete tipo 2 che può essere prevenuto con una corretta campagna sugli stili di vita nell’ottica della prevenzione dell’obesità/sovrappeso in età pediatrica, fenomeno attualmente dilagante nel mondo.