Arnaldo Lomuti, senatore M5S, componente Commissione Giustizia e Commissione parlamentare Eco Mafie: Canoni irrigui, il vecchio proprietario era moroso? Paghi il nuovo!” Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Il Consorzio di Bonifica unificato di Basilicata delibera disponendo nuovi principi che delimitano i rapporti di proprietà, di compravendita o di affitto di un bene agricolo.
Siamo ben oltre lo strapotere della Pubblica amministrazione che vessa i cittadini: siamo infatti al sub-ente pubblico che non ti eroga l’acqua (e vuole essere pagato in anticipo), se il precedente proprietario era moroso nei confronti dell’ente irrigazione. È la semplificazione dei percorsi di riscossione delle morosità, che fa pagare ai nuovi proprietari o affittuari dei fondi, le pendenze vecchie, risolvendo in tal maniera l’incapacità del Consorzio di farsi pagare l’acqua erogata.
Dunque, da ora innanzi, quando compriamo un terreno agricolo, dobbiamo esigere in sede di atto notarile, che il vecchio proprietario ci mostri la cartella esattoriale delle sue eventuali morosità. Che è come far pagare ai figli i debiti dei genitori.
Siamo di fronte alla riscrittura del codice civile e delle norme che regolano la compravendita di immobili.
Sarà per questo che i commissari dei sub enti pubblici vengono strapagati e sono di nomina diretta della Regione, anche se a me, in qualità di cittadino, prima ancora che di senatore, interesserebbe di più sapere chi pagherà i diversi milioni di euro di debiti contratti dai Commissari nominati dalla Regione a gestire il Consorzio di bonifica.
Su questa molto sui generis delibera del Consorzio di Bonifica, la numero 178 del 18 maggio 2018, a firma del commissario unico, Giuseppe Musacchio, grazie alla quale è stata anche disposta la chiusura dell’erogazione dell’acqua ai nuovi proprietari o affittuari di terreni i cui proprietari erano morosi, impedendo loro di condurre i campi agricoli, ho presentato una interrogazione al ministro per l’agricoltura, Gian Marco Centinaio.
Al quale ho evidenziato il rischio dei notevoli contenziosi giudiziari in arrivo, stante addirittura l’iscrizione a ruolo dei contributi relativi alle domande irrigue e ho chiesto come intenda provvedere, nell’immediato, al mancato accesso alla fruizione dell’acqua ad uso irriguo da parte delle decine di aziende agricole dell’area in questione.
Anche per capire quali misure il ministro intenda adottare, al fine di garantire il rispetto del principio di buon andamento della Pubblica Amministrazione, in assenza del Piano Generale di irrigazione di cui all’art.3, comma 2, lett. b) della L.R. n.1/2017.