Sprechi sul diabete evidenziati dall’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione), lettera aperta di A.DI.M. Onlus (Associazione Diabetici Matera). Di seguito il testo integrale.
Non ci sorprende, ma ci colpisce oltremodo l’articolo pubblicato sul quotidiano “Roma” il 28 settembre scorso con il titolo “lotta al diabete: per l’ANAC la Basilicata è <inefficiente>”. L’Autorità nazionale anticorruzione nel suo dossier sul mercato dei dispositivi medici per l’autocontrollo e l’autogestione del diabete definisce la regione Basilicata incompleta e incoerente. Infatti la Basilicata non ha prodotto le informazioni richieste e ciò è sintomatico di una situazione di non pieno controllo della spesa relativa ai dispositivi per il controllo della glicemia. In sostanza l’ANAC accusa la Basilicata di sprechi, mentre una più oculata metodologia porterebbe a notevoli risparmi sull’acquisto dei dispositivi medici fino al 50%. E’ opportuno ricordare che 2 anni fa questa Associazione ha contribuito a ridurre notevolmente la spesa in quanto la regione Basilicata pagava in media alle farmacie pubbliche circa 24 euro per ogni confezione di 25 striscette per la determinazione della glicemia. Fu fatto ridurre il prezzo da 24 a 14 euro circa con un risparmio stimato di 2.800.000 euro all’anno che la Commissione Regionale Diabete propose di destinare a migliorare la carente assistenza al diabete. Nemmeno un euro è stato speso per la malattia diabetica da questi risparmi. C’è da aggiungere che la delibera di Giunta n. 682 del 19 luglio scorso ha modificato il DRG n. 452 del 29 aprile 2016 (fornitura presidi per l’autocontrollo glicemico) senza nemmeno consultare l’apposita commissione regionale diabete. Si tratta di una delibera voluta a suo tempo dalla commissione diabete che riservava al diabetologo la responsabilità di prescrivere la tipologia e numero delle striscette per il controllo della glicemia: con la suddetta modifica si ridimensiona il ruolo del diabetologo a vantaggio del farmacista con conseguenze immaginabili. Una migliore, saggia, appropriata gestione delle risorse si riflette sui livelli essenziali di assistenza. Non quelli ospedalieri, anzi gli ospedali sono troppi. Sono molto carenti, invece, i livelli specialistici di assistenza ambulatoriale endocrinologica-diabetologica nel territorio, che sono fondamentali in una regione di anziani e vecchi e con un esteso territorio. Egregi Assessore alla salute F. Franconi, Presidente della IV Commissione V. Giuzio, Commissario straordinario G. Montagano, questa Associazione attende ancora anche altre risposte ai quesiti denunciati, perché la Diabetologia di Matera non meritava di far parte (come nessuno) della “inutile zavorra”.
Praticamente qualcosa di molto simile a quello che accade da anni nei centri di riabilitazione ex art, 26: se il Progetto Riabilitativo Individuale (P.R.l) è redatto dalla stessa struttura che provvederà alla sua implementazione e che per legge tale struttura è una fonte di acquisto di prestazioni di riabilitazione estensiva, rivolte contrattualmente SOLO a soggetti affetti da disabilità IMPORTANTI, è possibile o comunque è molto alta la probabilità che la struttura privata accreditata possa progettare l’intervento riabilitativo disegnato sui propri spazi, sul proprio personale, spesso a partita IVA, e sul proprio modello di business, non disegnati per i reali bisogni degli utenti, e possa consentire loro di “scegliersi” i pazienti più semplici lasciando a casa quelli più complessi, in un processo di reverse engineering (“disegno tutto in base a quello che ho e alla redditività che voglio ottenere con il minimo sforzo e il massimo ritorno economico”), mentre tutti i documenti normativi e contrattuali citano le loro prestazioni per soggetti affetti da disabilità importanti.
E’ chiaro a tutti che tale modo di procedere arreca danni aII’ASM e all’utenza, non previene e non evita processi potenzialmente corruttivi, distorsivi, di induzione indebita della domanda, autorizzazioni di extra budget, e così via.
La struttura riabilitativa deve recepire il progetto dall’ASM e implementarlo, senza se e senza ma, essendo contrattualmente la stessa fonte di acquisto di prestazioni sanitarie non fonte di selezione utente (darwiniana, secondo il criterio della vantaggiosità e del profitto), visita utente con NPI non vincitori di concorso ma dipendenti della stessa struttura privata, stesura piano riabilitativo (quasi mai multidisciplinare) da “verificare con la proprietà”, e così via.
Sembra che anche tale questione non interessi il Commissario straordinario dott. G. Montagano, si procederà in altro modo.