La sicurezza stradale soprattutto sulla Basentana deve diventare una priorità e per questo il comitato dei cittadini e i Comuni dell’area materana che da troppo tempo sono mobilitati su questo tema non vanno lasciati soli a combattere una battaglia che è una battaglia di tutti i lucani.
A sostenerlo è Angelo Rosella (IdV). Solo dopo l’ennesimo incidente mortale in territorio di Salandra, nel solito tragico tratto della SS 407, l’Anas – dice Rosella – ha annunciato la data del bando per installare lo spartitraffico richiesto da anni a seguito delle numerose vittime che si sono registrate sempre in quel tratto. E’ questo un comportamento inaccettabile e che non ha scusanti perché se ci sono problemi di disponibilità di risorse finanziarie l’Anas deve renderlo noto in modo che, come accaduto con il Bando Periferie, si inchiodi il Governo Conte alle proprie responsabilità e si attui la mobilitazione popolare. Bisogna fare chiarezza sui programmi che per le infrastrutture viarie devono avere una corsia privilegiata riservata ai lavori di messa in sicurezza secondo quanto deciso dopo i tragici fatti del crollo del ponte di Genova. La Basentana, arteria essenziale per i collegamenti tra i comuni lucani, necessita di un programma straordinario che contenga interventi minimi, come l’installazione di spartitraffico per dividere e proteggere il traffico delle due corsie di marcia, ma anche per l’adeguamento e il rifacimento di ponti e viadotti. Per questa ragione il programma predisposto dall’Anas con il sostegno del Ministero alle Infrastrutture va aggiornato e monitorato costantemente. Sulla sicurezza dei cittadini non sono tollerate sottovalutazioni e ulteriori ritardi. Meglio tagliare altre spese tenuto conto della preoccupante manovra economica che il Governo Lega-M5S ha messo a punto ma non certamente queste. L’alibi della burocrazia che intralcia e ritardi gli appalti – conclude Rosella – non regge più perché ci sono tutte le condizioni e gli strumenti per realizzare appalti di opere pubbliche in tempi europei. E su questo la Regione e l’Assessorato alle Infrastrutture non possono limitarsi a svolgere un generico ruolo di interlocuzione istituzionale anche perché sono stati sottoscritti negli anni passati Accordi di Programma che prevedono risorse regionali. Tra l’altro va rispolverato l’Accordo di Programma con l’Eni del 1998 che conteneva, sulla carta, investimenti diretti dell’Eni da spendere per la viabilità regionale anche per risarcire dai danni provocati negli anni di impiego delle autobotti per il trasporto del greggio a Taranto.
Ott 02