Galeotto fu l’Abito Aragosta, la creazione di ispirazione surrealista e frutto della collaborazione artistica tra Elsa Schiaparelli e Salvador Dalì. Lo stravagante vestito, indossato per la prima volta nel 1937 da Wallis Simpson, è stato infatti il precursore della relazione tra cibo e moda, tra cucina e passerelle, tra gusto ed eleganza. Da quella data ai giorni nostri sono trascorsi 80 anni: un periodo lungo, che ha consentito al rapporto di evolversi e rafforzarsi.
Cibo e moda, ma anche cibo è moda. La fusione tra food e fashion ha dato vita, nel tempo, alla creazione di abiti colorati, t-shirt, felpe e accessori con stampe a tema. E anche oggi è possibile notare l’aumento dell’attenzione rivolta all’abbigliamento ispirato al cibo. Lo rileva nello specifico la piattaforma di e-commerce di moda Lyst, che analizzando il traffico di ricerche e vendite relative a oltre 5 milioni di prodotti wearable, ha rivelato che ramen, avocado, donuts e banane sono le stampe a tema cibo di maggior tendenza nel 2018.
Merita sicuramente un discorso a sé la pasta, alimento simbolo dell’italianità nel mondo. Dolce&Gabbana, per esempio, è uno dei brand che sicuramente ha saputo meglio dimostrare quanto la pasta sia il prodotto più adatto a celebrare e raccontare il Made in Italy nel mondo (si pensi che oltre il 56% della produzione nazionale dei pastifici è destinato all’esportazione). Il celebre duo di stilisti aveva infatti impresso proprio questa icona della tradizione italiana su alcune creazioni della collezione Primavera/Estate 2017, come il costume intero stampato con motivo pasta.
In occasione dello scorso Natale, inoltre, Dolce&Gabbana aveva anche ideato il nuovo abito delle scatole di pasta del Pastificio Martino, vendute in edizione limitata per deliziare gli occhi e le papille degli amanti del gusto e delle cose belle.
È invece storia recente la partnership tra lo stilista Michele Miglionico e Giuseppe Focaraccio, giovane imprenditore e titolare del pastificio Gusto Fantastico. La collaborazione tra le due personalità d’eccellenza lucane è culminata nella produzione della “Sacra Pasta”. Ispirati ai tre più noti simboli del Cattolicesimo (la Croce, la Bibbia e il Calice), i nuovi formati di pasta artigianale firmata saranno presentati ufficialmente durante le giornate dedicate al prêt-à-porter della prossima edizione della Milano Moda Donna.
Il Made in Italy, insomma, è sinonimo di moda, stile ed eleganza, ma allo stesso tempo di buon cibo, perché l’Italia è il Paese del mangiar bene. E l’Italia è anche il Paese del bere bene: oltre ovviamente al vino, merita una menzione d’onore anche il Disaronno, “il liquore italiano più bevuto al mondo”, prodotto da Ilva, azienda da 340 milioni di fatturato e distribuito in oltre 160 Paesi. Da alcuni anni, l’azienda ha affidato a noti brand dell’industria sartoriale italiana il compito di vestire l’inconfondibile bottiglia. Missoni ha curato l’edizione più recente: ha deciso di avvolgere la silhouette con le proprie inconfondibili e colorate righe a zig-zag, che lasciano lo spazio per intravedere i toni ambrati dell’apprezzato liquore.
Restando in tema beverage come non citare Coca-Cola. Marc Jacobs, Trussardi e Moschino sono solo alcuni dei grandi nomi chiamati a personalizzare le bottigliette in vetro contour, che hanno reso famosa in tutto il mondo la bibita inventata nel 1886 dal Dr. John StithPemberton, farmacista di Atlanta.
Quella di vestire i cibi e di farsi vestire dai cibi è insomma una tendenza diffusa e che sta riscuotendo un considerevole successo. Le operazioni di co-branding tra moda e food and beverage – mondi solo apparentemente separati e lontani – continua a dare vita ad abiti unici da “mangiare con gli occhi” e a squisiti prodotti dal design accattivante.